Harry's pov
Mi trovavo disteso, sul mio misero lettino scomodo, a parlare da solo.
Un mio piccolo rituale, se lo si può chiamare così, era quello di chiedere a me stesso se tutto ciò che avevo attorno fosse giusto o sbagliato.
Anche se, precisamente, non ero del tutto sicuro sul motivo;
se per farmi compagnia in qualche modo, oppure custodire la poca sanità in me rimasta.
Quel giorno però, ero parecchio innervosito, ed era la prima volta in cui la voce non era il problema.
« È giusto aver accettato l'aiuto - per quello che vale - da lui? »
Quella che doveva essere la mia voce rimbalzò su quelle mura e mi ritornò addosso.
Senza risposta.
Perchè l'hai scelto Harry?
In realtà non lo sapevo neanch'io.
Avevo voglia di avere qualcuno accanto che mi ascoltasse, che si prendesse cura di me, che mi proteggesse...
Che almeno provasse a capirmi.
E volevo uscire da qui.
Questa era la ragione.
Sicuro Harry? Soltanto questo?
Mi alzai da quello scomodo letto e mi avvicinai al mio angolo.
Tastai il pavimento per cercare un pezzo di vetro.
Al gelido tocco delle mattonelle la mia mano sfiorò quel pezzo color smeraldo.
Lo afferrai sorridendo.
«Ti voglio bene Angel»
Diedi un taglio netto sul polso, e poi un altro senza pensarci vicino al collo. Chiusi gli occhi.
La prima lacrima segnò il mio viso.
Sei ancora in grado di piangere?
Seconda lacrima.
A quanto pare ti si
Terza lacrima.
Ma adesso evita di bagnare il pavimento Styles
Quarta e quinta lacrima una dopo l'altra.
«Harry!»
Sta volta non fu la mia voce a parlare.
Sta volta era la calda voce di Louis Tomlinson a parlare. Era la sua figura sudata che si avvicinava verso di me con del cotone in mano. Era lui.
«Harry! Non posso ritardare manco un minuto?» disse strofinando il cotone bagnato sul polso.
«No, tu non devi.»
«Ma...»
«Hai detto che mi avresti aiutato.»
Il mio tono gelido riempì la stanza.
Louis piegò il mio collo osservando il taglio ruvido.
«Sei una testa di cazzo Harry...» poi continuò a strofinare il cotone sui tagli.
La sua mano sinistra ferma sul mio petto che mi spingeva contro il muro mentre l'altra era impegnata a curarmi.
«Tu... Louis Tomlinson...» sospirai.
«Tu, devi prenderti cura di me. E devi restare!»
L'espressione del medico divenne seria. Gli occhi blu, nitidi, quasi trasparenti avevano completamente permesso ai miei di penetrare dentro il suo sguardo scrutando ogni particolare della sua pupilla.

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Fourteen days
FanfictionQuattordici giorni per guarire. Quattordici giorni per rischiare. Quattordici giorni per provare ad abbracciare un sentimento: l'amore. (CONTIENE SEQUEL)