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Ian's pov

Sono seduto su questa fottuta sedia da quattro ore con le mani tra i capelli e la testa che mi scoppia...

I miei amici sono tutti qui all'ospedale da circa due ore e dopo la mia chiamata a Justin non ci siamo più parlati.

《Amico stai bene?》 Justin si siede accanto a me posandomi una mano sulla spalla e svegliandomi dallo stato di trance...

Alzo gli occhi e guardo l'orologio... è passata un'altra ora da quando sono qui.

《No... Non sto affatto bene》 lo guardo 《glielo avevo promesso... glielo avevo promesso!》 Urlo alzandomi in piedi e facendo sobbalzare tutti...

《Fratello non è colpa tua》 《si! Si che lo è! Le avevo promesso che non l'avrei lasciata sola e invece ora sono qui in questo fottuto ospedale a sperare che sia viva!》

Non riesco ancora a credere a come la situazione sia degenerata in maniera così drastica. Un attimo prima eravamo tutti felici della notizia del matrimonio di mio padre, e un attimo dopo Savannah era stata catapultata a terra da un auto.

《Brown?》 Alzo gli occhi e guardo l'infermiera che ha nominato Savannah 《salve》 mi avvicino 《è un parente della signorina Savannah Brown?》

《Ehm no... veramente no...》dico sperando ugualmente in qualche notizia positiva 《bene... mi sa dire chi sono i parenti della ragazza?》chiede

《Sua madre è tornata un attimo a casa...io sono il suo ragazzo》

mi scruta per un attimo e poi continua 《mi dispiace ma, in questo caso, non posso darle informazioni a riguardo》fa per allontanarsi ma io l'afferro per il polso.

《La prego! Ho bisogno di sapere se sta bene》 supplico ma lei si scrolla la mia mano di dosso 《ma come si permette?! Ora chiamo la sicurezza!》 Alza la voce arrabbiata.

Carter si avvicina e mi scanza con una spinta tanto potente da farmi perdere l'equilibrio e barcollare, poi si avvicina all'infermiera.

《Lo scusi davvero, io sono il fratello...》 Non riesco a sentire più niente perché Justin mi trascina a sedere. 《Ma sei impazzito?!》 Mi sussurra infuriato e io non riesco più a trattenere la lacrima che adesso mi scivola amara sulla guancia.

Quando vedo entrare Anabelle insieme a mio padre, l'asciugo subito. Mi alzo e con poche, ampie falcate li raggiungo. La mia futura matrigna ha gli occhi gonfi e la faccia rossa e piena di lacrime e mio padre le avvolge un braccio intorno alla vita per sostenerla.

《È tutta colpa mia!》 Sussurra in modo straziante e si getta tra le mie braccia. Tutto quello che provavo fino ad un momento fa scompare in un  attimo lasciando spazio al nulla più totale.

Non sento più nulla.

Quando la madre del mio angelo mi stringe a sé, io rimango immobile e con sguardo neutro, senza ricambiare la stretta.

《Sì, hai ragione》 dico senza lasciar trasparire alcuna emozione, dato che non mi sfiora nemmeno una di queste e lei si allontana spalancando gli occhi.

È tutta colpa sua, tutta colpa sua. Se lei non avesse abbandonato sua figlia 19 anni fa, a quest'ora la mia ragazza avrebbe una vita serena, senza preoccupazioni, e in questo momento non sarebbe sdraiata su un letto d'ospedale a lottare contro la morte.

《Ian adesso stai proprio esagerando》 mi ammonisce mio padre con la voce più autorevole che abbia avuto in questi 10 anni e io sorrido amaramente.

Anabelle si butta tra le sue braccia piangendo ancora più forte e io mi allontano da questa scena patetica.

Mi avvicino a Carter che, solo ora me ne accorgo, è più pallido di un cadavere.

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