Capitolo 20

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"Dove c'è più sacrificio, c'è più generosità".

Padre Pio

Hayden, Idaho, 1999

La mattina in negozio non c'era mai molta gente, perciò Nick aveva deciso di risistemare alcuni prodotti sugli scaffali più alti. 

In passato, ogni qualvolta suo padre cercava d'incitarlo a lavorare nell'impresa di famiglia, lui si era rifiutato e aveva sempre pensato che non facesse per lui. 

Rinchiudersi in quel negozio, ad assistere i clienti, non era il futuro che desiderava, ma questo perché ancora non sapeva che cosa significava lavorare lì dentro.

Si era stupito nel constatare che in realtà fosse molto portato a rapportarsi con la gente, a consigliarli e perfino a dover gestire il personale. 

Gli piaceva mettere in ordine la merce, sistemare gli scaffali e allestire le vetrine. Non che fosse la sua più grande aspirazione, ma non era neanche noioso come aveva sempre immaginato. 

Ed era in piedi sulla scala, intento a decidere cosa mettere più in alto, quando sentì una voce fin troppo familiare che lo fece sussultare. 

«E' una tattica ben studiata quella di mettere in alto i prodotti femminili? Così poi noi ragazze siamo costrette a chiedere aiuto a voi commessi».

Nick si voltò appena per scrutare il sorriso, un po' tirato, di Bridget. Lei cercava di ostentare tranquillità ma era ovvio ad entrambi che fosse agitata. 

Un paio di giorni dopo la chiacchierata illuminante con il padre, finalmente Nick aveva deciso di rispondere all'ennesima chiamata della ragazza. 

Aveva cercato di spiegarle, come aveva fatto con il genitore, quali fossero i sui timori e le sue insicurezze e lei era rimasta ad ascoltarlo in rigoroso silenzio. 

Non negò di esserne rimasta delusa, anzi, cercò in tutti i modi di convincerlo a tornare a casa, puntando anche sul senso di colpa di lui. 

Ma quando si era resa conto che Nick non era pronto a cedere, aveva riattaccato più furiosa che mai. 

Per cinque minuti era stata davvero arrabbiata con lui, tanto che se lo avesse avuto a portata di mano sicuramente lo avrebbe preso a schiaffi. 

Ma poi si era calmata, si era seduta e aveva riflettuto. Amava Nick, lo amava davvero tanto e per questo si era ripromesso che avrebbe lottato per lui. 

Non poteva lasciarlo andare senza neanche averci provato. Ma sapeva anche che non poteva costringerlo a prendere le sue responsabilità.

L'ultima cosa che voleva era una famiglia finta, costruita solo sui sacrifici, dove i membri in realtà non erano felici perché obbligati dai loro doveri.

Voleva dare una certa stabilità alla figlia, e voleva stare insieme a Nick, ad ogni costo, ma non poteva e non voleva soffocare i suoi desideri. 

In fondo, amare significa anche saper lasciar andare la persona amata e augurargli il meglio, sapendo che il suo abbandono farà molto male. 

Ed era per questo che, tre ore dopo la loro chiacchierata movimentata, Bridget aveva preso il coraggio a due mani e lo aveva richiamato. 

Nick aveva pensato al peggio, conoscendo Bridget, e visto che lei aveva chiesto di poterlo vedere, lui si era reso disponibile proprio per quella mattina, in negozio. Meglio un luogo neutrale per potersi incontrare dopo tutti quei giorni. 

Scese dalla scala quasi con terrore. Ciò che temeva di più era essere sgridato da Bridge, sentirsi dire che era un irresponsabile e un codardo. E sapeva di meritarsi tutti gli insulti. 

Invece anche Bridget sembrava a disagio, tanto che evitava di guardarlo in volto. 

«Come stai?» le chiese, osservandola bene per notare anche il più piccolo cambiamento. 

