Pizza con sorpresa

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Jasper pov

Era lì, davanti a me, più bella che mai.
Mi guardava estasiata come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.
Non sapevo come agire: temevo che, qualsiasi cosa avessi detto o fatto, l' avrebbe spaventata.
" Sei tu" disse semplicemente lei, con tono sbalordito.
" Ciao Alice" risposi
" Conosci il mio nome?"
" So molte cose di te"
Sembrò improvvisamente spaventata da questa mia affermazione: forse avevo esagerato.
Vedevo un'espressione spaventata dipinta sul suo volto.
Iniziai ad avere paura: temevo che potesse scappare via.
Era l'ultima cosa che avrei voluto: ci avevamo messo un sacco di tempo per ritrovarla.


Alice pov

Chi era quell'uomo?
Perchè conosceva il mio nome?
Aveva forse incontrato anche lui qualcuno che mi conosceva?
Mi sembrava impossibile dato che non ero mai stata in America e non conoscevo nessuno che ci fosse stato.
Che fosse un seguace di Voldemort?
Avrebbe senso considerato in che modo lo sognavo ogni notte.
Forse ero sotto incantesimo.
Improvvisamente, mi sentivo incerta: volevo scappare lontano da lì, senza voltarmi indietro
" Eccomi, ho finito" disse Renesmee, irrompendo in sala.
" Guarda un po' chi è tornato da Londra. Ciao nipotina"
Nipotina?
" Ciao zio Jasper"
Quello era suo zio?
Non capivo più niente, avevo bisogno d' aria.
Decisi che sarei tornata a casa a piedi, tanto ci avrei messo al massimo un'ora, e avevo bisogno di camminare.
" Scusate, devo andare a casa" dissi, prendendo la borsa 
" Ma credevo che saresti rimasta per cena" mi disse Renesmee, con aria sconsolata.
" Mi sono ricordata che ho delle cose da sistemare" risposi, raggiungendo l' ingresso a grandi falcate.
" Ti accompagno" disse subito Renesmee.
"No grazie, ho voglia di camminare. Ci sentiamo , il mio numero ce l' hai" le dissi, ricordandole la sim temporanea che avevo attivato appena arrivata in America.
" E tu hai il mio: Scrivimi, mi raccomando " mi rispose lei, mentre mi accompagnava all' ingresso.
Io uscii dalla porta e mi girai per salutarla.
" Certo, ci sentiamo presto" dissi.
Iniziai a camminare mentre Renesmee chiudeva la porta.
Con la coda dell' occhio vidi Jasper guardarmi dalla vetrata del soggiorno.
Lo guardai a mia volta e i nostri sguardi rimasero incatenati per quello che sembrò un secolo, alla fine mi decisi a voltarmi ed andarmene mentre sentivo ancora il suo sguardo su di me.
Imboccai una curva, perdendo così di vista la casa.
Cercai di rilassarmi, concentrandomi sulla pace che mi trasmetteva il bosco intorno a me.

Improvvisamente sentii un ululato.

Non avevo paura: i lupi non mi avevano mai spaventato.
Inoltre avevo con me la bacchetta, per qualsiasi evenienza.
Avevo intuito subito che in quella zona potessero esserci animali simili, era comunque un paese immerso in un bosco immenso.
Fortunatamente la mia casa era a prova di bomba: i due cancelli in ferro battuto erano alti e molto resistenti, lo stesso si poteva dire delle mura che circondavano tutto il perimetro della proprietà.
Non potrebbe entrare neanche un carro armato senza il mio permesso.
Seguii la strada che mi portava in centro città mentre mi perdevo nei miei pensieri.

Iniziai a fare ipotesi su quanto stava accadendo, mentre continuavo a camminare.
Jasper.
Perchè conosceva il mio nome?
Glielo aveva forse detto in qualche modo Renesmee?
No impossibile.
A quanto ne sapevo io, Lui e Renesmee non si erano ancora parlati da quando lei era arrivata.
E allora come?
Come poteva saperlo?
Forse aveva parlato con Rosalie ed Emmet.
Sì, era sicuramente così.
Continuai a camminare e, nel giro di poco tempo, arrivai a casa.
Entrai dal cancello più piccolo e me lo richiusi alle spalle.
Entrai in casa e poggiai la borsa sul tavolino dell' ingresso.
Erano le sei di sera, quindi decisi di rilassarmi su un' amaca accanto al ruscello fino all' ora di cena.
Dopo un po' decisi di ordinare una pizza e, mentre aspettavo il fattorino, mi misi a leggere un libro, sdraiata sull' amaca del giardino.
Parlava di vampiri.
Erano creature che mi avevano sempre affascinato, ma non ne avevo mai incontrato uno.
Sicuramente, se affamati, possono essere molto pericolosi, ma non avrebbero trovato in me una preda facile.
La trama del libro parlava della classica storia d' amore impossibile tra un vampiro e una mortale.
Non capivo come quella ragazza potesse farsi ammaliare così da quel vampiro: personalmente non mi sarei mai fidata, avrei sempre dormito con un occhio aperto.
Dopo qualche capitolo arrivò il fattorino e gli aprii il cancello piccolo con il telecomando per permettergli di entrare, mentre mi alzavo per andargli incontro.
Posai il libro su un tavolo bianco contornato da quattro sedie.
Non riuscivo a vedere bene il fattorino perché portava un berretto che gli copriva il viso.
" Ecco a lei signorina: fanno nove dollari e cinquanta centesimi" disse porgendomi la pizza.
Io mi girai per posare la pizza sul tavolo e presi i soldi dalla tasca dei jeans.
Mi voltai verso di lui, che nel frattempo aveva tolto il berretto.
Ora potevo vederlo bene e rimasi molto stupita: aveva folti capelli neri a spazzola con le punte bionde, profondi occhi neri e labbra carnose.
Sembrava quasi avesse la mia stessa età.
Aveva un fisico mozzafiato, molto simile a quello di Jacob e, come lui, aveva tratti somatici che ricordavano i nativi americani.
Gli porsi soldi che mise in tasca e, finalmente ci guardammo negli occhi per la prima volta.
Il tempo sembrò fermarsi: il suo sguardo intenso mi catturò e io mi persi nei suoi occhi.
Lo vidi schiudere leggermente le labbra: mi guardò come se avesse visto qualcosa di straordinario.
" Non credo di aver mai avuto il piacere di conoscerti, mi chiamo Alice" dissi porgendogli la mano che lui afferrò subito, boccheggiando.
Non sapevo se considerarmi lusingata o meno dalla sua reazione.
Ero sempre stata consapevole di essere attraente ma una reazione simile non mi era mai capitata.
Nonostante questo non mi feci intimidire.
Non potevo certo nascondere che fosse un ragazzo carino e che, in qualche modo mi attraeva e incuriosiva al tempo stesso.
"Piacere Trey" disse lui, stringendomi la mano.



Trey pov

Era lei.

Il mio imprinting.
Mi persi nei suoi occhi verdi: era meravigliosa.
Quei capelli lunghi, mossi, quello sguardo dolce.
Ora che l'avevo trovata non avevo intenzione di perderla
Non pensavo che l' imprinting con una ragazza potesse farmi sentire così.
Era come se la mia vita, fino a quel momento, non avesse avuto nessuna ragione di esistere.
Era come se, in quel preciso istante in cui i nostri occhi si erano incontrati, fosse iniziata per me una nuova vita.
Avrei fatto qualunque cosa per renderla felice.

Morirei Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora