La radio stava trasmettendo i risultati della lotteria che tutti stavano aspettando con ansia da una settimana o più, Steve stava pulendo il bancone degli alcolici con uno straccio lasciandosi cullare dal venticello fresco e la voce robotica della radio. Vecchi e giovani uomini con un boccale di birra fra le mani stavano attendendo quei risultati seduti ai tavoli di quel caloroso bar che tutti amavano frequentare, Steve riempiva i loro bicchieri di tanto in tanto mantenendo vivido il suo solito sorriso smagliante. In quel momento nel locale entrarono Ramona e Hardin, erano le 7 di sera passate e l'orario delle lezioni era appena finito. I due si avvicinarono al bancone dove Steve stava lavorando e partirono in quarta a raccontare il frivolo gossip della giornata.
«Dovresti venire anche tu al college Steve, é uno spasso se tralasciamo il fatto che si deve studiare»
Quelle furono le parole della ragazza dai capelli rosso fuoco, Ramona, che ogni volta se ne usciva con frasi del genere sul fatto che Steve dovrebbe ritornare a studiare. Steve ogni volta era pronto a menzionare la situazione di sua madre facendo abbassare lo sguardo sia a Ramona che ad Hardin, ma in cuor suo anche lui avrebbe voluto andare al college e diventare qualcuno.
«Almeno provaci, senti ho trovato questo in una rivista oggi in metropolitana, non devi fare altro che tentare, se ti prendono allora sarà stato il destino a volerlo»
Quelle invece furono le parole del moro dagli occhi azzurri, Hardin, che aveva appena passato a Steve un volantino, il quale invitava la gente a compilare il foglio, scrivere un tema e inviarlo al NY Times. Se ti estraevano potevi vincere una borsa di studio per l'università di Yale, a Steve sembrava azzardato, folle e soprattutto impossibile ma nonostante ciò si lasciò abbindolare dalle moine dei suoi due migliori amici e decise di partecipare a quello stupido concorso che secondo lui non avrebbe mai vinto nemmeno nei suoi sogni. Ramona propose un brindisi per festeggiare la prima scelta azzardata del biondo, quest'ultimo versò della Vodka alla menta in tre bicchieri per poi lasciarsi andare fra le risate degli altri due.
Si fece sera e Steve spense le luci chiudendo successivamente il locale, si alzò il cappuccio della felpa riportando le mani nelle tasche e si incamminò in direzione del suo vecchio appartamento. Una volta arrivato buttò le chiavi, il volantino del concorso e il portafogli sul tavolino per poi lanciarsi di peso sul divano, era esausto come ogni sera dopo lavoro. Si fermò a pensare alla sua vita, al fatto che non voleva abbandonare sua madre, che le voleva troppo bene e poi i suoi pensieri ritornarono su quel concorso, prese il volantino e iniziò a scrutarlo. Era la decisione giusta da prendere? Steve sospirò e prese una penna, con mano insicura iniziò a compilare quel foglio, et voilà non gli restava che scrivere quel tema. Il tema aveva come titolo “Perché voglio andare a Yale?”, Steve si riportò le mani fra i capelli leggermente frustrato, si sentiva abbattuto perché in parte non poteva fare quello a sua madre. Decise di dormirci su, il giorno dopo avrebbe fatto un salto in ospedale per poter sentire anche il parere di sua madre.
Arrivò mattina e Steve andò a lavoro saltando anche la colazione, chiese un permesso alla proprietaria Berta e con la sua vecchia Harley sfrecciò in direzione dell'ospedale. Sua madre si trovava su quel lettino bianco, era pallida e teneva gli occhi chiusi; il figlio si avvicinò a lei, prendendole la mano e stringendola debolmente, la donna aprì gli occhi e sorrise dolcemente contenta di poter vedere ancora una volta il viso del suo bambino, perché Steve sarebbe stato per sempre il suo bambino.
«Mamma...»
Steve iniziò a raccontare a sua madre ogni cosa, da come procedeva a lavoro fino al concorso, la donna ascoltò il tutto molto attentamente poi però disse qualcosa che spiazzò il biondo. Gli disse che secondo lei avrebbe dovuto provarci, scrivere quel tema e inseguire i suoi sogni; Steve era contrariato, non voleva lasciarla da sola ma lei lo assicurò dicendogli che in ospedale si trovava al sicuro, che ogni mese gli avrebbe inviato una cartolina o una lettera.
Steve si decise e dopo aver salutato sua madre con un casto bacio sulla fronte corse in direzione del suo appartamento.«Bene, scriviamo questo maledetto tema»
STAI LEGGENDO
GETAWAY CAR ; stucky
FanfictionJames Barnes, imprenditore. Steve Rogers, barista. Il moro nascondeva una fragilità disumana, un passato oscuro alle spalle e costretto a vivere una vita indesiderata. Dall'altro canto vi era il biondino, comunissimo barista di quartiere che sognava...