›Howard

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Steve si staccò poco dopo puntando il proprio sguardo su quello del suo “amico”, nessuno dei due sapeva cosa dire ma a parlare quella volta fu proprio James.

«Ci sono tante cose che ti devo raccontare Steve, ti prego dammi la possibilità di raccontartele... »

Distolse lo sguardo intimorito, non aveva mai mostrato tali segni di debolezza.

«Il mio treno partirà domani alle 10, alle 8 sarò al bar fuori alla stazione...se vuoi, mi troverai lì»

E detto questo se ne andò lasciando lì Steve ancora spiazzato da quel bacio. Il biondo si sfiorò le proprie labbra e inconsapevolmente sul suo volto si dipinse un timido sorriso, non sapeva se il giorno dopo si sarebbe presentato all'appuntamento di James ma una cosa era certa: Steve amava ancora James così come James amava ancora Steve.

Intanto a New York gli affari non andavano a gonfie vele, la Barnes Corporation stava cadendo in crisi e gli Stark si stavano godendo lo spettacolo con tanto di popcorn. Quella stessa sera si sarebbe tenuta una cena privata tra imprenditori, l'evento era stato organizzato da Howard e suo figlio Anthony. George di certo non poteva mancare, ormai la sua unica speranza era quella di ridiventare amico di Howard, porre fine alla loro rivalità e sperare di cadere nelle sue grazie con una joint venture.

Howard stava parlando di vari progetti al fianco di suo figlio che teneva in mano un drink con fare superiore, fissava tutti con tale saccenza e superiorità da dietro quei rayban che probabilmente chiunque avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. Entrò George nella stanza, terribilmente in ritardo, scatuendo nei due Stark un tale fastidio.

«Che gioia averti qui, signor Barnes»

Howard finse un sorriso nel mentre gli altri imprenditori presenti si lasciarono scappare dei mormorii.

«Il piacere é tutto mio...signor Stark»

La gente era al corrente della loro rivalità, sapevano anche dei vantaggi di Howard e della crisi imminente di George. Barnes inseguito dal suo disagio prese posto al lungo tavolo e Howard, dopo essersi schiarito la gola, riprese il suo discorso. Suo figlio, Anthony, non aveva ancora distolto lo sguardo dalla figura di George e il vecchio se ne rese conto, deglutì a sua volta il groppo che gli si era formato in gola e distogliendo lo sguardo iniziò ad appuntare qualcosa sul suo block-notes – sperando invano che il figlio di Howard distogliesse a sua volta lo sguardo. Quando iniziò la cena ognuno si prese la libertà di parlare con il collega seduto al proprio fianco, Howard si trovava a capo tavola affiancato da suo figlio mentre George si trovava vicino alla signora Collins, seduta al capo tavola opposto. Non sapeva il motivo della presenza di Maria Collins, moglie di Howard, non sapeva nemmeno il motivo per cui lei non avesse preso posto accanto a suo figlio e suo marito. In tutto ciò George cercò di rimanere discreto non proferendo una sola parola e pregustando il suo pasto.

«Conosco bene quell'incosciente di mio marito, sono anche a conoscenza dei vostri scopi»

Mormorò la donna facendo sgranare gli occhi a Barnes, si guardò intorno ma fortunatamente nessuno aveva avuto modo di ascoltarla oltre lui.

«Sarò anche solo la stupida moglie del grande Howard Stark, ma una cosa che ho imparato da quando ho sposato mio marito é che ci sono persone convinte di avere il potere e altre che invece lo hanno davvero. Mio marito continua la sua scalata, cercando invano di accumulare sempre più potere. Anche lei é un uomo potente, ma le dicerie sulla vostra crisi non vi rendono affatto onore, siete qui per cercare un appoggio da mio marito ma lascia che le eviti un dispiacere, mio marito Howard non accetterà la vostra proposta quindi evitate di andare da lui dopo la cena.»

George fissò la donna indignato, prima d'allora mai nessuna donna si era presa tanta libertà con lui. Maria Collins Stark era una grande calcolatrice, sorrideva a tutti mostrandosi stolta e alla mercé del proprio marito, ma era più furba di quello che lasciava pensare.

«Con il dovuto rispetto, signora Stark, ma questi sono affari tra imprenditori. Non crede? Detto questo, buon appetito»

Maria lanciò uno sguardo gelido a George, non sopportava l'idea di essere trattata in questo modo.

«Perché tagliarmi fuori? Sono la moglie del signor Stark, non una donna qualunque»

Rispose la donna digrignando i denti.

«Ha detto bene, lei é solo la moglie del signor Stark, non il signor Stark.»

Maria era ormai rossa in viso è sul volto del signor Barnes comparì un piccolo ghigno.
Finita la cena, Howard salutò tutti i presenti uno ad uno stando fermo all'ingresso e passando loro le proprie giacche.

«Buona notte anche a lei..signor Barnes»

George guardò l'uomo con in mano la propria giacca, sospirò e con lo sguardo fece cenno a Howard di seguirlo nel suo ufficio. Howard dedicò a George uno sguardo misto tra l'esasperato e l'infastidito, salutò il restante degli ospiti dopodiché dedicò la propria attenzione al suo rivale storico.

«Cosa vuoi Barnes? Come ben saprai non ho nemmeno gradito la tua presenza. Ringrazia che sono un uomo di gran classe e non ti ho fatto cacciare via..»

Si trovavano nell'ufficio personale di Anthony: un computer era posto sulla scrivania principale, d'un tratto lo schermo si illuminò mostrando la schermata delle e-mail ricevute dal figlio di Howard.

«Sono qui per contrattare-»

Venne interrotto dal suono di una nuova e-mail, sia Howard che George voltarono lo sguardo verso il dispositivo.

«Ma aspetta un attimo-»

George si avvicinò al computer notando che lo scritto riportava notizie di James, Howard chiuse di scatto il portatile guardando in cagnesco l'altro uomo.

«Ciò che compare nel portatile di mio figlio sono cose che riguardano mio figlio, non te»

George indietreggiò innervosito.

«Su quel portatile ci sono cose inerenti a mio figlio! Ho il diritto di vedere»

Howard si mise subito sulla difensiva.

«Tuo figlio, così come mio figlio, é una delle persone più famose e potenti al mondo. Secondo te i vostri colleghi non ti avranno mai cercato? Mostrami la tua cronologia e provami che non hai mai cercato il mio nome.»

George fissò Howard incredulo.

«Sta cadendo nel ridicolo questa conversazione»

Rispose George.

«La prossima volta non ficcavi il naso negli affari di mio figlio!»

George alzò gli occhi al cielo.

«Ma quanti anni hai? 5? Suvvia Howard...»

Howard rise in modo nervoso.

«Come osi, tu luri-»

Howard non fece in tempo a parlare che sua moglie Maria entrò nella stanza.

«Adesso basta voi due!»

GETAWAY CAR ; stucky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora