La lettera.

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Quella mattina mi svegliai spensierata, in fin dei conti quel periodo stava andando così: bene.
Mia madre come al solito si sveglia prima di me ed io, come di routine, sono solita mangiare delle fette biscottate con la nutella (tanta nutella) ed un bicchiere di latte fresco, nulla in più o in meno.

Così, mentre ero a tavola a consumare il primo pasto della giornata, il fastidioso rumore del citofono disturba la mia quiete. Un po' come quando stai sentendo la tua canzone preferita, ti gasi e poi qualcuno inizia a parlare pretendendo di essere ascoltato. Ecco, così.

Per quanto quel rumore mi avesse infastidita, mi precipitai al citofono in parte consapevole della voce che avrei sentito: Niccolò, mamma tornata in anticipo oppure il postino?
Era il postino, nulla di strano pensai.
Dovevo solo aprire per fargli mettere la busta nella buca delle lettere ma la curiosità fa sempre da padrona, mi precipito dunque fuori al balcone per osservare che lettera fosse.

Capitava spesso che queste lettere fossero verdi per delle multe, gialle per fatti di mia madre o bianche per delle bollette da pagare ma questa era di un colore insolito, nera. Sarà qualche promozione, pensai, ma perché fare una lettera e non uno di quei soliti volantini che in pochi si cagano?

Così, con la curiosità a mangiarmi viva, scesi le poche scale e raggiunsi la buca dove presi, per l'appunto, questa lettera senza alcuna descrizione se non il mio nome e l'indirizzo.
Decisi di tornare in casa e di leggerla dinnanzi a quel bicchiere di latte che dovevo ancora finire, "vista la temperatura della giornata sarà pure bollito" dissi fra me e me.
E così, seduta, decisi di aprire la busta misteriosa ma quella sembrava tutt'altro che una lettera promozionale.

Lo capii da come era scritta, a mano.
Non ero tanto convinta di volerla leggere anche se il destinatario ero io e non mia madre, magari era semplicemente una lettera d'amore da parte di Niccolò.
L'unico modo per scacciare via ogni dubbio era leggere quelle parole abbastanza incomprensibili:

"Se credi di essere al sicuro, ti sbagli.
Guarda in avanti ma soprattutto alle spalle, il passato torna sempre e non sempre vuole tenere la mano al futuro.
Non sottovalutare queste parole."

Nessuna firma, nessun marchio, solo tanti brividi.
Consumai di fretta e furia la colazione e mi rinchiusi in stanza, in quel momento la mia mente aveva subito un blackout tale da non riuscire a pensare.
Avevo bisogno di Niccolò.

Giusy. // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora