Corsi al piano di sopra a prendere il BlackBerry. Dovevo raccontare tutto a Valentina, e al più presto.
Composi il numero.
"Maar! Scusa, stavo per scriverti, ho letto il tuo messaggio. Tra un'ora al massimo sono da te.", mi urlò dall'altra parte del telefono.
"Va bene, ti aspetto.".
Mi distesi sul letto, chiudendo gli occhi e ripensando alle emozioni che avevo vissuto poco prima.
Mi guardai il polso destro, dove era tornato a stare il braccialetto azzurro. Lo slacciai e me lo portò alle labbra per dargli un bacio, gesto che facevo ogni volta che sentivo la mancanza della mia Camas.
Nel farlo notai che non aveva il solito odore. Potevo sentire, chiaramente, il profumo di Iker, lo stesso profumo che mi aveva inebriata poco prima, mentre li stringevi tra le mie braccia.
Quell'abbraccio spontaneo mi aveva dato una scarica di adrenalina pazzesca, e non riuscivo a smettere di pensarci.
Mentre la mente vagava, la porta della mia camera si aprì.
"Marisol? Allora sei qui! È un quarto d'ora che ti chiamo!", sentii dire dalla voce calda di Sergio.
"Ser.. Scusami, non ti avevo sentito."
"Si, l'avevo intuito. Ma che hai? Sei decisamente meno rompiscatole del solito. Qualcosa non va, sorellina.", mi punzecchiò.
"No, io.. sto benissimo. Stavo solo pensando alla festa di sabato.", risposi ignorando la provocazione.
"Ah, si, la festa. Vuoi che chieda a qualche mio amico di farti da cavaliere?"
"Non ce n'è bisogno..", dissi tutto d'un fiato.
"Mi ha invitata Iker.", aggiunsi.
"Iker ha fatto che cosa?", urlò all'improvviso Sergio, facendomi alzare di scatto.
"Che problema c'è, Ser? Non siete amici?"
"Si, lo siamo eccome, è solo che .. Non me l'aspettavo, ecco tutto.", rispose riflettendo sulle mie parole e sulle proprie.
"Ad ogni modo, sta' pure tranquillo. Non c'è nulla tra noi.", lo rassicurai.
"Iker non invita una ragazza ad una festa se non ha interesse per lei.", ribatté secco.
"Stavolta l'ha fatto."
"Conosco Iker da anni. Vedrai chi ha ragione...", mi disse teso.
"Vado a guardare la tv. Tu pensaci.", concluse, chiudendo la porta dietro di sé.
Sospirai e mi lascio cadere nuovamente sul letto. Conoscevo mio fratello. Sapevo quanto fosse impulsivo e protettivo nei miei confronti ma sapevo anche che gli sarebbe passata presto.
Il campanello suonò pochi minuti dopo.
"Vado io!", urlò Sergio correndo ad aprire la porta, mentre io scesi velocemente le scale per raggiungerlo.
"Ciao...", disse piano Sergio trovandosi davanti Valentina.
"Ciao Sergio...", rispose, e la notai seriamente imbarazzata.
"Marisol non mi ha detto che c'eri anche tu...", aggiunse.
"Perché, se te l'avesse detto non saresti venuta?"
"No, che c'entra, non intendevo questo, io.."
"Ehi, tranquilla, stavo solo scherzando.", la rassicurò mio fratello, sorridendo.
"Scusa se il bamboccione, qui, ti ha infastidita. Andiamo in camera, Val!", dissi scuotendo la testa alle spalle di mio fratello.
"Eccola, è arrivata Miss Dolcezza.", disse Sergio seccato mentre lasciava entrare Valentina, che continuava a guardarlo come fosse la prima volta che lo vedeva.
"Vaal, andiamo o no?"
"Si...si, certo.", rispose, seguendomi al piano di sopra.
"Puoi toglierti quell'espressione da innamorata persa quando mio fratello è nei paraggi?", la sfidai, sempre più convinta dell'intuizione che avevo avuto a Valdebebas.
"Non so di cosa parli.".
