° quattordici °

3K 278 110
                                    

quando non hai idea di
cosa far accadere nei capitoli
e pensi che continuando ad evitare
di scriverli magari un giorno si
creeranno autonomamente.

— ☼—

Le parole mi colpirono con la violenza di un martello che sbatte su un chiodo, buttandomi con le spalle contro un muro per la rudezza delle parole arrivate così all'improvviso. Come se non me l'aspettassi, non fossi preparato ad una cosa del genere, perché la mia mente aveva già ideato un finale per sé. I miei occhi si sgranarono leggermente, e sbattei le palpebre dando l'idea di non aver capito, probabilmente perché speravo di non aver capito. Di aver frainteso, di aver sentito male.

«Non so cosa si potrebbe indossare ad un primo appuntamento,» continuò Yoongi, ignorando la mia espressione quasi delusa. Come poteva importargli? Ero solo un commesso dall'aria carina. «Qualcosa per fare colpo, in modo che non si dimentichi di me.»

Era come tentare di mandar giù un boccone grande quanto il colosseo. Mi sentivo la gola bloccata anche solo immaginandolo. Personalmente, avrei trovato difficile dimenticarmi di Yoongi qualunque cosa stesse indossando, anche in pigiama l'avrei trovato comunque nei migliori dei suoi modi. Eppure, ovviamente, non potevo negare che esistesse un capo che lo rendeva davvero una figura angelica scesa in terra. Ma non potevo dirglielo.

Il solo pensiero che avrebbe potuto indossare una camicia per un appuntamento con qualcuno che non ero io mi rendeva le ginocchia così deboli. Tornava velocemente in me quella parte di profondo egoismo, che mi rendeva una persona che non avevo mai saputo essere. Gelosa, quasi possessiva, e disposta a qualsiasi cosa.

«Qualcosa non va?» Domandó Yoongi in seguito al mio silenzio, forse leggendo la mia espressione distorta o forse annoiato che ci mettessi così tanto a servirlo come commesso del negozio. Alzò di poco il mento, facendolo sembrare più alto di me.

Mi passai una mano fra i capelli, un gesto che ero solito fare e che speravo mi aiutasse a tornare alla realtà. «Tutto a meraviglia» risposi, con un tono che non pensavo di avere, e mi sorpresi io stesso ad usare. E così Yoongi, che alzò un sopracciglio, ma non gli diedi peso. Diavolo, perché non si è fatto servire da Namjoon?

Mi sentii schiacciato senza motivo. Volevo allontanarmi al più presto da Yoongi, per la prima volta, e l'unico modo per farlo era servirlo in fretta. Poi, sarei finalmente tornato a casa e avrei potuto con Taehyung. Chissà, se la cosa che voleva dirmi non era proprio che l'altro si vedeva con qualcuno. Mi guardai attorno. «Elegante o più sul casual?» domandai.

Yoongi si strinse nelle spalle, poco interessato e facendomi sentire leggermente infastidito. Se non gli interessava perché si stava comprando dei vestiti? Si mettesse quelli che già aveva. «Un pantalone nero ed un maglione?» proposi, cercando di leggere le sue espressioni fin troppo complesse.

Si voltó a guardarmi negli occhi, facendomi sentire subito quanto fossero profondi e duri, come a ricordarmelo. Mi sentii subito come un cucciolo indifeso, ma sembravano d'accordo con la mia proposta di abbigliamento quindi gli dissi di seguirmi affinché potessi mostrargli qualche abbinamento.

Speravo che alle mie spalle Seokjin e Namjoon potessero vedere quanto stessi lavorando duramente, almeno avrei potuto salutare gli infiniti scatoloni che costantemente dovevo trasportare per il negozio. E allo stesso tempo, speravo mi vedessero troppo imbarazzante e chiedermi di lasciar fare loro.

Le mie piccole mani si mossero per sistemare il maglione grigio sopra ai pantaloni che avevi precedentemente fatto scegliere a Yoongi. Quest'ultimo sembrava più preso a guardare quelle che i vestiti. «Sono davvero piccole.» lo disse come se pensasse che non lo avessi mai notato prima.

