Sara pov's
Prima di entrare nell'ufficio sistemai bene i capelli di Draco per poi aprire il portone.
Al suo interno vi era mio zio con un'espressione tutt'altro che allegra. Guardai Draco, che mi strinse la mano, e gli dissi di stare tranquillo.
"Sedetevi." ci ordinò mio zio con tono impassibile.
Ci accomodammo sulle due poltrone e mio zio prese un gran respiro.
"Facciamo così, uno alla volta, mi dite la vostra versione dei fatti e poi andrò a parlare con Michael. Uno alla volta. Inizia Sara." disse.
Guardai per un secondo Draco, per poi iniziando a parlare.
"Ehm...questa sera la nostra casa aveva organizzato una festa per l'inizio della primavera ed io e Draco abbiamo deciso di partecipare. Lui è andato prima di me perché io dovevo andare in biblioteca, poi l'ho raggiunto. Quando sono arrivata ho iniziato a sistemare le mie cose e mi sono tolta il vestito, restando in costume. Appena me lo levo, un ragazzo, Michael a quanto pare, mi ha dato una manata nel sedere e.." mi bloccai grattandomi la nuca.
"Si, cosa è successo dopo lo sappiamo." disse mio zio.
"Draco, la tua versione?" gli chiese.
"Quando è arrivata, come ha appena detto, stava sistemando la sua roba e quando si è tolta il vestito Michael le ha dato la manata ed io non ci ho visto più. Ho fatto ciò che era giusto fare." concluse, alzando un sopracciglio.
"Ragazzi, c'è ancora una cosa che non ho capito, perché l'hai fatto?!" sbraitò mio zio.
"Professore, io amo sua nipote alla follia e nessuno si può permettere a farle una cosa del genere, siamo intesi!" gridò Draco in risposta.
"È inaccettabile una cosa del genere!" sbraitò mio zio.
"La può pensare come vuole, può anche togliere 1000 punti a Serpeverde, ma ciò che provo per lei e ciò che farò per lei non cambierà affatto." continuò a gridare lui.
Gli afferrai la mano e lui mi guardò.
"Calmati Dra, andiamo via." gli dissi.
"Dove credete di andare?" ci chiese mio zio.
"Via da qui. Mi dispiace zio, ma non puoi aggredirlo così solo perché ha fatto la cosa giusta? Tu cosa avresti fatto se avessero toccato il sedere alla tua ragazza?" risposi.
Solo qualche secondo dopo mi resi conto della gaffe che avevo fatto.
"Oh mio Dio, mi dispiace, davvero!" dissi, mentre Draco cercava di non ridere.
"Sparite dalla mia vista." ci ordinò.
In men che non si dica, io e Draco ci ritrovammo fuori dal suo ufficio con la porta chiusa alle nostre spalle.
"Dio santo, che figuraccia!" dissi, mettendomi le mani sul viso per la vergogna.
Lui scoppiò a ridere.
"Non ridere! Io sono seria!" dissi sbattendogli le mani sul petto iniziando a ridere anch'io.
"Tesoro, hai fatto una figuraccia abnorme. Non posso non ridere!" si giustificò lui abbracciandomi mentre rideva.Andammo insieme in Sala Comune e lì incontrammo la maggior parte dei Serpeverde della scuola. Come se niente fosse, ci sedemmo su uno dei divanetti. La gente intorno a noi parlava, e sparlava, a voce bassa finché qualcuno non decise di farsi avanti.
"Ma quindi state di nuovo insieme?" chiese una ragazza del mio anno, con voce un po' tremante.
Io e Draco ci girammo di scatto a guardarla, per poi guardarci un'attimo negli occhi.
"No." rispose lui secco.
Tutti tornarono a parlare delle loro cose dopo che ricevemmo un "Oh." come risposta.
Si creò un gran trambusto di voci di persone che ridevano e scherzano, così decidemmo di tornare in stanza.
Lui andò a farsi una doccia ed io mi misi il pigiama. Lo aspettai seduta sul letto e, quando uscì, si stava asciugando i capelli con un asciugamano e addosso portava solo un paio di pantaloncini.
"Dio mio, Draco, lo so che ti ho detto che sei sexy, ma così esageri!" gli dissi guardandolo.
"Allora giochiamo ad armi pari. Togliti anche tu la maglia." mi sfidò.
"Draco, io ho freddo." gli feci notare.
Si coricò con la testa sopra le mie cosce scoperte, bagnandole con i capelli.
"Lo so, pasticcino, infatti scherzavo." mi sorrise.
Al sentire il nomignolo tenero che mi aveva dato mi vennero i brividi.
