Twenty-Two.

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-ROSE WEASLEY! SEI IN PUNIZIONE! TI AVEVO CHIESTO SOLO DI COMPORTARTI BENE, E TU CHE FAI? ORGANIZZI UNA RISSA CON LE TUE CUGINE! SEI UN IRRESPONSABILE, UNA MALEDUCATA, TI COMPORTI ANCORA COME SE AVESSI CINQUE ANNI! NON CAPISCO COME TU POSSA ESSERE MIA FIGLIA!-

Ecco, era così che più o meno era finita la mia serata. Quella di mio padre, invece, era terminata in un modo a mio parere, ancora più spiacevole: dopo che aveva provato a difendermi, mamma lo aveva schiantato e lui si era rotto un braccio, sbattendo contro il muro.

***
Quella mattina la mia genitrice, anche soprannominata da me, me stessa ed io, il diavolo sceso in terra, mi aveva buttata giù dal letto alle otto meno un quarto.

Come se fossi stata io ad istigare una rissa. Non avevo neanche iniziato a picchiare per prima! Era una cosa ingiusta.

Mi aveva fatto scrostare il cesso del piano di sotto, senza poter utilizzare la magia, poi avevo dovuto annaffiare le migliaia di piante che possedeva Nonna Molly, avevo spazzato le scale ed adesso mi stava costringendo a lavare tutta la catasta di piatti sporchi della cena precedente.

Ma la cosa peggiore di tutte era che aveva vietato agli altri di aiutarmi, Isabelle era stata persino incollata al letto con un incantesimo.

Non vedevo l'ora di tornare a scuola, stare con il diavolo per mi più di una settimana, mi distruggeva sia fisicamente che emotivamente. Hugo era sempre stato il suo preferito: era il più intelligente, il più educato, il più simpatico, il più dolce, il più tutto. Non ne facevo un dramma, volevo bene a mio fratello, non era mica colpa sua se nostra madre era matta. Per fortuna dalla mia parte c'era sempre stato papà, lui si che era un genitore con i fiocchi.

Mi sentivo così stanca e frustata.

Sfregai la spugna con forza su una padella che non ne voleva sapere di sembrare pulita, anche solo all'apparenza.

Zio Harry aveva provato a convincere il diavolo a lasciar perdere, le aveva detto che era solo uno gioco tra adolescenti, ma persino il salvatore del mondo magico, il ragazzo sopravvissuto, l'uomo con un culo più grande di una casa e chi ne ha più ne metta, aveva paura di lei quando era arrabbiata.

Sbuffai e lanciai la padella nel lavandino, afferrando un piatto a caso tra tutta quella montagna di roba sporca. Se avessi continuato così, non avrei finito di pulire neanche verso la fine delle vacanze di Natale.

Mi sentì afferrare per la vita, da dietro, con le braccia, e mi andai a scontrare con il petto muscoloso di qualcuno. A quel contattato sussultai.

Avrei riconosciuto quel profumo tra mille, non c'era neanche bisogno che mi girassi a guardalo.

-Mi piaci tanto in versione casalinga- borbottò, ricevendo come risposta una gomitata.

-Se ti metti a fare battute, ti ficco la faccia nel secchio della spazzatura- esclamai di rimando, senza però spostarmi.

Scorpius allargò un pò le gambe, facendo finire i suoi piedi ai lati dei mei, giusto per abbassarsi di qualche centimetro e si piegò ulteriormente, per poter poggiare il mento sulla mia spalla. Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo, era una sensazione piacevole, mi faceva venire i brividi. -Quando fai l'aggressiva mi piaci ancora di più- borbottò con voce ancora leggermente assonnata.

Continuai a lavare i piatti, facendo finta di niente. Quando però lui cominciò a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio, rischiai di far scivolare a terra, il piatto di ceramica preferito di nonna Molly.

Ridacchiò, iniziando a stamparmi un paio di baci umidi sul collo.

Oh santo Merlino.

Lasciai perdere le stoviglie, piegando la testa da un lato e socchiudendo gli occhi.

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