storia breve - lei e l'amica

65 6 4
                                    

"Sali in macchina!" esordì lei vedendo l'amica, la stessa che rispose al primo squillo la notte del terribile incidente.
L'amica era appena uscita dal portone di casa, pronta per la sua corsa mattutina, il tono perentorio non le lasciò tempo a nessuna risposta negativa. Sapeva quello che sarebbe successo di lì a poco, nonostante quella settimana aveva fatto di tutto per evitare quel momento. Dallo squillo di quella terribile sera la sua mente era in trance, era in crisi, troppe brutte notizie in poco tempo, troppe cose da metabolizzare.
Lei guidava, dando sfogo a ogni suo pensiero, tra acuti, occhi rossi di rabbia e di lacrime non versate alla fine frenò, erano al promontorio, lo sguardo si perdeva all'orizzonte, nella linea sottile tra cielo e mare.
L'amica non proferì parola, fece un lungo respiro, era arrabbiata, le parole volevano uscire come fiume in piena, ma non era il caso di dare sfogo ai suoi pensieri era lì per ascoltare, annuire e non far trasparire nessun sentimento, nessun giudizio.
"Capisci? Mai mi ha detto vuoi una mano!" Strillava
L'amica ringraziava che a quell'ora nn ci fosse nessuno ad ascoltare lo sfogo.
Erano trascorse tre ore, lei riportò a casa l'amica, che appena lasciata davanti al portone fece di corsa le scale e trovandosi il marito a far colazione non poté fare a meno di riversarli il dolore e la rabbia che provava.
"Lei non capisce che ha una seconda possibilità, che nell'incidente poteva morire lui, facendo restare orfani i figli, con uno shock ancora più grande nel vedere il padre morto, potevano morire tutti e tre, e allora lei rimaneva senza nessuno. Perché non rifflette su queste assurde possibilità? Sto male per lei, perché non prova a ricostruire invece che distruggere?"

Pensieri fugaciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora