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Elizabeth camminava al fianco di Tony Stark, suonava quasi come un sogno, ma era così, e lei non ci poteva credere.
"Signor Stark cosa dovremo fare?"
"Chiamami Tony, e diciamo che per te ho in mente qualcosa"
Si diressero verso una stanza, entrarono e Liz vide una sorta di macchina in costruzione, un'arma da guerra pensò.
"Ho costruito questo gioiellino in seguito alla battaglia di Ultron, per paura di trovare un altro nemico potente come lui, un' arma dotata di altrettanta potenza, ha solo un difetto"
Si fermò un secondo, come fosse indeciso sul da farsi, ma poi continuò.
"La struttura è troppo imponente, e non ho ancora trovato una fonte capace di azionarla, o almeno, credevo di non averla trovata"
Si fermò guardando Elizabeth.
"Tu credi che io con il mio potere possa azionare quella cosa? Ma non dovresti insegnarmi prima ad usarlo?" Liz era tanto onorata quanto insicura.
"Mia cara, sei una ragazza intelligente, ti ho notata negli allenamenti, il tuo potere è forte, devi solo concentrarti, percepire l'elettricità attorno a te, e incanalarla tutta in un canale immaginario, che poi potrai dirigere dove vuoi, usando la tua sola forza di volontà.
Hai un grande dono mia cara, Strange non te lo lascerebbe usare prima di mesi, io non sono così, confido in te, so che puoi aiutarmi."
Liz si sentiva carichissima, quelle parole l'avevano fatta diventare più fiduciosa, anche su quella capacità appena scoperta.
Tony la fece sedere su una sedia dinanzi l' "arma", e accese ogni apparecchio elettrico presente nella stanza.
"Ora concentrati, la senti l'elettricità?"
Elizabeth sentiva un formicolio attorno l'intera stanza, era come se tutto si ricollegasse a lei.
"Si, la sento"
"Bene, ora raduna tutta quella che riesci a percepire in un punto solo."
Adesso il formicolio si sentiva ancora più forte, persino Tony riusciva ad udirlo.
Ad un certo punto Elizabeth si sentì sovrastata da quella forza, si sentì collassare, era troppo in una volta, non riusciva a dominarla, era l'elettricità che stava assumendo il controllo della sua persona.
"Tony...non ce la faccio...è troppo"
Disse Elizabeth con le poche forze che aveva, mentre continuava a incanalare elettricità.
"Dai, forza ci manca pochissimo, un ultimo sforzo"
Ci stava provando, non voleva deluderlo, ma sentiva le forze che andavano via.
Lanciando un grido, Elizabeth lasciò andare il tutto.
Si lasciò andare, ansimando, era in una fase di panico, non capiva ciò che stava accadendo.
"Stai bene?" Chiese Tony preoccupato
"Io...scusa..era troppo forte..scusa, ti ho delusa.."
"No, non preoccuparti, ho preteso molto da te, e sei stata bravissima, molti non avrebbero resistito"
Disse lui per rassicurarla
Attirato dal grido, entrò nella stanza Capitan America.

Jane camminava al fianco di Doctor Strange, suonava quasi come un sogno, ma era così, e lei non ci poteva credere.
Arrivati in fondo al corridoio Strange le aprì una porta e la fece entrare in una stanza in stile orientale, la seguì e si chiuse la porta alle spalle. Jane si ritrovò al centro della stanza dove c'era un tavolino con sopra una teiera e due tazzine, la fece accomodare su di un cuscino adagiato sul pavimento ed improvvisamente vennero circondati da una dimensione specchio, Jane rimase basita a quella vista e mentre contemplava la dinamica dello spazio Strange le spiegò cos'era appena successo:"ho aperto una dimensione specchio, in modo tale da non venire disturbati nel caso qualcuno dovesse entrare, infatti noi potremmo osservare quello che avviene all'esterno mentre gli altri non possono vederci o percepirci."
"Oh, capisco."
Strange si accomodò di fronte a Jane e le versò del the, questa lo cominciò a sorseggiare, si rese conto che aveva fame.
"Ora, si concentri e provi ad indovinare a cosa sto pensando"
"Ma, non dovresti aiutarmi a sviluppare l'altro?"Chiese Jane
"Meglio due poteri che uno, cominceremo da questo con il quale hai più familiarità."
Jane chiuse gli occhi e sorrise sentendosi un po' imbarazzata ma poi riuscì a concentrarsi.
"Perché pensa ad un cane che mangia del sushi? Mi figuravo pensieri più intelligenti da parte sue."
"La prego mi dia del tu"
"Faccia altrettanto con me" disse Jane sorridendogli timidamente.
"Dai riproviamo con una cosa più complessa"
Passò qualche istante.
Jane lo fissò, non capiva se avesse indovinato realmente ciò a cui stava pensando, lui la guardò con uno sguardo per confermare che stava pensando ad un bacio fra di loro, quindi questo si sporse cercando le labbra di Jane che stava sporgendo anch'essa il volto, le loro labbra erano lontane uno o due millimetri, quando un urlo spezzò quel momento.
La dimensione specchio si frantumò, Jane e Doctor Strange di guardarono per poi correre velocemente all'esterno e piombarsi nella stanza da cui provenuta la voce spezzata di Elizabeth.
"Che succede?!-Esclamò Jane-Oddio Liz stai bene?Elizabeth ehi!" Proseguì scuotendo l'amica.
Strange si guardò intorno: nella stanza c'erano Capitan America, Spider-Man e la Vedova Nera che erano accorsi anch'essi al grido, poi posò uno sguardo di rimprovero su Stark, sapendo che la causa dello svenimento di Liz era stato lui.
Immediatamente Strange sollevò Elizabeth dal pavimento e uscì dalla stanza per poi adagiarla sul divano di pelle bianco.

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