›Primo volo

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I quattro giorni passarono in fretta, la fatidica sera era giunta e James si stava sistemando il colletto della sua camicia bianca. Josephine gli stava sistemando i capelli e aveva iniziato con il suo carico di raccomandazioni, la ramanzina alla quale fino a qualche mese prima ci pensava suo padre. Da quando Tony aveva mandato quella notizia sui giornali George si sentiva così in imbarazzo e deluso che aveva mandato Josephine ad occuparsi di suo figlio, voleva vederlo il meno possibile.

Intanto a Brooklyn il grande trio si trovava a casa di Hardin, i tre avevano pensato di organizzare un pigiama party. Mentre i tre scherzavano la rossa pensò di accendere la tv, in diretta vi era la prima del gran galà d'inverno – evento attesissimo di beneficenza – o almeno così c'era scritto sul grande schermo.

«Ma quello é lo stesso James di cui ci avevi parlato?»

Chiese Hardin tra una risata e l'altra, il biondo voltò lo sguardo in direzione dello schermo notando che stavano intervistando il suo James.
Il silenzio calò nella stanza, Steve si era incantato nell'ascoltare le risposte che stava dando il suo errore del passato, così ormai lo chiamava se era necessario menzionarlo. Steve faticava ad ammetterlo ma ci teneva davvero tanto a James e gli mancava ogni giorno di più, Steve faticava anche ad accettare che Peggy per lui non significava nulla. Era il suo orgoglio? Probabilmente.

«C'é uno strano luccichio nei tuoi occhi quando lo guardi»

Constatò Hardin, ignorando il fatto di non aver ricevuto alcuna risposta da parte di Steve. Ramona spense la tv mortificata, sospirò indecisa sul da farsi.

«Steve...secondo me dovresti andare da lui..»

Sussurrò lei, tenendo lo sguardo basso. I due amici avevano già provato a consigliare a Steve una cosa del genere, ma quest'ultimo partiva sempre in quarta col dire che ora nella sua vita c'era Peggy e sciocchezze simili. Steve strinse le mani in due pugni, quella situazione stava diventando insopportabile anche per lui.

«Non posso.»

Rispose Steve, con tono gelido e fermo.

«Non puoi o non vuoi perché hai paura?»

Steve a quel punto chiuse gli occhi cercando di controllare la propria rabbia, era arrabbiato perché non riusciva a darla vinta al suo orgoglio.

«Lo hai visto in TV...é ritornato alla sua vita..»

Steve accennò una risata amara, Hardin sospirò mentre Ramona gli portò una mano sulla spalla come per incoraggiarlo.

«Qualcuno tempo fa mi aveva detto che non é mai troppo tardi per fare ciò che si ama. Quando si ama non esiste religione, sesso, tempo. L'amore é qualcosa di troppo forte e superiore e tu, Steve, se pensi di essere innamorato di quel ragazzo non lasciarti scappare quest'opportunità.»

Ramona, la più saggia del gruppo, stava fissando negli occhi il più piccolo del trio cercando di convincerlo ad andare da James. Steve in risposta arrossì, non aveva mai pensato ad un sentimento del genere. James come suo fidanzato, James come colui che gli procurava le farfalle nello stomaco, James come suo amante. Non ci aveva mai pensato e quando la rossa aveva pronunciato quella frase, quel ‘se pensi di essere innamorato’, tutte le paure e le insicurezze risalirono a galla. In fondo tra i due vi era stata solo una semplice pomiciata alle 3 e mezzo di notte, per il resto il loro rapporto era costellato da sguardi, sguardi, sguardi, e ancora sguardi.

Steve si decise, si alzò velocemente e corse in camera del suo amico alla ricerca di qualche vestito decente. Prese una camicia bianca e dei jeans scuri, Hardin intanto aveva appena preso posto allo stipite della porta.

«Fai con comodo eh»

Disse Hardin, facendo bloccare di scatto il biondo con ancora in mano la camicia che stava per indossare.

«Dai, su, Steve..non fare il rammollito. Stavo scherzando, hai poco tempo a disposizione, muoviti»

Hardin sorrise rassicurando il biondo, Steve ci teneva anche all'opinione del suo amico che non aveva affatto aperto bocca durante la discussione precedente e saperlo dalla sua parte in quella iniziativa gli dava ancora più carica e sicurezza. 

Ramona gli diede un passaggio in aereoporto, gli prestò dei soldi e mandò un bacio a Steve augurandogli buona fortuna.
Steve si avvicinò alla biglietteria chiedendo di fretta un biglietto per il primo volo diretto New York. Aveva paura di non farcela, sapeva che l'unico modo per vedere James era presentarsi a quell'evento colmo di persone.
Se si fosse presentato a casa di James, George lo avrebbe mandato via, stessa cosa se si fosse presentato alla sede della sua azienda. Inoltre non sapeva nemmeno dove fosse la casa di James. Venti minuti dopo Steve si trovava già sul primo aereo diretto a NY, aveva avuto una grande fortuna. Gli tremavano le gambe, solamente dopo aver voltato lo sguardo in direzione del suo finestrino realizzò quello che stava facendo, stava per dichiararsi al suo grande errore del passato.

GETAWAY CAR ; stucky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora