18. Cinque cose che non sai

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Da aggiungere al titolo un "probabilmente".
Ecco, oggi, una piovosa domenica di maggio che tra l'altro è anche il giorno della mamma, mi è venuto in mente questo titolo cliché. A volte capita di voler usare una determinata espressione giusto per il gusto di farlo, no? Ebbene, questa espressione è un titolo e mi sento in dovere di usufruirne.
Cinque cose che non sai... Cinque è un buon numero. Non mi piacciono i dispari, ma resta una buona quota per una sfida. Ok, sto divagando.
Tornando al punto, vediamo se riesco a stupirvi!

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1. Il Giappone è diviso in est e ovest e non in nord e sud.
Abbiamo la regione di Kantou e quella del Kansai. Rispettivamente, quella con la nuova capitale, Tokyo, e quella con la vecchia capitale, Kyoto, e la seconda città principale, Osaka. Questa divisione è un po' diversa da quella del Nord sviluppato e del sud arretrato: la differenza sta nel modo di pensare.
A est si trova la metropoli nota a livello mondiale e collegata al mondo occidentale. La lingua parlata è quella che si studia sui libri, il hyoujungo, il modo di pensare è aperto e innovativo.
A ovest abbiamo i maggiori centri storici, una mentalità conservatrice e alla noi-siamo-stati-i-padroni-dello-stato-e-continuiamo-a-esserlo. I maggiori collegamenti sono con Korea e Taiwan, soprattutto per quanto riguarda gli aereoporti. A Osaka si ha il dialetto più famoso di tutti, l'Osakaben, che oltre a parole diverse, prevede anche un'intonazione differente.
Est-Ovest non è solo una divisione a livello economico e linguistico, ma anche alimentare. Lo stesso cibo può variare da un fronte all'altro. Per esempio, gli Omochi (polentine di riso) sono rettangolari nel Kansai e tondi nel Kantou. L'okonomiyaki (frittata di cavoli) è solido e ricoperto dall'Otafuku souce da noi e semiliquido a Tokyo. Da menzionare un'ulteriore differenza all'interno dell'ovest: Hiroshima, famosa per gli okonomiyaki, ne fa con noodles all'interno, mentre Osaka griglia solamente i cavoli per poi ammucchiarci sopra altri ingredienti.

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2. I giapponesi spesso giudicano/giustificano i comportamenti con il gruppo sanguigno.
I giapponesi adorano gli studi sulla salute e sul corpo. In televisione c'è sempre qualcosa che ne parla, a qualsiasi ora. Particolare attenzione è rivolta al sangue. Il gruppo zero è sempre positivo e superficiale, le A sono puntigliose, le B vivono con il loro ritmo, gli AB sono precisi e blablabla.
Se uno è pigro, colpa del sangue. Uno è deciso o diretto, merito del liquido.
È pieno di libri sull'argomento, e pieno di gente che li legge fidandosi al cento per cento.

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3. I giapponesi chiamano il semaforo verde ao (blu).
Daltonici much? No, dicono che è per il suo essere breve rispetto a midori. Come ben sapete, i giapponesi sono un popolo molto frettoloso e legato al lavoro, dunque anche un nano secondo speso di fronte a un semaforo è prezioso. Oh sì, perché quasi nessuno attraversa prima del cambio, per quanto deserta sia la strada!

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4. I giapponesi adorano le abbreviazioni.
Non nei messaggi come è comune nel resto del mondo, ma a voce.
Capita soprattutto con le parole straniere, quelle in katakana.
Alcuni esempi.
Mistake, misuteeku => misu
One chance, wan chansu => wanchan
Careless mistake, kearesu misuteeku => keamisu
Notebook, nootobukku => nootobukku
Ryoukai (tashimashita), roger => ri
Sugoi (desu), wow => sughee

Per quanto riguarda le parole giapponesi invece, bisogna chiedere a Daigo (un cantante che adora parlare a suono di iniziali). Basta scrivere le iniziali, come riportato nella tabella qui sotto.
KY per kuuki yomenai (non sa leggere l'aria) e AB per amaimono wa betsubara (un'altra pancia per il dolce).

 KY per kuuki yomenai (non sa leggere l'aria) e AB per amaimono wa betsubara (un'altra pancia per il dolce)

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Quarantasei sono tanti, ma se mi scrivere il numero, ve lo posso tradurre senza problemi.

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5. I nipponici del ventunesimo secolo adorano i gruppi.
I cantanti sono pochi, le band per come le considero io anche. Allora non c'è musica in Giappone? Sbagliato, il J-pop esiste e forse ne avrete già sentito parlare. I suoi esponenti sono gruppi di un minimo di tre persone e un massimo di quarantotto. No, scherzo, quarantotto non è il massimo. Le AKB48, un gruppo di ragazzine, sono molte di più di quanto il loro nome lasci intendere, anche perché da questo gruppo ne sono nati altri da una cinquantina di membri ciascuno. Ecco, i conti non tornano.

Visto che siamo in tema, vi presento alcuni dei gruppi più numerosi! Akb (abbreviazione di Akihabara) e Janiizu (che non so che significhi). Le caratteristiche di questi gruppi sono: due o tre che sanno cantare, il resto della ciurma che sa fingere di stare cantando, tutti che sanno ballare e essere carini, punto.
Io penso che tutti questi gruppi, dove quelli femminili attirano il pubblico con le gonne corte e non con l'abilità canora, siano altamente inutili. Ma guai a farlo notare ai fans!

 Ma guai a farlo notare ai fans!

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Parlando di gruppi, da menzionare anche la scuola

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Parlando di gruppi, da menzionare anche la scuola. Gli spostamenti in genere non si compiono da soli. Vale anche per il bagno. Inoltre, le arpie che sprecano la vita a fare le bulle, adorano avere la schiera al loro fianco.
Anche in classe ci sono molte attività di gruppo. Si uniscono i banchi e si parla, decide.

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I primi cinque punti che mi sono venuti in mente sono questi. Scrivendo poi, ho pensato all'uso dell'inglese in Giappone e al modo in cui tutti mi guardano. Del primo parlerò prossimamente, del secondo non credo (a nessuno importa l'inesistente motivo per cui mi adorano e rispettano.)
Scusate per gli errori, ma ho detto "domenica" all'inizio, dunque voglio finire in tempo. Qui con il fuso orario siamo già a lunedì ma shhh. Ops, ora solare! Sono in ritardo comunque, ma perdonatemi.

Alla prossima! Poi ditemi quante ne conoscevate già e quante no.

Oh, e buona festa della mamma, anche se in ritardo! Auguri a tutte!

Saraba!

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