Mi addormentai e nulla più.
Cercavo nuovamente serenità chiudendo gli occhi ma al mio risveglio mi ritrovai più agitata di prima, più persa e meno sicura di me stessa.
Era uno di quei momenti in cui si sente il bisogno di qualcuno ed in quel momento l'unica persona presente era quello sconosciuto a cui avevo tirato uno schiaffo, ottima mossa.Decisi di aprire la porta molto lentamente e quel cigolio riempì quella casa così vuota di rumori; lo trovai lì, sdraiato sul divano ad occhi chiusi. Decisi di avvicinarmi e di osservare quella mia povera vittima: aveva dei tratti morbidi ma definiti allo stesso tempo, la mascella era attraente, la barba fatta alla perfezione e due orecchie da elfo a cui erano appese delle piume. Non avevo dubbi, mi era capitato un altro cantante che conoscevo sicuramente di meno rispetto a Ultimo, Irama.
Lentamente aprì gli occhi e le iridi color ghiaccio mi trasmettevano un senso di disagio, come se fosse incazzato a morte con me.
"Sei qui per tirarmi un'altra sberla?" e poi sorrise, era chiara la sua ironia. Scossi la testa ma le parole sembravano non voler uscire, come bloccate alla gola.
"Allontanarti da qui ti farebbe bene, che dici di prendere un caffè insieme?" E come prima, non risposi a parole ma con un movimento secco della testa: era un sì.Si alzò ed io andai a cambiarmi, al trucco non ci pensai nemmeno. Uscita di casa sentivo mille volti estranei osservare me, evidentemente si chiedevano il motivo dei miei occhi rossi.
Ci incamminammo a piedi verso la caffetteria più vicina e mentre attraversavo la strada vicino a casa mia ripensavo a Niccolò, alla sua figura che magari correva rincorsa da qualche omaccione.
Arrivati al bar decisi di sedermi al primo tavolo libero, lui cercava il mio sguardo ma io osservavo il vuoto. Fisicamente ero lì ma con la testa ero ancora a quella mattina, a quando Niccolò era vicino a me.
Sospirai e poi alzai lo sguardo verso Filippo che mi guardava fisso, "devi rilassarti, ho detto che Niccolò sta bene"
"È l'insieme di tutto, se fossi nella mia posizione capiresti"
"Prova a spiegarmela, allora"
"Stanno succedendo diverse cose strane ultimamente ed io non ne capisco il motivo, sono sempre stata una ragazza tranquilla ed ho sempre sopportato ogni fottutissima cosa"
"Cosa sta succedendo?"
"Incontrai Niccolò in un periodo in cui ero costantemente seguita da un auto nera, ho avuto il mio periodo felice e ora qualcosa sta ostacolando nuovamente la mia felicità. Era seguito da persone che neanche conoscevo, capisci?!"
"Non hai la minima idea di chi possa essere tutta questa gente?"
"No, e come se non bastasse sto ricevendo minacce di ogni tipo."
"Sai, Niccolò mi ha chiesto di starti vicino mentre lui non ci sarà"
"Perché non può esserci, Filippo?"
"Questo non posso dirtelo ora.."Ho capito che insistere era inutile ed allora lasciai stare, lui aveva ordinato due caffè e fu proprio in quel momento che la cameriera arrivò.
Iniziai a sorseggiare ed il silenzio si fece nuovamente pesante.
"Farò quel che posso per aiutarti, l'ho promesso a lui"
"Apprezzo, ora voglio solo tornare a casa.."
"Stasera andiamo a farci un giro, sempre meglio di restare a letto a deprimersi"
"Va bene, Filippo" e gli sorrisi, un po' sforzata.Così tornai a casa e trovai mia madre intenta a parlare con un carabiniere.
Era a bocca aperta, occhi spalancati ed il viso rosso.
Con una corsa entrai per il cancello e lei mi seguì correndo.
Mi fermò per un braccio e mi strinse.
"Io sono qui per te, Giusy." queste furono le sue parole, parole da un grande valore ma che per me non significavano nulla in un momento del genere.[Non sono solita chiedere i mi piace ma per una volta vorrei farlo per capire se questo andamento vi sta piacendo o meno. Vi ringrazio ancora una volta per il supporto]
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Giusy. // Ultimo
Fanfiction«Ma Giusy senti questo vento? Tu lasciati portare [..]» In una vita piena di caos sono riuscita a trovare lui, il mio cosmo, il mio ordine. Tra lividi e carezze, riusciremo a stringerci le mani?