Louis's pov
Afferrai un paio di jeans e scaraventai il pigiama sulla sedia accanto al mio letto.
Ero maledettamente in ritardo. Avevo pensato tutto il tempo ai miei appunti scritti sul blocchetto ed ero anche molto stanco.
Lasciai il finimondo nel mio modesto appartamento e sbattei la porta.
Oh diamine, le chiavi dell'auto!
Oggi non me ne andava giusta una.
Quasi caddi dalle scale per fare in fretta.
Lanciai uno sguardo all'orologio al mio polso sinistro: le otto passate.
Oh merda, merda, merda.
Come se non bastasse c'era un traffico assurdo e dalle strade si poteva sentire il chiasso assordante proveniente dai clacson delle auto.
Così mi arresi e aspettai che il flusso di macchine si estinguesse a poco a poco.
E mi immersi nei miei pensieri.
Oggi.
Era il giorno.
Il giorno in cui mi sarei stato unito-diviso per sempre da Harry.
Quello strano ragazzo era diverso dagli altri pazienti che avevo avuto,nessuno di loro aveva attirato la mia attenzione così tanto,nessuno tranne lui.
Volevo solo aiutarlo.
Aiutarlo a distruggere quella corazza indistruttibile che si era creato, quel buio che aveva dentro.
M'importava di lui, del suo passato,di ciò che pensava.
I suoi occhi avevano bisogno d'aiuto,e quel suo essere apatico era soltanto un modo per non farsi vedere debole.
M'importava di lui, ma perché?
Chiusi lo sportello e mi precipitai in clinica.
Percorsi il corridoio, arrivai negli spogliatoi ed indossai il mio camice. Passai davanti alla segretaria che mi consigliò di andare nella stanza del direttore, poi mi porse la cartella di Harry.
Mi precipitai nella fredda stanza.
Spalancai la porta; Harry scomposto sulla sedia con lo sguardo a terra ed il direttore dietro la scrivania al pc.
«È in ritardo, Tomlinson» mi fece osservare l'uomo.
«Mi scusi non sono abituato a questo traffico,in Inghilterra...»
«Non siamo certo in Inghilterra qui, Tomlinson.» riprese lui.
Mi accomodai nella sedia accanto al riccio che nel frattempo giocava con i suoi capelli. Lo guardai un momento e notai che non aveva più gli stesi vestiti di due giorni fa,profumava di menta ed era pulito;niente sangue pestato in faccia,soltanto cicatrici sparse.
«Dunque. Oggi è il gran giorno. Ragazzo mio, sai bene che giorno è oggi. Oggi dovrai scegliere se continuare la terapia con il dottor Tomlinson...» disse il direttore.
Harry si sfiorò il naso con l'indice e osservò il computer acceso.
«Allora Harry?» insistette l'uomo.
Niente. Odiavo quei suoi inutili silenzi.
Se avesse scelto me sarebbe iniziato un periodo d'impegno,impegno costante.
L'avrei aiutato, l'avrei cambiato,questo lo promisi a me stesso.
«Harry,non abbiamo tutto il giorno! Allora?» riprese il direttore.

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Fourteen days
FanfictionQuattordici giorni per guarire. Quattordici giorni per rischiare. Quattordici giorni per provare ad abbracciare un sentimento: l'amore. (CONTIENE SEQUEL)