Passarono esattamente 2 mesi dall'accaduto, i due non avevano più avuto modo di chiarire e anche se Steve aveva provato a dimenticare il professore frequentando una ragazza dell'ultimo anno chiamata Peggy Carter, dall'altra parte vi era James che non smetteva di pensare ai capelli biondi di Steve e alle sue labbra perfette. George era entrato nell'ufficio del figlio, il solito portamento freddo e distaccato, gli comunicò che 4 giorni dopo si sarebbe tenuto un gran galà di beneficenza. James sbuffò, non gliene fregava tanto del lavoro che stava svolgendo o delle parole di suo padre che non faceva altro che farlo partecipare ad eventi di beneficenza o iniziative stupide per far salire quello stupido punteggio in lista. Anthony avrebbe compiuto 30 anni l'anno seguente e si trovava in vantaggio di molto, aveva circa 10 mesi di tempo per rimettersi in carreggiata.
«Sei diventato così freddo...non sarà ancora per quella storia con il professore?»
Quella fu una domanda di Ramona, il grande trio si trovava al vecchio bar a Brooklyn dove Steve lavorava prima di passare all'università di Yale. Il biondo aveva pensato di fare un salto nella sua città così per trovare sua madre Sarah e i suoi due migliori amici Ramona e Hardin.
Hardin continuava a girare la cannuccia all'interno del frullato che non aveva minimamente toccato, Ramona invece continuava a riempire di domande il biondo che era intento a mantenere lo sguardo assente verso il basso e il silenzio che stava straziando la povera ragazza dai capelli rossi. Da quando Steve era tornato non si faceva altro che parlare di lui e questa cosa stava iniziando a dare fastidio ad Hardin.«Non sono freddo, sono solo stanco...Ramona, sai che prendere il treno mi stordisce un po'. Ma poi quale professore e professore, sai che sto con Peggy adesso, quell'uomo é stato solo un errore del passato»
Ramona sospirò e ricominciò a consumare la sua bevanda, mentre Steve improvvisò un sorriso sarcastico. Intanto a New York James si trovava in camera sua, precisamente dentro la sua cabina armadio, a provare numerosi completi adatti per il gran galà di beneficenza. Con lui vi era Josephine, la segretaria personale di suo padre che si occupava del reparto del NY Times ed era un'esperta di moda.
«Nah. Questo non mi piace, prova quell'altro»
Il moro alzò gli occhi al cielo, non ne poteva più di quello strazio. Rientrò nella cabina armadio e si misurò il 17° completo della giornata, era esausto, voleva solamente andare a dormire.
«Josephine, ma sono tutti uguali daiii»
James si lamentò come se fosse un bambino di 4 anni, Josephine alzò gli occhi al cielo esasperata.
«É ancora per quel giovanotto? Com'è che si chiamava? Stephen..»
«Steve, Josephine, é Steve»
«Oh, scusami..beh, tuo padre é stato davvero duro con te, poteva lasciarti frequentare quel ragazzo...»
James stava iniziando ad adorare Josephine, fino ad allora si era dimostrata l'unica comprensiva nei suoi confronti.
«Dio se mi manca...Ah, Josephine, credo di essermi innamorato. Da quando ci siamo visti l'ultima volta non ho fatto altro che pensare a lui»
James sorrise al ricordo del suo alunno preferito, di quei occhioni azzurri e le labbra rosee che tanto aveva amato sfiorare.
James lo desiderava in quel preciso momento.«Vi ritroverete James, se son rose fioriranno!»
«Ew, Josephine, questo detto é vecchissimo..comunque puoi stare tranquilla che non fioriranno, io e Steve non ci vedremo più»
Disse James scoraggiato
«Abbi fiducia nel destino piccolo James»
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GETAWAY CAR ; stucky
FanfictionJames Barnes, imprenditore. Steve Rogers, barista. Il moro nascondeva una fragilità disumana, un passato oscuro alle spalle e costretto a vivere una vita indesiderata. Dall'altro canto vi era il biondino, comunissimo barista di quartiere che sognava...