special - buon natale, parte uno

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" jimin, quale parte di "la cena è alle otto" non ti è stata chiara? " ripeté per la terza volta il maggiore della coppia, questa volta utilizzando un tono più serio e duro delle due precedenti. si passò una mano fra i capelli e si inumidì le labbra, per poi andare indietro col busto fino a poggiarsi allo schienale del divano, lasciando andare un profondo sospiro. era nervoso, molto nervoso.

non tanto per il ritardo che si stava andando a creare, data la lentezza del proprio compagno nel bagno, ma a i vari i modi in cui la serata in seguito sarebbe potuta andare a svilupparsi. 

era il loro primo natale. l'idea lo faceva un po' sorridere. non era mai stato un amante del natale, l'aveva da diversi anni ridotta ad una festa senza più un vero sentimento di calore, quanto più ad un triste ritrovo di parenti che per un anno non si sono mai fatti sentire e quella sera invece sono le persone che ti conoscono meglio. che noia, era probabilmente il pensiero più usato da yoongi per descrivere quella festività. 

" oh, amore, sei il solito " esclamava jimin, quando il proprio compagno cominciava a tirare fuori quella lunga lista di aggettivi che descrivevano il suo sentimento di disaccordo nei confronti del natale. jimin la pensava davvero diversamente da yoongi. sembravano fatti a specchio, quei due.

in confronto, jimin sembrava non esser mai cresciuto, e dimostrava ancora la stessa euforia all'idea di quella festività nell'esatto modo in cui aveva fatto per tutta la sua vita. aveva costantemente il sorriso sul volto, gli occhi si facevano più grande e luminosi alla vista delle luci colorate che si alternavano, ed guardava con gioia i vari addobbi che si trovavano per le vie della città. 

bastava vederlo tirare fuori il suo amato scatolone delle decorazioni, tutto preso a cantare canzoni natalizie che ormai conoscono a memoria anche i muri. si impegnava così affondo anche per decorare un albero, e per attaccare ogni più piccolo particolare ad ogni centimetro della casa. 

semplicemente carino. sorrise yoongi, lanciando uno sguardo all'albero di natale dall'altra parte del salotto. ricordava bene come era stato jimin a dargli precise indicazioni per addobbarlo insieme, e che lui aveva alzato un sopracciglio, sorpreso da tutta quella serietà, ma aveva comunque seguito le sue istruzioni - anche se non gli sarebbe piaciuto farlo arrabbiare un po', aveva un debole per il viso imbronciato del proprio ragazzo. 

" jimin? " lo chiamò, notando che erano passati altri minuti e la porta del bagno non si era ancora aperta. sospirò, esausto. guarda se non ci vado da solo stasera alla cena.

si alzò, raggiungendo la porta e ci bussò delicatamente con la nocchia della mano. " amore? " lo chiamò ancora, più dolcemente, sperando che in quel modo l'altro fosse esortato a seguirlo. non sentendo risposta il maggiore non poté fare a meno di preoccuparsi, corrugando la fronte, e provò a chiamarlo ancora. quando capì che la voce di jimin non aveva intenzione di farsi sentire, abbassò la maniglia. " jimin, si può sapere che ti succede stasera? "

il ragazzo era rannicchiato sulla tavoletta coperta del gabinetto, con le ginocchia al petto e le braccia intorno ad esse. gli occhi sembravano spenti, insoliti sul volto del ragazzo, e le guance erano rosse. yoongi deglutì. non ci voleva un genio a capire che c'era qualcosa che non andava, e ormai il corvino era diventato un mago nel leggere i comportamenti del proprio ragazzo. si avvicinò a lui, piano, e gli passò una mano sul ginocchio. " amore " lo chiamò ancora, con tono adulto e allo stesso tempo premuroso, come un genitore " cosa c'è che non va? "

jimin scosse la testa, e si rannicchiò di più, abbassando lo sguardo ed evitando il volto di yoongi. " non ci andiamo " disse a voce bassa, arricciando le labbra.

" che cosa? "

" ho detto che non ci andiamo. " ripeté il minore, facendo un sospiro. " rimaniamo a casa, per favore. non posso farcela yoongi, scusami. "

anche se le parole e il tono utilizzato da jimin sembravano mettere in primo piano il suo sentimento di dispiacere sincero, e la voce spezzata diceva quanto da solo si sentisse così debole in quel momento, quella frase colpì inevitabilmente il maggiore dritto al cuore. yoongi sussultò, quasi si fosse ferito davvero, e alzò le sopracciglia.

si sentiva improvvisamente strano. era una sensazione simile al tradimento, ma non era assolutamente nulla di tutto ciò. era più una promessa non mantenuta, un'idea che ci si è creati che però non è mai successa. mancanza di qualcosa che non c'è e non c'è mai stato.

la mano di yoongi ricadde lungo il suo fianco, e il suo volto si fece così serio da far sentire freddo al minore. " scusami, yoongi, davvero. non possiamo aspettare ancora un po? perché proprio stasera? " ma le parole non gli arrivavano, erano lontane, era come se si fosse trovato sott'acqua e nulla lo raggiungesse più.

voleva davvero mantenere un buon aspetto, ma non era mai stato bravo a nascondere i propri sentimenti e a contenerli. nei suoi occhi era più che leggibile la propria delusione. " come vuoi, jimin " disse soltanto, con tono acido e davvero deluso. si sentiva pesante, di troppo. e riusciva solo a pensare che forse il suo ragazzo si vergognava davvero di lui.

come c'era da aspettarselo, poco dopo i dolci occhi di jimin si andarono a riempire di lacrime, consapevole di aver rovinato quella che doveva essere invece una splendida giornata. " yoongi, per favore " cercò di chiamarlo, alzandosi e tentando di recuperarlo per stringerlo a sé. aveva bisogno del suo calore, della sensazione che gli dava il proprio corpo stretto a quello dell'altro. ma yoongi era già fuori dal bagno, e aveva recuperato la propria giacca. " t-te ne vai? " singhiozzò spaventato, vedendo lo sguardo gelido che ora viveva sul volto del proprio compagno.

" bé, non c'è molto da fare qui. " rispose subito dopo yoongi, sistemandosi il colletto della giacca e lanciando un'occhiata seria a jimin.

quest'ultimo si avvicinò a lui, prendendo tra le dita la stoffa morbida e confortevole della sua camicia e guardandolo con uno sguardo disperato. arricciò le labbra, sperando che bastassero i suoi occhi a far capire all'altro. era sempre bastato quello. uno sguardo, così poco. si capivano così in fretta loro due.

ma quella sera non bastava nemmeno il piccolo sospiro pesante di jimin, lasciato andare nel momento in cui aveva stretto il tessuto della camicia, per farlo rilassare. 

le mani grandi di yoongi si posarono su quelle di jimin " possiamo fare natale solo io e te, non sarà nulla di meno emozionante di quello con la mia famiglia! " provò a dire il minore, cercando di convincerlo.

il maggiore sospirò, e mise un po' più forza sulla propria presa, fino a riuscire a togliere le mani di jimin dai propri indumenti. " lo so che non te la sentivi, ma per me era importante. " rispose soltanto, con serietà " mi dispiace per non riuscire a capirti.

non riuscì neanche a riuscire dire altro, che abbassò lo sguardo e farfugliando uno "scusami" superò la figura dell'altro e si mosse verso la porta, uscendo da essa e lasciando la figura di jimin sola e tremante nel mezzo del suo appartamento, la sera della vigilia di natale.

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