«Bene, grazie», mentì per non dire che sentiva tanto la mancanza dei suoi baci, dei suoi abbracci e del suo sorriso. 

«E Lily?»

«Lei è solo una bambina, non capisce. Mi chiede spesso dov'è il suo papà e gli manchi molto».

Una parte di lei sperava che quelle parole potessero farlo sentire in colpa, ma un'altra parte invece si sentiva quasi una stronza anche solo per averci provato.

Perché in fondo capiva le perplessità di Nick. Non le condivideva ma le capiva. Ed era proprio per questo che si era presentata nel suo luogo di lavoro, non per usare i sensi di colpa a suo vantaggio. 

Ma per fare un vero gesto d'amore. 

«Ho riflettuto sulle tue parole, Nick», iniziò Bridget con una calma apparente, continuando a fissare qualsiasi altra cosa tranne gli occhi del ragazzo. 

Lui trattenne il respiro, spaventato da come aveva esordito ma anche incuriosito di ascoltare il seguito. 

Pensava di sapere che cosa avrebbe detto, pensava che sarebbe finita con una sfuriata e e tante recriminazioni. Ma ancora una volta Bridget lo stupì.

«Sono giunta alla conclusione che tu debba fare qualche viaggio, se è proprio il tuo desiderio», nonostante le sue parole ottimistiche, dal tono della voce si capiva bene che non era entusiasta. 

Nick però non fece in tempo a notare il suo malumore, perché era troppo sconvolto dalle sue parole, tanto che inizialmente credette di aver sentito male.

Con gli occhi spalancati dall'incredulità, chiese: «Come hai detto?»

«Non ha senso che tu rimanga qui, se sei infelice. Io credevo che ti bastasse la vita che abbiamo...» Nick tentò d'interromperla, aprendo la bocca per obiettare.

Avrebbe voluto dirle che non era colpa sua, che non era lei ad essere sbagliata, ma Bridget continuò imperterrita con il suo discorso: «...Lasciami finire, Nick! Io ti amo, ed ero felice di quello che abbiamo costruito insieme. Non ho mai desiderato altro che te, perché mi hai sempre reso felice ed appagata. Pensavo che tu fossi come me, ma evidentemente mi sbagliavo».

A quel punto Bridget decise di alzare la testa e guardare Nick che, in quel momento, aveva gli occhi lucidi. 

«Parti, fai quello che desideri... divertiti, prenditi del tempo per te, per riflettere. E quando tornerai, forse avrai le idee più chiare, perché è ovvio che adesso sei confuso».

Le mancarono improvvisamente le parole e fu costretta ad interrompersi, mandando giù un groppo di saliva che le impediva anche di respirare. 

Qualche secondo di pausa le servì per poi riprendere, con più sicurezza e determinazione: «Con questo non voglio dire che rinuncerò alla nostra famiglia. Io credo ancora in noi, e ci crederò sempre. Perciò, al tuo ritorno, ne riparleremo».

Il suo tono non ammetteva replica, era sicura che le cose sarebbero andate proprio come voleva lei. Il crollo di Nick era solo un piccolo ostacolo, qualcosa che poteva capitare a tutti, ma niente e nessuno avrebbe rovinato la loro felicità.

Ne era talmente convinta che non lo lasciò neanche parlare, fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltarla, frastornato e confuso. 

«Buon viaggio», gli augurò, avvicinandosi abbastanza da potergli lasciare un leggere bacio a stampo sulle labbra. 

Per una frazione si secondo Nick chiuse gli occhi, sentendo un brivido di emozione travolgerlo, partendo dal volto e poi diffondendosi in tutto il resto del corpo.

Quando li riaprì, Bridget si era voltata e si stava allontanando. Un senso di disperazione e di vuoto lo colpì in pieno petto, lasciando senza fiato.

Non era ancora partito, di fatto non aveva ancora abbandonato la sua famiglia, eppure già si pentiva di quella scelta. 

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