Twenty-Seven.

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Change of point of view pt.1

POV ISABELLE.

Rose era sparita tra la folla e con tutta quella gente non riuscivo neanche ad intravedere la sua testolina incandescente.

Dominique era proprio davanti a me, stretta nel suo vestito turchese striminzito, mentre agitava le braccia ed i capelli biondi, tirando fuori tutto il suo lato da Veela. Mi avvicinai a lei, senza smettere di ballare; avevo un tizio che non la piantava di strusciarsi sul mio fondoschiena. Forse pensava che imprimere il segno del suo uccello sul mio didietro fosse un avanzata tecnica di corteggiamento.

La bionda mi sorrise raggiante, con gli occhi che lasciavano chiaramente intuire che si era fatta qualche bicchierino di troppo. -Isabelle!- trillò allegra -Sei meravigliosa!- nella furia di agitarsi come un anguilla mi schiacciò un piede con i suoi tacchi a spillo. -Devi assolutamente prestarmi quella gonna, spero che mi farà un culo bello almeno la metà del tuo!-

Ridacchiai senza un motivo apparente; sentivo la testa leggera, per la prima volta nella mia vita non stavo pensando assolutamente a niente. -Ed io voglio le tue tette, come fai ad averle così?!- lagnai, portando entrambe le mani sulla mia terza.

Non mi interessava davvero sapere la risposta, così mi concentrai e puntai lo sguardo per riuscire ad intravedere qualche altra testa amica.

Il ragazzo-cozza, ignorò il fatto che non lo stessi neanche minimamente calcolando e mi prese per la vita. Non era male ma i biondi non erano decisamente i miei tipi.

Iniziai ad ondeggiare i fianchi, sentendo immediatamente il membro del tizio farsi più consistenze. Mi diede subito l'impressione di uno che sarebbe durato meno di cinque minuti se avessi deciso di farci qualcosa, non ne sarebbe valsa la pena.

La pressione del suo corpo contro al mio ed il suo fiato caldo sul collo, erano piacevoli, ma non abbastanza. Avevo bisogno di qualcosa di forte per riuscire a scacciare quei capelli così scuri, quelle labbra così perfette e quegli occhi meravigliosi dalla mia mente.

Senza neanche impegnarmi troppo, riuscì a districarmi dalla presa del polipo e allontanarmi il più velocemente possibile, prima che riuscisse ad afferrarmi di nuovo con i suoi tentacoli sudati.

Il bancone degli alcolici era dall'altra parte della pista, impiegai una quantità di tempo che mi parve interminabile per raggiungerla. Dopo aver spintonato, schiacciato e allontanato malamente un centinaio di corpi appiccicosi, mi sedetti su uno sgabello con tutta l'eleganza che può possedere una sedicenne ubriaca e ordinai da bere.

La gonna mi si sollevò più del dovuto, non mi degnai neanche di sistemarla, al contrario tentai di scoprire ancora di più quelle grandiose gambe magre di cui mia madre mi aveva gentilmente dotata. Ce le avevo, perché nasconderle?

Mandai giù il mio drink senza neanche verificarne il contenuto o controllare che fosse effettivamente mio. Ma probabilmente non lo era, sapeva di fragola ed io detestavo le fragole.

Sperai che qualcuno ci avesse buttato dentro una qualsiasi specie di droga pesante, almeno sarebbe stata gratis e non avrei avuto nessun senso di colpa.

Strizzai gli occhi un paio di volte, rigirandomi il bicchierino di vetro tra le mani ed incitando il ragazzo dietro al bancone a riempirmelo di nuovo. Lo vidi sorridere, blaterare qualcosa, un complimento forse e fare quello che gli avevo chiesto. Uno gnomo con le lentiggini fissò intensamente la scollatura del mio top e si leccò le labbra con fare provocatorio. Spostai lo sguardo schifata sui divanetti posizionati in un angolo della stanza, erano pieni di gente. Un ragazzo biondo addirittura stava limonando con due ragazze, mentre le palpava per benino. Qualcuno avrebbero potuto trovarlo disgusto ma io avevo uno straziante bisogno di essere toccata allo stesso modo e quel tizio sembrava capace. Era solo un bisogno fisiologico.

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