«Park!»
«Park!»
«Park!»Essere in prova è l'inferno.
Mi passai il dorso della mano sulla fronte, sbuffando mentre posavo l'ennesimo scatolone strapieno di vestiti appena scaricati.Ogni scusa era buona, per i miei superiori, per farmi fare il lavoro che avrebbero dovuto invece far loro. Il mio cognome veniva chiamato da qualsiasi angolo del negozio, ed io cominciavo a sentirmi esausto ancor prima di cominciare.
Ma non potevo dir molto contro di loro. Ero appena arrivato, e quel lavoro mi serviva. Non sarebbe durato per sempre quel trattamento, no?
Nell'aria si sentiva la leggera musica che la radio del negozio passava durante l'orario di lavoro. Sospirai. Mi sarebbe piaciuto cantare, scrivere testi e farli sentire al mondo. Ma non era per gente come me.
Io? Io per ora potevo puntare al farmi assumere a tempo pieno in quel negozio di abbigliamento maschile.
Aprii lo scatolone, per vedere di che merce si trattasse. La mia gola si fece più stretta quando, guardando all'interno, vidi che era pieno di camicie.
Mi passai la lingua sulle labbra, sentendole secche. Sono soltanto camicie, Jimin. Con uno scatto richiusi lo scatolone. Mi chiesi perché la mia mente si fosse messa ad immaginare corpi dal fisico invidiabile con addosso quegli stessi indumenti.
Scossi la testa, per tornare alla realtà. Non vorrai farti licenziare perché non sai mettere un freno a quella tua parte della tua testa? Mentre risalivo le scale del magazzino, sentii di nuovo la voce del mio superiore.
«Park, c'è un cliente appena arrivato ma sia Namjoon che Hoseok sono occupati. Potresti pensarci tu?»
A differenza degli altri, Seokjin era il più cordiale quando si trattava di chiedermi qualcosa.
Guardai per il negozio, cercando la figura del cliente. Mi sentivo un po' felice, ed emozionato. Non mi era mai stato chiesto di aiutare qualcuno nei propri acquisti in negozio, di solito si rivolgevano a me soltanto per riordinare il negozio. Ero come se fossi tornato al primo giorno di scuola.
«Ciao, benvenuto da “j-a-m-s”» avevo sentito quella frase un numero così alto di volte che ne avevo perso il conto «Posso aiutarti in qualche- oh.»
Quando Seokjin aveva parlato di un cliente, non mi era passano nemmeno per un attimo in mente che potesse essere un ragazzo dall'aria così giovane.
Ma non fu quello a sorprendermi, piuttosto il modo quasi brusco con cui mi ritrovai a non saper più comunicare di fronte al suo viso.
Il ragazzo alzò un sopracciglio. «Mh, sì?» chiese, quasi aspettando che terminassi di parlare.
«Tu...» continuai a borbottare. Improvvisamente provai il grande desiderio di tornare nel magazzino da quel bello scatolone di camicie. «...Sei davvero bello.»
Cosa cazzo avevo appena detto?
«Scusami?»//
spazio ebbastama quanta fantasia possiedo
per chiamare un negozio di
vestiti "jams"***
nuova storia breve!
in onore di @/mussi aka
compagna di classe e
gf platonicala parte divertente è
che non leggerà mai
questa storia.pensavo di farla un po' più
divertente rispetto alle
mie altre storia (sì,
proprio così, incredibile.)
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fetish ✓
Fanfictionyoonmin - pleasxntville | « cosa sarebbe un feticismo? » dove jimin non sa di avere un feticismo per le camicie e yoongi entra nel negozio dove lavora per acquistarne una. // è una storia scritta per totale divertimento e noia, non prendete nulla...