Alzai gli occhi al cielo, leggermente nervoso che l'avesse notato, e di riflesso tirai indietro le mani per nasconderle dietro alla schiena, sotto pressione. Yoongi alzò un sopracciglio. «Ho detto qualcosa di sbagliato?»

Scossi leggermente la testa. «No, mi da solo fastidio che mi di facciano notare queste cose.» risposi soltanto, sfidandolo con uno sguardo tagliente. Ma era come andare contro ad un giocatore professionista, ed abbassai quasi immediatamente il volto. Anche Yoongi tornò a guardare gli abiti.

Qualcosa sembrò cambiare in lui, perché alzò una mano con un cenno annoiato e mi disse di portare tutto in cassa. «Non preferisci provarli?» domandai sorpreso, ma lui scosse la testa impedendomi di parlare ancora. «No, sono perfetti così, dimmi soltanto quanto ti devo.»

Portai i vestiti verso la cassa, e Seokjin mi fece spazio così che potessi avvicinarmi al registratore, cominciando a battere i prezzi sulla macchina. Non feci nemmeno in tempo a pronunciare il prezzo già mostrato sul pannello digitale in direzione di Yoongi, che quest'ultimo aveva già sfilato la propria carta di credito dal portafogli e me la porse tenendola in bilico tra l'indice e il medio.

Deglutii, prendendola mentre lui non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo e lo lasciai inserire il codice. «Certo che sei qui da poco e già hai trovato qualcuno con cui uscire.» feci notare io, mentre Yoongi finiva di digitare i numeri e mi guardava recuperare la piccola macchina elettronica che usavamo per le carte di credito.

«È giusto una casualità se ci siamo incontrati.» rispose senza tono Yoongi mentre guardava di nuovo le mie - piccole - mani che mettevano i vestiti nella busta. «E tu? Non esci con nessuno?»  domandó, e potevo sentire quella punta di curiosità che bastava per farmi sentire subito meglio, quasi fosse stata una medicina.

Rimasi con le labbra semi aperte, le sopracciglia leggermente alzate. Stava chiedendo di me, e non con un tono di cortesia. «Io? Non penso esista la persona giusta per me.» risposi, alzando un angolo delle labbra in un sorriso dall'aria malinconica.

«Come sei presuntuoso e allo stesso tempo sconfitto. Sei giovane, come puoi ritrovarti a fare già pensieri del genere?»

Mi passai la lingua sulle labbra, spostando lo sguardo e passandogli la busta azzurra del negozio contente i suoi acquisti. «Ti va una di queste sere di cenare insieme? Non ho ancora fatto la figura del vicino di casa eccellente.»

Lo sguardo di Yoongi si illuminò appena, forse divertito dalle parole e dal coraggio che gli stavo mostrando, in contrasto con il carattere imbarazzato e un po' imbranato che gli mostravo di solito, dove mi ritrovavo ad inciampare sulle mie stesse parole. «Quando vuoi.» rispose, riprendendo ancora una volta il proprio portafogli e tirando fuori un piccolo biglietto «Chiamami appena hai idea del giorno.»

Strinsi tra le dita quel piccolo foglio di carta spessa come il trofeo più importante che avessi mai vinto. E che vittoria. Non avevo idea del perché ci stessi ancora provando, nonostante quello che mi aveva già accennato Yoongi, ma era comunque un primo punto nei miei confronti. Mi portai il biglietto al petto, facendo un profondo respiro e rendendomi conto che quel ragazzo aveva fin troppa influenza fino alla parte più profonda di me. Era come se gli appartenessi già, completamente.

—☼—

che parto scrivere questo
capitolo che fa anche molto
schifo
ho la paurissima di essere
davvero molto ripetitiva e
penso che sistemeró tutto
una volta che comincerò a
rivedere anche i primi capitoli
per sistemare anche quelli
adesso però non ne ho voglia
quindi non so quando ciò accadrà

ho iniziato un nuovo kdrama e
mi sta prendendo un sacco nice

fetish ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora