›Europa

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Quando lui entrò in quella sala i presenti smisero di bisbigliare e cercarono in tutti i modi di non poggiare il proprio sguardo sull'individuo appena entrato. Le donne tenevano lo sguardo basso, impugnavano con insistenza e agitazione un lembo delle loro vecchie gonne mentre gli uomini non si erano scomodati nel fissare il giovane vestito completamente di nero.
Il moro prese posto ad un tavolo, si tolse il capello e incrociò lo sguardo con quello del suo amico.

«Hai quello che ti ho chiesto?»

Chiese il moro iniziando a guardarsi intorno, odiava ammetterlo ma aveva paura.
L'altro ragazzo sbuffò una risata e mordendosi il labbro inferiore passò una busta a James, che senza perdere tempo la nascose nel suo cappotto.

«Dove credi di andare James?»

James sospirò indeciso sulle parole giuste da usare, Colton intanto lo fissava con insistenza deciso a voler ottenere le risposte che cercava. In fondo gli aveva prestato molti soldi, ricevere delle risposte era il minimo.

«In Europa, non so ancora di preciso dove-»

«Non dovresti scappare dai tuoi problemi»

«Pensi che sia facile essere me? Devo fingere di essere una persona che non sono solo per compiacere mio padre, se sto scappando é perché voglio vivere la MIA vita»

James stava iniziando ad alterarsi e questo Colton lo notò subito, intanto arrivò una cameriera e i due ordinarono due birre.

«Non sto dicendo che sia facile, le difficoltà sono cose che fanno parte della vita e fino a quando scapperai non riuscirai mai a capire come gestirle...lasciatelo dire da un uomo che ha più esperienza di te nel campo»

Rispose Colton abbassando di poco il tono della sua voce, i due si ritrovarono a bisbigliare.

«James Barnes deve amare una donna, James Barnes deve restare chiuso in ufficio ad occuparsi dell'azienda, James Barnes deve partecipare a stupidi eventi per migliorare la sua reputazione. James Barnes deve fare questo, James Barnes deve fare quest'altro e bla bla bla...Aspetta, tu da quando dici cose intelligenti?»

James alzò gli occhi al cielo e iniziò a consumare la sua birra quasi con fare disperato, sperava di affogare tutti i suoi problemi in quel boccale ancora mezzo pieno.

«Ha.ha.ha, davvero simpatico. Comunque, quel ragazzino fuori di testa...seriamente non lo conoscevi?»

Il moro abbassò lo sguardo sentendo il suo cuore rallentare di qualche battito, aveva cercato in tutti i modi di non ricordare, di cancellare quella sera eppure in quel momento, quando ci ripensò, si rese conto che Steve aveva lasciato un vuoto incolmabile.

«Anche se fosse ormai é acqua passata»

Rispose dopo un po', Colton lo guardò poco convinto.

«Ragazzo tu menti»

Quasi non si strozzò con la sua stessa saliva, sgranò gli occhi e Colton si lasciò scappare una risata.

«Co-cosa ti fa pensare che io conosca quel pazzo?»

Chiese James cercando di evitare lo sguardo di Colton.

«Smettila di chiamarlo pazzo che sei pazzo anche tu, pazzo d'amore per lui»

Colton si stava divertendo a prendere in giro il suo amico, gli piaceva vedere James imbarazzato.

«Dio, ti prego, smettila»

Il moro si riportò due dita alla tempia cercando di calmare il suo mal di testa improvviso. Colton mantenne comunque il suo sorriso pronto a continuare con le sue provocazioni, ma il suono del campanellino della porta lo face voltare.

«James guai in vista..»

Il moro posò il suo boccale di birra sul tavolo e guardò sott'occhio la donna che era appena entrata. Aveva i capelli biondi raccolti in una coda alta, il corpo slanciato e un portamento pressoché superiore. Indossava un vestito aderente di colore rosso e il rossetto del medesimo colore, si era appena seduta al bancone e aveva ordinato una bottiglia di vodka.

«Chi ordina una vodka alle 7 del mattino?»

Bisbigliò Colton, James sospirò e cercò di distogliere lo sguardo.

«Noi che stiamo bevendo della birra non siamo da meno, comunque cosa diavolo ci fa lei qui?»

Colton si allungò all'indietro stando sempre seduto sulla sedia, cercando di capire cosa stesse dicendo la donna al barman.
La donna sorrise, lasciò dei soldi e se ne andò mettendo la bottiglia di vodka nella sua borsa.

«La vera domanda é da quando si trova qui in città? Prima che tu me lo chieda, non lo so e l'unica cosa che possiamo fare é starle alla larga»

James iniziò a torturarsi le mani con fare nervoso, i suoi occhi si colmarono improvvisamente di lacrime e questo Colton lo notò nel giro di pochi secondi.

«Hey...»

«Se-secondo te andrà tutto bene?»

Colton prese la mano di James e la strinse con fare fraterno.

«Non secondo me, andrà di sicuro tutto bene. Fidati amico.»

GETAWAY CAR ; stucky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora