Fuori dal mondo.

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Ero tesa. Avevo paura di cosa avrei sentito.
La luce colpiva i miei occhi ed un po' come un vampiro che esce dalla sua tana di giorno tendevo a chiuderli o portare una mano davanti al viso, tanto a guidarmi c'era lui che mi stringeva con debolezza la mano, una stretta fragile che si sarebbe sciolta a momenti.

Arrivammo sotto l'ombra di un grande albero, nonostante fosse Settembre il sole si dava ancora da fare e senza ombra di dubbio chiunque avrebbe preferito un mese in più anziché tornare dalle vacanze.
Ci sedemmo sotto quell'ombra che ricopriva le nostre figure, la grossa chioma verde smossa dal leggero vento provocava un dolce fruscio ed era tutto ciò che si sentiva in quel momento in quel posto. Calma. Pace. Silenzio. Solo io e lui.

Sollevai lo sguardo per osservare Niccolò, i grossi occhiali da sole che portava non mi permettevano di osservare le sue iridi.

"Sai perché le cose sono andate così?" iniziò così il suo discorso, era esattamente quel che volevo sentirmi dire. Scossi la testa in segno di negazione. "Ecco.. io ho sbagliato Giusy, sono stato un fottuto codardo.. Vedi questo?" a quel punto sollevò di poco gli occhiali e da lì intravidi un grosso livido sul suo occhio sinistro.
Rimasi senza parole, ad occhi sbarrati e col cuore che mi batteva a mille. Lui calò nuovamente la montatura per coprire quel livido.

"È successo due giorni fa.. ed anche quando son fuggito via da casa tua.. avevo paura Giusy.." ad ogni sua frase la sua voce tremava sempre più, non sembrava andare avanti col discorso ed iniziai a scorgere qualche lacrima cadere dagli occhiali.

"Scusami.. non doveva andare così, sono stato un coglione, non dovevo lasciarti sola.." continuava a farfugliare parole che io ormai non ascoltavo più. Avrebbe continuato dopo. Ora avevamo di meglio da fare.

Poggiai con leggerezza i polpastrelli sulle sue guance, chiusi gli occhi, emisi un respiro profondo. Lo baciai.
Era ciò di cui avevo bisogno. Il primo passo, forse quello più importante, per ricomporre la mia vita e realizzare parte dei miei sogni.

Sentivo le sue labbra premere sulle mie e viceversa, il suo respiro lento e quella voglia dell'altro che comandava su tutto; letteralmente, non esisteva più nulla se non le nostre labbra.

Giusy. // UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora