Capitolo 8

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"Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, tutta la vita per dimenticarla".

Charlie Chaplin


In viaggio, da qualche parte nell'Idaho, 2018.

«Potresti alzare il finestrino?» il vento entrava dentro l'abitacolo quasi con prepotenza, ma per Bridget era solo un sollievo. 

Con gli occhi chiusi, e il volto rivolto verso l'esterno, si godeva l'aria che le sferzava il viso, e quando sentì la richiesta dell'ex marito, sospirò.

Tornando composta sul sedile, accontentò l'uomo e chiuse il vetro, impedendo così alla corrente di entrare. 

E, improvvisamente, all'interno della macchina calò il silenzio più assoluto. Neanche un minimo rumore. 

Fu quasi tentata di accendere la radio, ma era convinta che fossero finiti lì, a dover affrontare quel viaggio, per un motivo. E quel motivo non era certo restare in silenzio ad osservarsi e a studiarsi.

Perciò cercò di fare un po' di conversazione, anche se rompere il ghiaccio non era mai facile. 

«Come stanno Laura e Kelly?» voleva apparire tranquilla, ma la verità era che provava tanta gelosia e invidia.

Nick aveva avuto il coraggio di andare avanti e rifarsi una vita, e questo Bridget non era ancora riuscita ad accettarlo.

Lui s'irrigidì, in allerta come se nella macchina ci fosse un'animale pronto ad attaccarlo. «Bene, grazie per avermelo chiesto».

«Non l'hai chiamata per avvisarla del cambio di programma», non era una domanda, ma una constatazione, per questo Nick la interpretò quasi come un'accusa.

E sentendosi un po' in difetto, rimase sulla difensiva: «Non ne ho avuto il tempo. Lo farò appena ci fermiamo».

Era così teso che stringeva convulsamente il volante dell'automobile, fino a farsi venire le nocche bianche. 

Era imbarazzante parlare della futura moglie con la propria ex. Ancora di più sapendo che Bridget non aveva superato la separazione del tutto.

Era stato lui ad andarsene da casa, quando aveva raggiunto il limite di sopportazione. E ogni volta che affrontavano o accennavano il discorso, lei continuava a rinfacciarglielo.

Era sempre insistente, proprio come in quel momento.

«Perché hai invitato anche me al matrimonio?»

«Ah, allora ti è arrivato. Pensavo non lo avessi ricevuto», le fece notare con finto tono sorpreso. Sapeva esattamente che Bridget aveva avuto l'invito, e aveva deciso di ignorarlo. 

«Non ho risposto solo perché penso che sia assurdo che tu voglia avermi tra i piedi nel giorno del tuo matrimonio», gli rispose secca lei. 

La verità era che non lo capiva neanche Nick, eppure non aveva esitato a scrivere il suo nome su quel pezzo di cartoncino. 

«Comunque fai parte della mia famiglia, Bridget. Nulla può cambiare questo», sembrava così semplice ma in realtà non lo era affatto. 

Rompere definitivamente con il passato era impossibile. Non poteva dimenticarsi di tutti gli anni passati insieme a Bridget.

Dei loro giorni felici, e quelli tristi. Di tutte le volte che si era svegliato accanto a lei la mattina e si era considerato fortunato.

Non poteva passare oltre a tutte le difficoltà che avevano affrontato. Sempre insieme, contro tutto e tutti.

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