Thirty.

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Mi svegliai di soprassalto dopo che Tom ebbe spalancato con un tonfo l'anta dell'armadio.

-Buongiorno bionda!- strillò allegro, lanciandosi mezzo nudo sul letto e atterrando a peso morto sulle mie gambe. -È una giornata meravigliosa, il sole splende e gli uccellini cinguettano!-

Guardai fuori dalla finestra. La luce era di un bianco fastidioso, c'era tutto tranne che il sole ed il vetro si era congelato a causa della tempesta di neve che aveva coperto completamente il davanzale.

-Lasciami in pace- sbuffai e mi coprì la testa con il piumone, chiudendo gli occhi.

Avrei preferito morire all'istante piuttosto che continuare ad avere quei persistenti conati di vomito.

-Forza, alzati!- mi ritrovai scoperta e al freddo. Sollevai la schiena e provai ad afferrare Tom per le braccia, ma tutto quello che ottenni fu che lui lo prese come un invito a buttarsi su di me, rompendomi probabilmente qualche costola.

-Trattieni i tuoi istinti selvaggi, bionda- mi guardò stirando un ghigno divertito ed io gli assestai un pugno su una spalla.

-Voglio dormire- bofonchiai stropicciandomi gli occhi con una mano -Vattene via-

-Te lo sogni- poggiò la testa sul mio petto e si accoccolò su di me, stringendomi la vita -So che se ti lascerò sola, ti ritroverò impiccata con il laccio del reggiseno. Ti avrei sulla coscienza per tutta la vita!-

-D'accordo, va bene!- esclamai tirandogli i capelli nella speranza che si spostasse. -Mi alzo!-

***
Io e Tom scendemmo in salotto, trovando già tutti vestiti e seduti sulla varie poltrone accanto al camino e sul divano. James era l'unico ad essersi spiattellato sopra ad un mobile, nella stessa posizione di un uccello sul trespolo.

-E adesso che facciamo?- domandò preoccupata Lucy, facendo roteare gli occhi ad Albus sulle cui ginocchia era poggiata Isabelle, stretta nel suo nuovo e costosissimo tubino bordeaux.

Feci scorrere lo sguardo sulle innumerevoli teste rosse e more che ancora non ci avevano notato. Lo trovai, era seduto scompostamente su una poltrona mentre teneva la Gazzetta Del Profeta stretta tra le mani e gli occhi fissi sui fogli.

Avvertì una morsa alla stomaco, come se le mie budella avessero avuto la brillante idea di attorcigliarsi tra di loro. Aveva la mascella serrata, non stava ascoltando niente di quello che blateravano i mei cugini ed i suoi capelli biondi erano sparati in tutte le direzioni, segno che si era appena alzato anche lui.

-Rose piantala! Gli stai facendo una radiografia!- sussurrò al mio orecchio Tom, battendomi una mano sulla schiena. -Non fargli capire che sei una povera adolescente disperata, sul punto di una crisi di nervi-

Gli tirai una gomitata nello stomaco -Vaffanculo- sibilai a denti stretti.

Mi fece l'occhiolino -Solo se vieni con me-

Alzai gli occhi al cielo. Scorpius, accortasi del fatto che lo stavo fissando, sollevò la testa e quando vide me e Tom letteralmente spiaccicati l'una all'altro, stirò le labbra in una smorfia di disgusto che non riuscì a reprimere.

Albus lanciò un'occhiata al suo migliore amico, seguì il suo sguardo e quando ci vide, sollevò una mano in segno di saluto sorridendo euforico. -Ragazzi, finalmente! Pensavo che foste svenuti da qualche parte...- probabilmente la sua allegria era data dal fatto che Isabelle stava poggiando il suo sedere sul suo pacco, e non da me e Tom spettinati e in pigiama.

Si girarono tutti a guardarci e James balzò giù dal mobile esclamando a gran voce -Non potete capire che cosa è successo!-

-Se non me lo dici, non posso saperlo- sbottai acida. Quella mattina il mio umore non era dei migliori, sarà stato il fatto che avevo visto il mio ex ragazzo fare una cosa tre, dopo sei ore che ci eravamo messi insieme.

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