Capitolo 45 - Cavaliere e mostro.

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Sara pov's

Mentre mi stringeva forte a se sentivo un grande caos dentro di me. Brividi e farfalle nello stomaco, scosse che mi attraversavano la schiena e incapacità di movimento.
Quando ci staccammo mi guardò leggermente preoccupato.
"Ti senti bene?" mi chiese.
"Si si si, ho solo un po' di freddo." risposi, chiaramente mentendo.
Mi girai per sistemare la mia roba e lo sentii schiarirsi la voce.
"Sara, però mettiamo le cose in chiaro." disse.
Mi girai verso di lui e lo guardai confusa, invitandolo a continuare.
"Tra di noi non ci sarà più nulla. Quel che è stato è stato, ma orami è concluso." finì.
Strinsi i pugni e serrai la mascella.
"Va bene." mi limitai a dire.
Sentii per l'ennesima volta il cuore andarmi a pezzi. Anche se lo sapevo già, sentire quelle parole uscire dalla sua bocca era tutt'altra cosa.
Entrai in bagno chiudendomi a chiave e aprii la finestra. Mi affacciai ad essa e presi delle grandi boccate d'aria.
Non poteva essere tutto finito così. Il mondo che avevamo creato insieme era stato completamente distrutto.
Ho contato ogni nostro bacio e non ne ho mai dimenticato neanche uno. Non avevo nemmeno mai dimenticato tutto quello che avevo provato con lui, le emozioni così forti che solo lui mi dava. Mi sentivo così sola, nonostante sapevo d'avere così tante persone intorno.
Esplosi in un pianto silenzioso, chiudendomi nel mio dolore.
Sembrava che avesse già dimenticato tutta la felicità che provavamo stando uno accanto all'altro.
Com'era possibile scordare tutto questo?

Draco pov's

Sentivo i suoi singhiozzi che cercava di trattenere dall'altra parte del bagno.
Poggiai la schiena su quest'ultima e scivolai a terra con le ginocchia al petto.
La volevo tra le mie braccia; volevo cullarla e farla addormentare mentre le baciavo la testa; volevo entrare in quel dannato bagno e asciugarle le lacrime dicendole quanto l'amavo; volevo passeggiare per i corridoi tenendola per mano; volevo proteggerla e far capire a tutti che era la mia principessa e che nessuno avrebbe dovuto tocarla. Volevo fare tante cose, ma la mia testa mi diceva di fare il contrario ed io, a malincuore, seguivo il cervello.
Non volevo che tutti gli sforzi che avevamo fatto per accettarci e stare insieme fossero buttati via, però era proprio quello che stavo facendo.
Mi si spezzava il cuore nel sapere che lei stava soffrendo a causa mia. Sarei dovuto essere il suo cavaliere, eppure mi stavo comportando da mostro.

Mi resi conto d'avere gli occhi lucidi così li chiusi, facendo scorrere sulle mie guance due lacrime solitarie.

La notte successiva mi coricai sul mio letto e feci finta di dormire, nell'attesa che anche lei si coricasse. Quando arrivò, prima di adagiarsi nel letto ci si fermò davanti. Si spostò i capelli dalla schiena e si sganciò una collana che guardò per qualche secondo, per poi posarla sul comodino. Solo in quel momento mi resi conto che era il ciondolo che le regalai io per il natale di 6 anni fa. Sentii una stretta al cuore nel vederla. La portava ancora, nonostante tutto quello che le avevo fatto passare.
L'ha sempre tenuta al collo, simbolo che non mi aveva mai dimenticato.
Mi girai con il volto verso l'alto, guardando il soffitto. Mi misi le mani tra i capelli, chiedendomi perché le avevo detto tutte quelle cose.
"Stupido, stupido, stupido!" mi continuavo a ripetere, mentre mi agitavo sul letto.
Mi fermai solo quando la sentii tossire e girare. Si sistemò direzionata verso di me ed io feci lo stesso. Dormiva beatamente mentre io la guardavo.
Con il suo viso nella mente, mi persi anch'io nel mondo dei sogni.
Il mattino successivo mi svegliai sentendo il suo profumo che mi inondava il naso.
"Sara..che profumo usi?" le chiesi con voce roca, mentre si pettinava i capelli di fretta.
"Chanel numero 5; alzati che è tardi!" mi gridò.
Feci dei mugolii di lamento e mi rigirai mettendo la faccia sul cuscino. La sentii, poco dopo, sedersi sul mio letto e tirarmi via le coperte.
"Alzati!" mi gridava.
Io scuotevo la testa negativamente.
Mi rigirai a faccia in su così da poterla guardare.
"Cosa devo fare per farti alzare?"
"Non puoi fare niente."
"Neanche io solletico?" disse alzando un sopracciglio.
Non le risposi, sapevo benissimo di non soffrirlo. Provò in tutti i modi di farmi il solletico, ma io, non provando niente, riuscii ad afferrarle i polsi fini con una sola mano e con l'altra a farle il solletico. Si agitava e rideva come una matta, mentre io la guardavo e mi innamoravo sempre di più ad ogni sua risata. Perse il controllo e, agitandosi, si coricò sopra di me ed io mi fermai. Aveva il viso sul mio petto ed io, un po' titubante, le misi una mano sulla testa iniziando a giocare con i suoi capelli.
"È sbagliato." le sussurrai.
"Lo so." mi rispose.
Era sbagliato, si, ma se a noi faceva star bene, che problema c'era?

Alto, Biondo, Stronzo. -Draco Malfoy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora