23. Il lavoro♦️

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Akeome, minasan!
Primo aggiornamento dell'anno su Curiosity.

Mi è stato consigliato di fare capitoli più corti, in modo da poter pubblicare regolarmente, e quindi credo che rivedrò un po' lo stile della guida.

Visto che ho lasciato in sospeso la lista di meriti e demeriti della cultura giapponese, il primo capitolo dell'anno è dedicato al lavoro, il primo punto a sfavore del Giappone. Ora scoprirete perché.

Ooh, lasciatemi anticipare una cosa: i giapponesi sono troppo majime (si impegnano sempre e comunque, anche nelle cose irrilevanti, sono tenaci).

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(23.6% non erano in ferie durante l'Obon, un importante evento estivo.)

Innanzitutto, in Giappone le vacanze sono pochissime.

L'esempio più lampante per me è la scuola.

Esco di casa alle otto e spesso ritorno verso le otto; altri giorni verso le sette. Quante ore sono?

Adoro la scuola? Non direi. Sono la studentessa più impegnata? Neanche (almeno non con cose che riguardano la scuola). Allora vediamo che cosa fanno gli altri.

Finita la scuola alle tre e mezza (quattro e mezza il lunedì e il mercoledì), gli studenti si dividono tra kitakubu, bukatsu e juku. Il kitakubu è la minoranza di persone che tornano a casa, nella maggior parte dei casi vivono anche a qualche ora dalla scuola. Il bukatsu è il club culturale o fisico; gli studenti di questa categoria praticano per qualche ora prima di tornare a casa e hanno attività anche nei weekend. Il juku è il doposcuola dove degli insegnanti extrascolastici ti aiutano con gli studi o con attività di scoperta di se stessi (è qui che ho fatto la presentazione su meriti e demeriti); è aperto fino alle otto di sera.

Come potete notare, la maggior parte degli studenti è a scuola al di fuori delle lezioni. E se lo sono loro, lo sono gli insegnanti (chi chiude la scuola, se no?). Questi infatti, tra i diversi incarichi, devono controllare uno o due bukatsu a testa, insegnare su richiesta agli studenti nelle pause, preparare i materiali per le lezioni.

Eccovi la routine del mio prof di inglese, un ventinovenne che si è appena sposato!

- sveglia alle 5:30
- partenza alle 6:00
- arrivo alle 7:00
- partenza dopo le 8:00
Spesso lui è a scuola anche fino a mezzanotte.
- bukatsu il sabato mattina
- la domenica è libera, ma non quando c'è volontariato a scuola o ci sono partite della sua squadra.
- in estate e inverno ha solo due o tre giorni liberi, gli altri è a scuola.
Il primo dell'anno il poveretto era a scuola a giocare a calcio...

Tornando a noi studenti, neanche un mese di vacanza in estate, due settimane in inverno, due in primavera e qualche giorno di ferie qua e là. Naturalmente, tra bukatsu, volontariato e eventi scolastici, non siamo mai completamente a casa. E noi siamo quelli con più vacanze... immaginate i lavoratori!

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Come prossimo dato di fatto, in Giappone lo zangio (gli straordinari) è all'ordine del giorno

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Come prossimo dato di fatto, in Giappone lo zangio (gli straordinari) è all'ordine del giorno. Rimanere sul posto di lavoro quasi tutto il giorno è normale e nonostante uno abbia svolto i suoi incarichi giornalieri, non tornerà presto a casa. Questo fenomeno avviene per due ragioni.

Uno, se i superiori non sono ancora rincasati è scortese abbandonare la postazione.

Il tasso di vacanze stipendiale usate dai lavoratori è del 38 per cento nel 2017. In Giappone si ha una settimana circa di giorni in cui vieni pagato senza andare al lavoro; si possono prendere quando di vuole e accumulare per un massimo di due anni, poi scompaiono.

Questa percentuale così bassa dimostra che è difficile prendersi dei giorni di ferie in Giappone. Infatti, qua entrano in gioco la gerarchia e le discriminazioni. Gerarchia perché finché i superiori non vanno in vacanza, i bassi in grado non ci vanno. Potrebbero, ma è irrispettoso e deludente nei confronti dei boss.
Discriminazioni perché i coworkers ti parleranno alle spalle e ti etichetteranno come scansafatiche, faranno i lecchini con i capi infangandoti.
Ripeto, quei giorni di vacanza sono tuoi di diritto e non devi chiedere il permesso a nessuno, ma quasi nessuno li usa!

Due, i giapponesi vivono per lavorare. Questa è l'era dove il lavoro è il centro della società. Niente famiglia, solo lavoro. Ecco perché la popolazione invecchia.

Ho un amico quarantenne che fa il parrucchiere a Ginza, il quartiere più rinomato di Tokyo. Lui ha un giorno di vacanza alla settimana, più qualche giorno i primi dell'anno ed in estate.
Quando siamo andati a trovarlo a dicembre aveva la febbre e una brutta influenza. L'unica cosa che continuava a dire, però, era "Fra tre giorni ho lavoro, dunque devo assolutamente rimettermi in sesto".
Oggi mi è arrivato un messaggio di ringraziamento per il regalo di compleanno che gli ho mandato "Sto ancora male, ma adesso torno alla tinta della cliente!". Naturalmente, il fatto di poter riposare per riprendersi non lo influenza proprio.

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È questo è tutto :)
Come vi sembra come lunghezza? Cosa ne pensate del lavoro in Giappone? Vorreste lavorarci?

Io non molto...
Ogni anno ci sono notizie di suicidi per il troppo stress accumulato.
Ah, tanto per specificare, la legge non supporta questa vecchia corrente di pensiero, ma nessuno si muove per ottenere un posto di lavoro migliore.

Grazie a tutti!
Mata ne!

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