"Forse degli occhi a forma di cuoricino che hai dal momento in cui ti ha aperto la porta?"
"Allora, cosa dovevi dirmi?", mi chiese cercando di cambiare argomento al più presto.
"Okay, beh ... Iker mi ha invitata alla festa di sabato prossimo.", dissi ad occhi chiusi, quasi come se mi aspettassi che conseguenze catastrofiche seguissero alla mia confessione.
"Non avevo dubbi! Oddio, ho di fronte la futura signora Casillas!", urlò lei con occhi sognanti e tono trionfale.
"Ma sei tutta matta? È un'uscita tra amici, niente di più!"
"Oh certo, e io sono la regina Sofìa."
"Vostra altezza ..", la presi in giro, accennando un inchino.
"Fa' poco la spiritosa. Poi vedrai chi ha ragione."
"È incredibile, parli come Ser.", la schernii con un sorrisino sarcastico dipinto in volto.
"Parlavate di me?", chiese mio fratelli facendo improvvisamente irruzione nella stanza.
"Non si usa bussare?"
"È casa mia. Io non busso a casa mia."
"Questo perché sei un idiota."
"Ho sentito il mio nome e mi sono sentito in diritto di entrare.", rispose Sergio.
"Non stavamo parlando di te, parlavamo della festa.", dissi seria.
"Ah già, la piccolina di casa Ramos si è già montata la testa, a quanto pare. Ma non illuderti, la mia accompagnatrice sarà indubbiamente più bella di te.", mi punzecchiò.
"Oh certo, ti presenterai con la solita gallina di turno, scommetto."
"Non credo proprio. Non stavolta.", disse con una serietà che decisamente non apparteneva al suo solito modo di fare.
"Valentina... Per caso ti andrebbe di... accompagnarmi alla festa?", disse poi all'improvviso, con un tono che non ricordai di avergli mai sentito usare.
"Dici a me?", chiese sorpresa Valentina, completamente spiazzata dalla domanda così diretta.
"No, parla con la sedia lì dietro, genio che non sei altro.", mi intromisi, roteando gli occhi.
"Ecco, certo .. Perché no?", acconsentì lei, allargando un timido sorriso.
"Grande. Vi lascio alle vostre stupide conversazioni da donne.
Sergio Ramos se ne va.", esclamò Sergio con un'espressione buffa, camminando verso il corridoio a mo' di sfilata di moda.
Io guardai la mia amica , ancora scossa dall'invito improvviso del ragazzo, poi scossi la testa.
"Voglio il test del DNA. Quel tizio non può essere mio fratello.", dissi con una serietà tale che fece scoppiare a ridere Valentina.
"Beh io sarà meglio che vada, ora.."
"Non pensarci nemmeno, signorina. Hai accettato di accompagnarlo, o l'ho sognato?", la incalzai.
"Beh, me l'ha chiesto..."
"Ma ti senti quando parli? 'Me l'ha chiesto.'?? E se ti avesse chiesto di sposarlo, che avresti fatto?", la schernii.
"Basta così, ho sentito abbastanza. Ne parliamo domani. Devo andare, buonanotte Mar.", disse, mentre già aveva preso a correre per il corridoio per sfuggire al mio terzo grado.
Sorrisi tra me e me.
Non mi sbagliavo, mio fratello e la mia migliore amica cominciavano a piacersi. Ne ero convinta.
Indossai velocemente il pigiama, e spensi la luce.
Il venticello che entrava dalla finestra aperta mi cullava dolcemente.
Chiusi gli occhi e annusai ancora il forte profumo rimasto sul braccialetto.
Mancavano solo due giorni e avrei rivisto gli occhi dell'uomo a cui quel profumo apparteneva.
E per la prima volta, forse, ammisi a me stessa che non vedevo l'ora che quel momento arrivasse.
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Esclava de sus besos
RomansFanfiction sul grande Iker Casillas. PERSONAGGI: Marisol Ramos, Valentina Gutiérrez, Sergio Ramos, Iker Casillas e altri giocatori del Real e della nazionale Spagnola. DISCLAIMER: I personaggi famosi citati in questa storia non mi appartengono; tutt...