Steve era riuscito a vincere quello stupido concorso, ancora non riusciva a realizzare tant'è che si ritrovava a ripetere diecimila volte le stesse cose alla sua festa d'addio organizzata da Ramona e Hardin. A quella festa c'erano tutti, da Ramona e Hardin ai suoi amici meno intimi come Irama e Zoe, ma quella sera mancava la persona più importante per Steve - sua madre Sarah. Non aveva tempo per salutarla, gli orari delle visite finivano alle 7 e ad allora erano le 10 passate, l'indomani le visite sarebbero iniziate dalle 10 ma alle 8 doveva prendere il treno. Steve era giù di morale e Ramona se ne accorse subito, quest'ultima prese posto accanto al suo amico e portando un braccio intorno alle sue spalle gli sussurrò che sarebbe andato tutto bene, che sua madre avrebbe mantenuto la promessa delle cartoline e che qualche volta sarebbe potuto comunque ritornare a fare visita a tutti lì a Brooklyn. Steve abbracciò la sua amica ringraziandola per esserci sempre, poi entrambi con lo sguardo cercarono Hardin che era spaparanzato su un divanetto circondato da tre ragazze che ridevano ad ogni cosa che lui diceva. Steve e Ramona si lanciarono uno sguardo d'intesa e si avvicinarono al divanetto dove Hardin stava cercando di rimorchiare, dopodiché Steve disse «Vi va una storia? Parla di Hardin quando-» Hardin divenne rosso e Ramona interruppe Steve aggiungendo del suo rivolgendosi alle tre oche «Sapete, lui ha dei problemi, problemi intimi, capiamoci tra di noi ragazze» Hardin ormai non ci stava vedendo più dalla rabbia e dall'imbarazzo, le tre oche se ne andarono allibite e Steve e Ramona scoppiarono a ridere.
«Siete degli infami»
Furono quelle le ultime parole di Hardin quella sera, erano tutti troppo stanchi e Steve aveva bisogno di dormire per non tardare l'indomani alla stazione. Gli invitati se ne andarono, così restarono solo Steve, Ramona che era intenta a pulire il salotto di casa di Hardin dai residui della festa e Hardin che si trovava nella medesima posizione di prima, solo che stava dormendo. Steve ringraziò Ramona e si rifugiò nella stanza di Hardin crollando su quel morbido letto. Il giorno dopo prese il treno diretto a New Haven, arrivò a destinazione nel giro di nemmeno due ore e rimase stupido dalla vastità di quell'ambiente. Andò in segreteria e si fece dare l'orario delle lezioni e la chiave della stanza dove avrebbe alloggiato per i seguenti 6 mesi, quando entrò nella stanza vide già un'altra valigia su quel letto matrimoniale il che lo rese perplesso e confuso - per un attimo pensò di aver sbagliato stanza.
Qualche ora dopo si presentò nella stanza un ragazzo moro, quest'ultimo scrutava Steve con sguardo confuso ma altrettanto incuriosito e per attirare la sua attenzione finse un colpo di tosse. Steve si girò notando la presenza appoggiata allo stipite della porta, si accigliò e si alzò ricomponendosi.
«Io sono Steve, tu chi saresti?»
Chiese il biondo fissando con un pizzico di fastidio il ragazzo che lo stava fronteggiando, il suo sguardo cadde sul modo in cui era vestito e si accolse che non poteva di certo trattarsi di uno studente.
«Sono James, James Barnes»
James sorrise volendo sembrare il più gentile possibile con quello che sarebbe stato il suo coinquilino per 6 mesi, Steve lo scrutò ma non si rese conto di chi aveva davanti. Sbuffando il biondo spostò tutte le sue cose a terra dicendo a James che avrebbe fatto un salto in segreteria, non avrebbe dormito di certo su un letto matrimoniale con uno sconosciuto. Quando tornò dalla sua visita alla segreteria James notò lo sguardo colmo di imbarazzo e disagio che aveva Steve, così gli chiese cosa avesse e Steve gli comunicò che avrebbero dovuto dormire insieme.
«Stai tranquillo, io non russo»
Disse il moro facendo comparire un piccolo sorriso sulle labbra di Steve, James avrebbe fatto di tutto pur di far sentire Steve a proprio agio in sua compagnia. Non aveva chissà quale vita sociale e quindi voleva tenersi strette le opportunità che gli si presentavano per comunicare con gli altri, suo padre lo teneva rinchiuso.
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GETAWAY CAR ; stucky
FanfictionJames Barnes, imprenditore. Steve Rogers, barista. Il moro nascondeva una fragilità disumana, un passato oscuro alle spalle e costretto a vivere una vita indesiderata. Dall'altro canto vi era il biondino, comunissimo barista di quartiere che sognava...