Capitolo quindici

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Allora ragazzi, visto che io sono una scrittrice bravissima mi sono accorta solo qualche ora dopo aver pubblicato il capito che il 24 non era Natale, ma la vigilia.
Si raga, queste sono le droghe pesanti.
Ma vabbè, il cenone si fa alla vigilia e poi a Natale si mangiano gli avanzi.
È la regola.
Quindi, in questo capitolo è Natale, invece quello precedente era la vigilia.
Detto questo, adiòs.

Jack

Apro lentamente gli occhi, trovandomi con la faccia sul petto di qualcuno e quel qualcuno è Finn.

Ci siamo addormentati a terra, alla vigilia di Natale.

Beh, c'è sempre una prima volta.

Cerco di girarmi, ma la stretta del corvino è troppo forte e non riesco a fuggire dalle sue braccia.

Piano piano sento la porta aprirsi e chiudo gli occhi di scatto.

<Stanno ancora dormendo cara, comunque se volete rimanere ancora per me non ci sono problemi.> sento la voce di mia zia e degli altri passi.

<Grazie per averci fatto rimanere ieri sera, ma non voglio recare troppo disturbo....> mormora un'altra voce, credo sia quella della madre di Finn.

<ma quale disturbo, infondo mi fa piacere che mio nipote abbia già trovato qualcuno di speciale qui> dice mia zia, ed io sorrido essendo comunque nascosto dal petto del corvino.

<E poi... Mio marito se n'è andato definitivamente, ma questo Finn non lo deve sapere...> mormora la signora, ed io sgrano gli occhi.

<Dovresti dirglielo cara, il ragazzo già sa la situazione e credo che sia comunque maturo e saprà affrontarlo. E poi non mi era mai piaciuto quell'uomo, lo sai.> dice mia zia.

Un discorso serio, lo so, certe volte li fa anche lei.

<Lo so, ma è difficile...> sussurra la donna e sento dei singhiozzi.

<Vieni, ti preparo qualcosa di caldo, che oggi è natale e non si può piangere> dice mia zia, facendo ridacchiare la donna.

Mia zia sbatte la porta, da vera animale quale è, e quindi Finn si sveglia di botto.

<Buon Natale...> mormoro io, ridacchiando.

<Che ci facciamo qui...?> domanda lui, sedendosi.

<Ci siamo addormentati> spiego velocemente, per poi sbadigliare.

Lui annuisce, per poi passarsi una mano sull'occhio.

Lo so che è un gesto come tanti, ma lo fisso e mi rendo conto di quanto sia bello in ogni cosa che fa.

<Allora... è Natale...> mormora Finn, ed io annuisco.

<Il nostro primo Natale> dico io e lui sorride leggermente.

All'improvviso suona il suo telefono e lui risponde, mettendo poi il viva voce.

<Noah> dice, come per salutare l'amico.

<Ohi, avete scopato? Chi scopa alla vigilia, scopa tutto l'anno.> dice Noah.

<Quello è capodanno, coglione> dice Finn, sospirando.

<Vuoi aspettare l'anno prossimo per fartelo, bro?> chiede Noah, ed io ridacchio.

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