"L'unica regola del viaggio è: Non tornare come sei partito. Torna diverso. "
Anne Carson
Si stupì di trovare Bridget seduta sul marciapiedi della strada, di fronte casa sua, ad aspettarlo.
Accostò con la macchina proprio accanto a lei e non disse nulla, sforzandosi di non prenderla in giro sulla sua inusuale puntualità.
«Sei pronta?» niente "ciao" o "come stai?". La prima era troppo banale e la seconda sembrava una domanda ipocrita, vista la situazione.
E poi sapeva che con Bridget i convenevoli non servivano a nulla, tanto che lei si limitò a mettersi in spalla la sacca che aveva scelto come bagaglio e si alzò, pronta a partire.
Invece Nick spense il motore e scese dalla macchina. «Fammi salutare tua madre, prima di andare», aveva girato intorno alla vettura, pronto ad attraversare il vialetto quando venne interrotto dall'ex moglie.
«E' morta».
Quelle uniche due parole lo paralizzarono. Si voltò lentamente a fissarla, in dubbio se stesse scherzando.
Ma neanche l'eccentrica Bridget poteva ridere su una cosa del genere.
Lei lo fissava seria, in piedi e così dritta da sembrare rigida. Non mostrava alcun tipo di emozione nel parlare di una cosa del genere ma Nick non ne rimase stupito.
«Sapevi che era malata, i funerali ci sono stati due mesi fa», ancora quel tono piatto. Lo stesso che usava lui quando parlavano di quello che era successo quindici anni prima.
Entrambi cercavano di essere forti almeno all'apparenza, perché non potevano permettersi di cadere in mille pezzi.
Non sapeva proprio che dire, rimase imbambolato come uno scemo, con la bocca aperta per lo stupore.
Non perché sua suocera fosse morta - come aveva detto Bridget era malata - ma perché lei non lo aveva neanche avvisato.
Ma non fece in tempo a lamentarsi che Bridget sospirò e cambiò discorso: «Bene, andiamo con la mia di macchina», girò sui tacchi e si avviò verso il garage, lasciandolo lì a fissare la sua schiena.
Si riprese in tempo per seguirla e chiederle: «Non avevi detto che era dal meccanico?» E che per questo lui era stato costretto ad andarla a prendere, pensò senza però dirlo.
Bridget ignorò la sua domanda, aprì il garage con il telecomando e sorrise al suo vecchio pick-up sgangherato.
Nel guardare la stessa vettura, invece, Nick fece una smorfia. Aveva comprato lui quella macchina e un tempo ne era anche stato fiero. Ma troppe cose erano successe, troppe cose erano cambiate.
Il Nick più infantile sarebbe voluto fuggire di corsa, lontano da quella macchina, perché non poteva neanche sopportare di sedersi su quei sedili.
Ma testardo come un mulo rimase a fissarla, con il disgusto stampato in volto.
«Però guidi tu», Bridget lo riportò alla realtà lanciandogli un paio di chiavi che lui afferrò al volo, prima di fulminarla con lo sguardo.
«Ti hanno ritirato la patente, vero?» era una cosa che aveva già sentito, tanto che non ne era nemmeno stupito. E ciò avrebbe dovuto preoccuparlo.
L'unica risposta che ottenne da Bridget fu un sorriso da finta innocente e una scrollata di spalle, mentre buttava la sacca da viaggio nel vano posteriore.
Nick non si prese neanche la briga di discutere con lei, tornò indietro per prendere la sua valigia e, anche se con poca convinzione, salì sulla sua vecchia macchina.
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Let her go
RomanceA volte perdere una persona amata può unire ancora di più due anime affini, ma altre volte invece rende la separazione necessaria. E' quello che hanno scoperto, sulla loro pelle, Bridget e Nick. Hanno tentato di superare il dolore, insieme, ma le l...