Ti sei svegliato stamattina tranquillo, colazione al bar, hai preso possesso della tua poltrona e guardato il computer davanti a te, spento.
Hai ben pensato, aspetto.
Lei si è svegliata stamattina traffelata, ha preparato la colazione, fischiato alla figlia se per caso non aveva sentito la sveglia, preparato la merenda per scuola, ha accompagnato la figlia, preso la macchina con il marito si sono suddivisi i compiti: lui in posta, lei in banca.
La porta girevole s'inceppa: de-po-sita-re oggieeiitti me-tailo.
Lo stesso la fanno entrare dove trova seduto a guardare un monitor spento, assente lui.
Lui che quella mattina si è solo alzato, fatto la colazione al bar e seduto sulla poltrona.
"Cosa deve fare?" Chiede con una mano sul mento
"Pagare la mensa"
"Solitamente come la fa?"
Lei con uno sguardo eloquente, lo stomaco comincia a far male dalla rabbia.
Lui sparlocchia con la collega.
Dietro di lui un cartellone con data e ora
"Che giorno è oggi signora?"
La rabbia ribolle, si sposta i ricci dietro l'orecchio, ci gioca perché se risponde partiranno una raffica d'insulti.
Chiama di nuovo le colleghe che non lo tolgono da quel posto che è evidente che non si è guadagnato, no loro dicono in modo gentile: se non lo sai fare lascia stare.
Con occhi a cuoricino.
COSA? Come lascia stare...
Lo sguardo va al tabellone 8.20 - 8.21...
"Non ho il timbro! Chi ha uno?" Urla alle colleghe, che corrono verso di lui, che sta ancora sbracato sulla poltrona girevole.
8.25 "ah si è acceso il computer"
Lei si guarda intorno, guarda il tabellone, guarda lui l'impiegato che sta sbracato sulla poltrona girevole. Picchietta sulla tastiera, e lei guarda il piccolo monitor davanti dove compare nome, cognome e indirizzo infine la pagina si chiude con una domanda: sei soddisfatto dell'attenzione ricevuta? Tre faccine e la voglia di schiacciare quella rossa di rabbia. Ma se lo fa e lui se ne accorge e parte una lite senza fine? Altro tempo perso e la diplomazia non è il suo pregio.
Fattura alla mano, tutto pago, lui continua a ciondolare e lei corre via, perché altrimenti...
Lo stomaco ribolle, di corsa al supermercato per la spesa, dove il neretto di turno pretende l'euro per guardare la macchina. Respiro profondo uno scemo incosciente che sorpassa e fa inversione a U
"Che ca**o fai?" È l'urlo forte dal finestrino seguito da parole poco carine con tanto di gesto.
"Credo che sei proprio nera stamattina" è il commento timido del marito prima che venga sommerso da uno sfogo senza fine pentendosi per aver solo aperto l'argomento.
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Pensieri fugaci
Poesiai pensieri fugaci sono quei discorsi che fai con te stessa più che altro, mentre cucini o cammini sotto la pioggia. non vuoi perderli allora è bello poter trascriverli quando sei presa da questo raptus di follia mentale.