Si girò verso di me e iniziò a giocare con il bordo della mia maglia. Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossero sbucciate le sue nocche. Erano rosse e non c'era quasi più la parte superficiale della pelle. Gli afferrai la mano con un'espressione tra il triste e il preoccupato. Capì subito cosa stavo guardando e ritirò la mano.
"Che succede?" gli chiesi.
Lui si mise seduto.
"Non voglio che tu mi guardi il risultato di ciò che ho fatto." mi rispose.
"Perché?"
"Perché sei una ragazza sensibile e guardare le mie mani così distrutte non significa altro che il fatto che non ci sono andato leggero." concluse, abbassando la testa.
Gli misi le mani sulle spalle, per poi passarle al collo.
"Ehi, con me non ti devi preoccupare. Non aspettarti che ti ringrazierò, perché c'erano tanti altri metodi di risolvere la situazione, ma tu, scegliendo il più estremo, mi hai dimostrato quanto tieni a me e, nonostante io abbia passato dei momenti di panico mentre ti vedevo alle prese di una rissa, il tuo gesto mi ha resa felice." conclusi.
Lui mi guardava con un viso triste.
"Dai, fammi vedere la mano." lo incoraggiai.
Un po' titubante mi porse la mano.
La analizzai bene con un viso preoccupato e le lacrime agli occhi quando pensavo al fatto che tutto ciò era successo a causa mia. Con la mia sopra, portò la sua mano sul mio viso, asciugandomi una piccola lacrima che colava.
"È stato per causa mia, vero?" gli chiesi, mentre lui mi accarezzava la guancia.
"Non devi nemmeno pensarla una cosa del genere. Se ciò è accaduto è stata colpa di Michael, non tua, Pasticcino." mi rispose, sorridendomi.
"Scaccia via quelle lacrime. Nemmeno loro possono rovinarti quel tuo sorriso che ora ho tanta voglia di baciare." concluse.
Spontaneamente, al sentire quelle dolci parole, sorrisi. Lui, come mi aveva appena detto, mi baciò dolcemente. Quando si staccò, mi guardò dritta negli occhi.
"Non mi va di dormire, ho bisogno di stare con te." mi sussurrò.
Così si alzò e afferrò la sua bacchetta.
"Per prima cosa, dobbiamo ballare, scatenarci al ritmo di musica, come due normali adolescenti fanno." annunciò.
Mi prese la mano e, facendomi alzare dal letto, mi attaccò al suo petto nudo, facendo, con un colpo di bacchetta, partire la musica.
Dal lento al pop, dal classico al country, dal rock al jazz, li ballammo tutti. Passammo ore a ridere e scherzare, mentre i nostri piedi facevano ciò che volevano. Dopo migliaia di balli, anche i nostri piedi si stancarono e decisero che era l'ora di smetterla. Spense la musica ed io mi sedetti a terra con la schiena posata sul bordo del letto.
"Ho i piedi distrutti." mi lamentai, guardandoli.
Lui si accovacciò e prese una bottiglia dal piccolo frigorifero da stanza che avevamo.
"Gradisci?" mi chiese, porgendomi il bicchierino.
"Cosa è?" gli chiesi.
"Whisky Incendiario." rispose.
"È buono?" continuai.
"Dimmelo tu." concluse.
Un po' dubbiosa, afferrai il bicchiere e, dopo averlo osservato, Draco mi porse la mano, facendomi alzare. Brindammo e lo bevetti tutto d'un sorso. Sentii la gola andarmi in fiamme ma, nonostante quello, il sapore non era male.
"Quindi?" mi chiese, dopo averlo finito anche lui.
"Mi brucia la gola, però è molto buono." risposi.
"Ne vuoi un altro?" mi chiese.
"Si, ma che sia l'ultimo, non reggo l'alcol." risi.
Me ne porse un altro e, nel frattempo, fece partire una leggera musica di sottofondo. Buttai giù anche questo tutto d'un sorso.
Sapevo benissimo di non reggere l'alcol, ma, il suo dolce sapore mi portò a berne un altro, il quale, mi iniziò a far girare la testa. Solo tre bicchierini di super alcolico mi mandavano il cervello su Marte.
"Pasticcino, già ubriaca?" ci scherzò su Draco.
"Non sono ubriaca, ho solo bisogno di te." risposi, dopo il quarto bicchierino, mentre perdevo in fretta coscienza delle mie azioni.
Dopo averlo baciato, non ricordo più nulla.
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Alto, Biondo, Stronzo. -Draco Malfoy.
Fanfiction[Charles Baudelaire] : ❝T'odio quanto amo, pazza di cui vado pazzo.❞ Sara era semplicemente certa ch'esser finita in stanza con un tale Draco Malfoy sarebbe stato l'inizio della fine. D'altronde, non era mai stata fortunata nella sua vita, e nemmeno...