Day 1

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- Cartella medica -

Nome e Cognome: Harry *****

Età: 19

« Trovato il 22 marzo 2003 dalla dott.ssa Edwards Perrie, nei pressi di Via Manzoni. »

Il paziente è affetto di: attacchi d'isteria avvenenti con ritmo irregolare durante la settimana, la cui causa non ben definita.

day 1

Mi alzai dalla scrivania e sospirai.

Ero appena ritornato in Italia dall'Inghilterra.

Ero stato trasferito nella Clinica Psichiatrica Sarno.

Avevo salutato la mia famiglia,  promettendo alla mia sorellina minore, Lottie, che sarebbe venuta a trovarmi il prima possibile.

Ricordo le treccioline bionde ed i suoi occhi lucidi che mi pregavano di restare con lei, ma il lavoro era più importante, in quel momento.

Il viaggio era stato più stancante di quanto avessi immaginato; tralasciando il fatto che odiavo l'aereo, non avevo proprio dormito.

All'arrivo poi, un uomo aveva sbagliato valigia prendendo quella mia, anche se non penso sia stato proprio un errore dato che il mio cognome era scritto a caratteri cubitali sopra un biglietto attaccato.

Comunque avevo passato solo poche ore nel mio appartamento e avevo lasciato il caos totale con vestiti sparsi a destra e a manca.

Ero arrivato in clinica verso le quattro del pomeriggio ed ero stato accolto dal direttore ed un'infermiera, che mi aveva condotto in una piccola stanza accogliente ed infine avevo posizionato le mie innumerevoli scatole in giro. L'edificio era enorme, e la cartina incollata sulla porta era incomprensibile.

Avevo solo capito che a destra del mio ufficio c'erano delle scale d'emergenza e forse solo in questo modo sarei riuscito ad uscire da quell'immenso labirinto tutti i giorni.

18:30.

Osservai gli scatoloni ancora sparsi nello studio sbuffando: dovevo ancora dare una sistemata, ma come sempre avevo cose più urgenti di cui occuparmi.

Mi era stato assegnato questo ragazzo, Harry, che viveva là da quasi un mese.

Viveva.

Vivere è una parola enorme, ma non solo per questo ragazzo, per tutte quante le persone che stanno qua dentro.

La gente qui, cerca di sopravvivere; nulla di più, nulla di meno.

Mi alzai deciso dalla sedia di pelle nera: dovevo fare la mia prima visita ad Harry e aiutarlo, perché questo era il mio lavoro, il mio scopo.

Attraversai il mio piccolo studio e con un block notes e una penna nera uscii nel corridoio.

Come sarei arrivato nella sua stanza?

Ero appena giunto in questo posto e il mio senso di orientamento di certo non sarebbe stato granché utile. Decisi di chiedere a qualcuno e così scorsi un'infermiera.

«Mi scusi, lei, avrei bisogno di essere accompagnato nella stanza del paziente che devo visitare; un ragazzo di nome... Harry» dissi di getto a quella donna di mezz'età con i capelli tinti di un biondo smorto che le ricadevano sulle spalle. Avevo già perso abbastanza tempo, non potevo sprecarne ancora.

«Sì certo, mi segua » gracchiò la strana infermiera con le guance paffute.

S'incamminò verso l'ala ovest dell'edificio e io la seguii.

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