L'apparente rappacificamento con Irama mi fece iniziare bene la settimana, ma pretendere che andasse proprio tutto liscio sarebbe stato davvero troppo. Quel martedì pomeriggio, infatti, fui convocata in Sala danza dalla maestra Peparini.
"Ciao Arianna, come stai? Va un po' meglio con l'umore?" chiese entrando.
"Un pochino."
"Mi raccomando, manca poco al serale e voglio vederti al meglio di te. E proprio per questo ti ho preparato una coreografia da fare." Non sapevo se preoccuparmi o no. "La vediamo subito insieme?"
Annuii senza convinzione, anche se sapevo che lo stile della maestra metteva tantissimo in risalto il mio movimento, quindi non sarebbe potuta andarmi poi più di tanto male. Naturalmente mi sbagliavo.
Capii già dalla presentazione, leggendo il nome della canzone su cui dovevo ballare, che sarebbe stata una dura sfida: era Perfect, di Ed Sheeran.
Osservai in silenzio il filmato in cui Martina e Sebastian eseguivano la coreografia e continuai a non dire nulla anche quando fu finito.
"Allora?" domandò Veronica dopo qualche attimo.
Ma perché proprio a me? Che avevo fatto di male nella vita? (Okay, forse all'ultima era meglio non rispondere.)
"Allora è stupenda, come sempre. I passi mi piacciono tantissimo, solo che... parla d'amore."
"Si, esatto. È molto semplice come concetto: devi essere innamorata persa e far uscire il tuo lato dolce, proprio come ti ho chiesto in puntata. Non ti vedo convinta, c'è qualche problema?"
Non mi vedeva convinta, perché non lo ero. Possibile che avesse scelto quella canzone così smielata, così diretta e così lontana dal mio umore attuale?
"Credo che avrò qualche difficoltà con l'interpretazione, appunto. In questo momento della mia vita l'amore è proprio l'ultima delle cose a cui voglio pensare."
"Ed è proprio qui che sbagli! Non puoi dimenticarti l'amore, Arianna. L'hai provato almeno una volta, no?" Feci di sì con la testa. "E allora pensa a quel momento, a quella persona! Anche se ora non sei innamorata, io voglio vedere la parte fragile di te. Con questa coreografia devi dimostrarmi che ti meriti davvero il serale." E con questo mi lasciò coi professionisti.
Iniziai subito a lavorare e nei due giorni successivi imparai in fretta i passi, ma alla giusta interpretazione proprio non riuscivo ad arrivarci. Insomma, Sebastian era un gran bel ragazzo e la sua presenza contribuiva a farmi entrare nel mood, ma io mi sentivo ancora troppo distante da lui quando ballavamo. Non mi sentivo innamorata e non sentivo di potercela fare: ero in crisi.
Giovedì sera, dopo aver provato per l'ennesima volta la coreografia in sala, mi vestii velocemente ed uscii dalla scuola senza aspettare come al solito le mie compagne di stanza, che erano ancora a lezione. Non sapevo se era la rabbia o la disperazione, ma fui letteralmente accecata dai miei sentimenti, perché uscendo andai a sbattere violentemente contro qualcuno.
"Hai fretta? La prossima volta basta dirmelo e io ti lascio passare, non importa travolgermi." Ci mancavano solo Irama e la sua devastante simpatia.
"Scusami, non ti ho visto. Grazie." Gli rivolsi un sorriso forzato quando lui tenne aperta la porta degli studi per lasciarmi uscire.
Io presi a camminare in silenzio verso l'hotel e il ragazzo si affiancò a me, anche lui senza parlare.
"Cos'hai?" Chiese mentre eravamo ormai a metà strada.
"Nulla."
Mi resi conto di risultare in quel modo scontata e poco credibile, quindi rettificai.
"Okay, in realtà ho qualche problema con una coreografia parecchio importante. Me l'hanno data perché vogliono vedere la parte fragile di me, ma io non riesco ad interpretarla."
"Devi metterti a nudo, in pratica." Riassunse Irama. "Capisco che non è semplice."
Mi accigliai un attimo. "Semplice. Hai scritto una canzone che si intitola così, giusto?"
Rimase interdetto. "Hai ascoltato il mio album?"
"Si." Feci una pausa per decidere se dire o no quello che volevo dire dopo. Vinse il lato sincero di me. "E comunque, mi dà fastidio il fatto che continui ad assicurare che mi capisci senza sapere neanche di che sto parlando."
"Senza sapere il tuo passato, intendi?"
"Già."
Eravamo ormai arrivati. Prima che potessi entrare nel parcheggio dell'albergo, mi mise delicatamente una mano su una spalla.
"E' vero, non ti conosco per niente e mi dispiace per questa situazione spiacevole che si è creata fra noi." Si stava riferendo ai litigi? Al Bacio? Quel tipo era sempre esauriente nelle spiegazioni quanto... beh, quanto me. Ovvero, per niente. "Ti va di andare a prendere una birra e parlare un po'? Riiniziamo dall'inizio."
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Una storia senza una trama. [IRAMA]
FanfictionArianna è una ballerina e una ragazza distrutta. Tutto nella sua vita è filato liscio per diciannove anni, finché a sua sorella non è stata diagnosticata una patologia terminale che nel giro di sei mesi se l'è portata via. Aria si ritrova così con u...