CAPITOLO 11 - GIOIELLI

1.4K 98 4
                                    

Non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo quella sera e temevo il momento in cui l'avrei scoperto.

Non passai una notte tranquilla: mentre le altre riposavano beatamente, io mi spostavo di continuo da una parte all'altra del letto in un fastidioso stato di dormiveglia. Infine, sprofondai nel sonno e mi svegliai soltanto in tarda mattinata. Tardissima, in verità, dato che erano le 11.00.

"Da oggi non potrai più vantarti di essere mattiniera." Mi pungolò Nicole quando si accorse che avevo aperto gli occhi.

Io avevo voglia di sprofondare sotto le coperte, di essere inghiottita da esse e, possibilmente, di non riemergere mai più. Purtroppo, però, ero una persona realista, quindi mi feci forza e, con un considerevole atto di coraggio, buttai il piumone da un lato, alzandomi a sedere sul bordo del letto.

"Io sono mattiniera. Solo che faccio eccezione per i giorni in cui vado a letto alle cinque e dormo di merda." Spiegai.

"Strano, io ho dormito come un ghiro."

Mi passai una mano sulla faccia, ancora assonnata.

"Tu ieri sera non hai litigato con un cretino come quello."

Mi resi conto troppo tardi di quello che avevo detto e mi svegliai tutta d'un colpo. Ad aiutarmi, poi, ci fu anche la reazione di Nicole, che stava scrivendo non so cosa a testa china, ma dopo la mia affermazione si voltò di scatto verso di me.

"Litigato con un cretino come quello?" ripeté alzando la voce.

Come se non bastasse, in quel momento rientrò in stanza anche Emma, sentendo l'ultima frase.

"Con chi hai litigato?" chiese anche lei.

Ma porca puttana! Accidenti alla mia boccaccia e a quando mi era venuta la malsana idea di proferir parola appena sveglia.

Pensai di mentire, ma quelle due avevano una curiosità assurda e inoltre si erano dimostrate amiche fidate. Nonostante questo, non avrei voluto ugualmente parlare di Irama: mi metteva solo in confusione ed ero sicurissima di non averne per nulla bisogno. Sospirai.

"Ieri sera ho avuto un piccolo battibecco con Irama, nulla di cui preoccuparsi."

"Sei sicura? Non avete parlato nemmeno settimana scorsa." Emma stava sensibilmente migliorando sia nell'italiano sia nel farsi i cavoli degli altri.

"E' perché abbiamo avuto qualche discussione..."

"Quindi continuerete a non parlarvi per un'altra settimana adesso? Non ho alcuna intenzione di vedervi litigare, quindi se c'è qualcosa diccelo e ci andiamo a parlare subito."

Io inorridii per la proposta di Nicole: " NO. No, non serve assolutamente. È tutto apposto adesso, abbiamo chiarito."

Tentai di mantenere un tono rassicurante, ma quasi mi venne da ridere per la stronzata colossale che aveva appena tirato fuori.

Dopo che fui riuscita a convincerle che tra me e Irama non c'era ormai assolutamente nessun problema senza scoppiare in una risata isterica (mi meritavo una medaglia per questo), Emma ci annunciò che la maggior parte degli altri ragazzi stava per andare a mangiare in un ristorante vicino all'hotel e ovviamente ci aggregammo anche noi. Ma perché le mie compagne di stanza erano persone così socievoli?!

Così, ebbi appena il tempo per lavarmi la faccia e vestirmi, prima di essere buttata fuori dalla camera da Emma e guidata nel posto designato per mangiare. Ecco qualcosa che mi andava di fare.

Consumai quello che avevo ordinato ridendo e scherzando con i ragazzi, perché nonostante tutto erano riusciti a farmi diventare di buon umore. Insomma, come fai a non divertirti se hai davanti Biondo che parla? Il suo dialetto è una barzelletta in sé!

Anche Irama sembrava allegro e rilassato, ma non ci rivolgemmo mai direttamente la parola: cercavamo a tutti i costi di non creare imbarazzo, anche se in quel modo la situazione era ancora più imbarazzante. Il ricordo delle sue labbra sulle mie mi tornava alla mente ogni volta che posavo gli occhi su di lui.

"Irama, ma poi quando esce il tuo inedito su iTunes?" domandò ad un tratto Nicole cambiando completamente discorso.

"Uhm... in settimana. Domani dobbiamo lavorarci ancora un po' e poi è pronto."

"Sei contro Zic, giusto?" Il cantante annuì. "Allora vinci di sicuro. Non c'è paragone. Come si chiamava il tuo pezzo?" Volle sapere Simone.

"Un giorno in più. Non lo so, bro, mi piacerebbe avere la tua sicurezza."

"Ma dai, amico! Zic non lo conosce nessuno, invece la gente le ha già ascoltate le tue canzoni. Appena vedranno Irama sullo schermo compreranno senza nemmeno sapere cos'è."

Il ragazzo sorrise e scosse la testa, rassegnato all'inguaribile positività del suo amico.

"Magari fosse così. E comunque ai professori non interessa se arrivo in alto in classifica e noi dobbiamo convincere loro per andare al serale. Sono un po' preoccupato per quello che mi ha detto Paola l'ultima volta." Confessò.

"Quella era una critica costruttiva!" intervenni io, precedendo Einar. Irama alzò gli occhi su di me per la prima volta durante il pranzo. "Insomma, dovrei preoccuparmi io, che mi sento dire che non sono abbastanza femminile..." Già, era successo anche questo.

"Beh, su quello hanno ragione." Ribatté lui serissimo.

Io ci rimasi un attimo male e gli lanciai un'occhiataccia. A quel punto il ragazzo non riuscì più a trattenere una risata.

"Stavo scherzando! E comunque è vero che sei femminile... a modo tuo, magari non tutti lo apprezzano. Insomma, ti trucchi pochissimo e l'unica cosa luccicante che ti ho visto indossare è quella collanina." Affermò riferendosi alla semplice catenina con appeso un ciondolo a forma di A in oro bianco che portavo sempre. "Ho più gioielli io di te!"

I ragazzi scoppiarono a ridere.

"Ha ragione lui." Lo spalleggiò Emma tra le risate.

"Anche tu! Traditrice! E comunque tu avrai più gioielli di me, ma io ho più classe."

"Si, come quando ti butti a peso morto sul letto. Proprio una classe immensa." Mi sfotté Nicole.

Risi, e nel farlo incrociai lo sguardo di Irama: i suoi occhi freddi brillavano di sincero divertimento, senza traccia di imbarazzo o incazzatura.

Magari avremmo potuto dimenticare quello che era successo la sera prima e ricominciare; avremmo potuto tentare di costruire una solida amicizia.

E mentre lo pensavo, la mia mente scivolava ancora verso il ricordo del sapore delle sue labbra.

Una storia senza una trama. [IRAMA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora