Freckles

Twenty-Three.

-Non escludiamo il fatto che potrei essere semplicemente una ninfomane, affascinata dal
contenuto delle mutande di Scorpius- annuì compiuta della mia stessa ipotesi e guardai la mia migliore amica, per avere una qualsiasi conferma.

In risposta ottieni solo un'occhiataccia e una lima per le unghie, puntata contro. -Non negare l'evidenza Rose!- si alzò in piedi, lasciandosi ricadere le mani lungo i fianchi -Quando lo guardi hai come qualcosa che ti brilla negli occhi-

Inclinai leggermente la testa -Non hai mai pensato che quello potrebbe essere solo un effetto collaterale della polverina magica che mi vende Tom?-

Effettivamente era probabile.

-Per Merlino- Isabelle afferrò un tubetto di mascara dalla scrivania e me lo lanciò addosso, sbuffando. -Ficcati in quella testa bacata che sei innamorata- calcò con particolare enfasi le ultime parole, con uno sguardo che non ammetteva obiezioni.

Era un sentimento importante, quello. Non ero sicura di riuscire a reggere il peso della cosa.

Mi buttai a peso morto sul materasso, coprendomi il viso con le mani -Ed è bello essere innamorati? Oppure devo correre a procurami delle pasticche per suicidarmi?-

L'unica cosa di cui in quel momento ero certa, era che qualsiasi cosa avesse fatto Scorpius ai miei ormoni, non l'avevo mai provata prima d'ora con nessun altro.

Poteva essere un bene, ma allo stesso tempo un male. Chi mi assicurava che mister biondo platino, non stesse solo giocando con me?

Fatto sta che non sarai mai stata male per un ragazzo, indipendentemente dal suo livello di figaggine. Le cose sentimentali non facevano per me.

Mi facevano, a dir poco pena, tutte quelle ragazze che piangevano disperate perché il tipo le aveva mollate o non le calcolava. Erano ridicole.

Isabelle sembrò rifletterci qualche secondo, poi però scrollò le spalle -Non lo so, perché non me lo dici tu? Io ti vedo molto più felice del solito-

A quello avevo una riposta, anche più che sensata: le dita magiche di Scorpius che lui sapeva usare benissimo.

Comunque, alla fine, tutto mi riportava a lui.

Se fossi stata in grado di farlo, in questo momento, avrei imprecato in spagnolo. Mi limitai a farlo nella mia lingua.

***
-Ti prego mamma, per favore!-

Lei si portò la sua tazza di caffè alle labbra, guardandomi seriamente. -Perché dovrei concederti di andare con i tuoi amici, in una casa sperduta in Canada? Sei un irresponsabile Rose, io non mi fido di te-

Sapevo esattamente cosa pensava mia madre: aveva paura che potessi organizzare qualche festino, drogarmi, scopare in un bagno e bere. E beh, se pensava questo, le sue paure erano più che fondate, visto che era esattamente quello che avevo intenzione di fare.

-E allora zia, fidati di me!- esclamò Albus, seduto al mio fianco.

Mia madre sollevò le sopracciglia, ignorandolo.

Mi allungai sul tavolo della cucina, avvicinandomi e sfoggiando la faccia più angelica del mio repertorio -Mamma, ti giuro che farò la brava, ti manderò una lettera ogni mezz'ora se vuoi!-