›Barnes Corporation

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Fuori stava piovendo e James doveva ancora concludere il suo incarico, si trovava sulla sua sedia girevole a lanciare palline di carta con la sua fionda contro il vetro bagnato da miriadi di goccioline. James si annoiava, voleva uscire da quel mortorio ma non poteva, lo aspettavano ancora 2 pile di fogli. Per sbaglio una pallina colpì una delle due pile facendo cadere a terra tutti i fogli, James sbuffando iniziò a sistemare quel disastro che aveva creato ma un foglio piegato in malo modo catturò la sua attenzione, era un tema.

“Sono Steve Rogers e vivo a Brooklyn, desidero con tutto me stesso poter vincere quella borsa di studio perché-”

Il tema iniziava in quel modo, James lo lesse tutto e rimase stupito dalla storia di quel certo Steve Rogers, lo cercò sui vari social ma trovò solo cinquantenni pelati, dopo ore di ricerche ci rinunciò – non lo avrebbe mai trovato, così pensava James.

Qualche ora dopo entrò suo padre in ufficio: gli stava per fare una proposta importante, la quale consisteva nel fare uno stage in una delle università più importanti del mondo. Doveva decidere fra Harvard e quella di Yale, il suo compito era quello di aprire un corso e parlare del suo mestiere ai futuri lavoratori. Il padre di James era il migliore amico del preside dell'Università di Yale, sicuramente gli avrebbero riservato dei trattamenti speciali così decise Yale fra le due. Quando suo padre lo lasciò da solo, James riprese il tema di quel ragazzo e sospirando pensò che quella poteva essere anche un'opportunità per conoscere l'autore di quel tema, a patto che lui avesse vinto quello stupido concorso del New York Times. James voleva essere positivo, era sicuro che il famigerato autore si sarebbe fatto avanti prima o poi.
Vi starete chiedendo come ci sia finito il tema di Steve fra le scartoffie di James. La Barnes Corporation disponeva di un settore particolare, la cosiddetta sede del New York Times; James probabilmente non se ne rendeva conto ma l'azienda di suo padre si poteva considerare il cuore di tutta New York, ma a lui non interessava perché quel mondo non era mai rientrato nei suoi interessi.

Passarono giorni e James iniziò a preparare il suo programma da presentare all'Università, cosa avrebbe potuto raccontare a quei studenti? Che il suo lavoro in realtà faceva schifo e che in realtà lui sognava di fare lo scrittore o il detective? Gli sarebbe bastato anche fare il bibliotecario, ma per suo padre sarebbe stata una grande umiliazione. Decise di iniziare il suo discorso parlando di sogni, voleva far capire a quei studenti che fare un lavoro in modo forzato li avrebbe rovinati, li voleva spronare a raggiungere i propri obiettivi senza che qualcun'altro interferisca nel loro cammino. Passò un mese e James aveva con sé il programma e addosso un completo giacca e cravatta nero e firmato, si trovava sul jet che lo avrebbe portato all'università di Yale e le gambe avevano già iniziato a tremare, era agitato. Quando arrivò a destinazione il preside della struttura lo stava aspettando nel giardino imponente, moltissimi studenti avevano già lo sguardo puntato nella direzione di James, altri si bisbigliavano a vicenda pettegolezzi che avevano sentito in giro sul conto del ragazzo che ad allora stava stringendo la mano al preside che solo in rare occasioni si faceva vivo.

-Quello é il figlio di Barnes, l'imprenditore più ricco e famoso di New York.-

-Cosa ci fa qui? Però guardalo, é davvero bello.-

-Mi sa che é qui per quello stupido concorso del NY Times-

-Ma che dici Stacy, lui non ha bisogno di concorsi per una borsa di studio. Se vuole lui si compra direttamente l'intera struttura-

Era diventato in pochissimi minuti oggetto di discussione di gran parte degli studenti, James intanto raggiunse il preside nel suo ufficio e iniziarono ad accordarsi sugli orari per il corso.

GETAWAY CAR ; stucky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora