Harry's pov.
Mi svegliai sulla moquette, con gli occhi appesantiti.
Mi alzai in piedi, feci due passi e mi resi conto di quanto malinconica fosse casa mia senza Louis ed Angel.
Provai un senso di abbandono che ridusse in brandelli il mio cuore.
Ecco quello cos'ero io senza la mia unica salvezza, assolutamente nulla. Sentivo il pezzo mancante, e questo mi tormentava.
Questo dolore mi dava gli spasmi.
Mi devastava e mi soffocava, lentamente, facendomi provare ogni sfumatura dolente della mia insostenibile angoscia.
Ma cosa volevo sapere io?
Io non sapevo nulla, ero soltanto un cattivo padre che aveva lasciato andare via sua figlia e il suo innamorato in un posto troppo distante, mettendoli in pericolo, mettendosi in pericolo per un pericoloso ricordo, per una mancanza che lo torturava ogni istante, per un vecchio amico che condivideva la mia stessa tortura.
Trattenni i miei occhi fermi sulle foto della mia famiglia felice, sorrisi accesi ed occhi sinceri.
Una cosa però, l'avevo appresa benissimo, che amavo Louis così tanto che faceva male.
«Basta» sospirai girando l'angolo, cercando le mie pillole.
Presi il barattolo delle pasticche e ne versai due sul palmo della mano portandola vicino alla mia bocca, poi, bevvi un po d'acqua.
Ero stanco di morirmi addosso, ero stanco di piangere sul latte versato. Adesso dovevo agire, per Calum e per mia sorella.
Il mio scopo adesso era risolvere tutto questo, avere indietro la mia famiglia e lasciare che Calum potesse iniziare una vita tranquilla.
Impugnai il cellulare in mano, cercai il numero di Calum nella rubrica e lo chiamai.
«Harry?» rispose.
«Calum dove sei?» chiesi.
«Harry, sono le sette del mattino, dove vuoi che sia?» sentii due colpi di tosse «Sono al parco, con dei ragazzi» rispose poi con una tono spensierato.
Capii che c'era qualcosa che non andava.
«Calum, cosa stai facendo?»
Una risatina pungente rimbombò nel mio timpano «Harry tu non sei mia mamma, non ti interessa» rispose.
«Senti figlio di puttana, ho lasciato che la mia famiglia andasse via, sono rimasto qui, disposto a morire per te e tu cosa cazzo fai? Hood, non scherzare, hai capito?» ringhiai mentre lanciai un pugno sul tavolo.
«Harry, calmati, hai ragione» sii riprese «Sono fatto Harry, probabilmente non mi ricorderò neppure di questa telefonata»
Rabbrividii. Tutto il passato sembrava rivivere nella mia mente, sentivo i sospiri, la risata di mia sorella, il calore dell'accendino, il mal di testa dopo essermi fatto una canna, sentii tutto.
«Calum... Senti, possiamo vederci?» chiesi spazientito.
«Certo, ci vediamo stasera alle sette al parco, ok?» disse poi.
«Va bene, a dopo» staccai la chiamata.
Niente cazzate.
Questa era la frase che adesso ripetevo a me stesso.
Niente cazzate.
Louis' pov.
Mi diressi verso il grande portone della clinica Sarno. Era esattamente come due anni fa.
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Fourteen days
FanfictionQuattordici giorni per guarire. Quattordici giorni per rischiare. Quattordici giorni per provare ad abbracciare un sentimento: l'amore. (CONTIENE SEQUEL)