Capitolo ventisei

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Jack

Ormai manca una settimana dalla mia partenza e le cose fra me e Finn fanno schifo.

Non ci parliamo e quando ci vediamo a scuola è come se fossimo sconosciuti.

Sophia e gli altri mi aiutano, ed io ne sono grato, ma non riesco a non starci male.

Mia zia invece cerca sempre di farmi sorridere in qualunque modo, e ci riesce.

Mia zia sembra adulta, ma non è come tutti gli adulti e credo che questo se sia visto.

Non è come tutti gli altri che pensano al lavoro, o che non ti ascoltano quasi mai perché tanto per loro tu non avrai mai ragione, o perché sono troppo impegnati per ascoltare le tue "scemenze da adolescente pieno di ormoni".

È per questo che adoro mia zia, perché è ancora bambina.

Una piccola Peter Pan, direi.

<Che ne dite se andassimo a mangiare una bella pizza dopo scuola?> domanda Wyatt, nel bel mezzo della lezione.

Ci troviamo  tutti in palestra, tutte le classi di terzo per precisione.

Tra poco ci saranno i campionati di pallavolo e quelli di terzo devono allenarsi, perché tra due anni toccherà a loro e devono essere ben preparati.

Ecco perchè in queste settimane si inizieranno a fare molte più ore di palestra.

Ma tanto io tra due anni non ci sarò più in questa scuola.

<Oleff, non siamo qui per mangiare pizza! Ma siamo qui per  sudare come cavalli!> esclama il professore.

<I cavalli sudano?> domanda Jaeden.

<Ehm, credo di sì. Sono esseri viventi e- MA QUESTO ORA NON CENTRA!. ORA CI SARANNO LE DUE SQUADRE MIGLIORI DEL QUINTO ANNO, CHE VI MOSTRERANNO COME SI GIOCA.> urla il professore, per poi soffiare nel fischietto.

Non capisco perché ogni professore di educazione fisica  debba urlare così tanto fino a diventare viola.

Entrano vari ragazzi di quinto e quando noto Noah, alzo la mano per salutarlo e lui ricambia con un leggero sorriso e un cenno della mano.

<Non siamo qui per fare amicizia, Grazer!> mi urla Wyatt nell'orecchio, scherzosamente.

<Il timpano di tua sorella, stronzo.> dico e lui ride.

<Oh, ecco che arriva Wolfhard.> dice Sophia a denti stretti e assottigliando gli occhi.

<Dopo una breve partita fra quelli di quinto, alcuni di loro vi insegneranno alcune cose> dice il professore, per poi sedersi su una sedia a destra della rete.

Le squadre si mettono in posizione e con l'ennesimo fischio del professore, inizia la partita.

Guardò attentamente ogni giocatore, hanno tutti i riflessi pronti, e poi guardo Wyatt: non credo che sopravviverà in quel campo se dovesse essere scelto.

Cosa impossibile, dato la sua agilità.

<Finn, tocca a te!> esclama Millie.

Noto solo ora che è l'unica femmina nella squadra, si vede che solo lei riesce a prendere tutte le palle.

Che zoccola, ce l'ho a morte con lei.

Non è neanche venuta da me a scusarsi, ed io che pensavo fosse un angelo fatta in persona.

Sospiro, guardando Finn battere.

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