A Camila

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Le luci della casa di Lauren erano spente, il salotto enorme e minimal era illuminato solo da luci a intermittenza, simili a quelle da discoteca. È un mese che sono uscita dal programma, è un mese che faccio quasi ogni sera festa. Prima con i miei amici di liceo, poi con gli amici del programma, poi con la crew della mia prima etichetta discografica, e oggi, per la seconda volta, con gli amici di Lauren, che ormai erano anche un po' miei amici. Avevo imparato a capire che Veronica Iglesias fosse tanto una rivale in tutto, per Lauren, quanto una amica fidata e inimitabile, spesso mi divertiva vederle competere  anche per la cosa più stupida e poi abbracciarsi e starsi accanto come davvero poche amiche sanno fare. Avevo imparato anche che Halsey e Hayley, essendo due cantanti anche loro, potevano vedersi poco con Lauren, a parte featuring o feste importanti, ma che erano sempre lì, l'una per l'altra, e si ispiravano a vicenda sulla musica, anche solo facendo facetime. Gli altri amici di lei, è ancora presto per inquadrarli, del resto non amo inquadrare la gente, preferisco che mi si formi un'idea di loro in modo spontaneo.

Mentre sento il sudore lieve sul mio volto, per il ballo frenetico durato ormai due ore, ripenso a quanto assurdo ed eccitante sia, un mese intero di continui festeggiamenti in onore del mio percorso e del mio successo per il contratto per la Epic Records. Lauren non fa altro che scarrozzarmi ogni sera con la sua moto, stando bene attenta ai paparazzi, vegliando su di me ad ogni party. L'idea non mi disturbava, ma non volevo sentirmi trattata da bambina da tenere sott'occhio, volevo che Lauren si fidasse di me."Sei da controllare, nena", era la giustificazione di ogni sera, di quella dea dagli occhi verdi, che finiva sempre per convincermi che fosse la cosa giusta per me, l'essere controllata.

Vedo Lauren, dispersa tra il buio e i flash delle luci, ridere mentre balla con un paio di suoi amici. È la prima festa in cui la vedo bere e ballare, rilassandosi. Era con i suoi amici, del resto, ed in piú è una festa a casa sua, e sapeva che sarei stata al sicuro qualsiasi cosa sarebbe successa.
"Culo cubaaanooo, facciamo un brindisi in tuo onore!", la voce stridula di Vero riecheggia nel mio orecchio, all'improvviso, e girandomi verso di lei, che mi aveva preso i fianchi con le sue mani, alzo gli occhi al cielo ridendo e le tolgo le mani dalla mia vita, scuotendo la testa,

"Se il Giaguaro ti vede toccarmi, ti fa fuori, Vero... Stai buona, non voglio avere sulla coscienza un cadavere, questa notte.", le dico indicando Lauren con lo sguardo, che sembra non essersi accorta della nostra scena. Era abitudine, tra me e lei, chiamare Lauren, Giaguaro, perchè Vero la prende sempre in giro per il suo comportamento predatorio e attento, ed estremamente territoriale.

Vero giá brilla da un pezzo, ride in modo esagerato alle mie parole colpendosi la fronte, come se ci avesse appena pensato,
"Quella troiona di Jauregui deve imparare a condividere le sue prede, Cabello. È scortese da parte sua..."
Io la guardo capendo il suo solito gioco di flirt e mi avvicino a lei per sovrastare la musica, con la mia voce, in modo tale che lei mi sentisse,
"Forse non è chiaro, Iglesias... La colpa non è del Giaguaro che non condivide, ma è della preda che non vuole farsi prendere."
Lei mi guarda fitto e dopo si lascia in una risata stupita e quasi incredula,

"Sei proprio sexy, Cabello. Fortunata, la mia Lolo."

Ridiamo entrambe e riprendo a ballare prendendo dalla mano di lei, un bicchiere di alcolici e portandomelo alla bocca.
Festeggiare a casa di Lauren era la cosa piú rilassante che potesse esserci, lo trovavo catartico, rigenerante. Mi sentivo a casa, insomma. Piú volte sono rimasta, in questo mese, a dormire da lei, nella sua villona elegante e pulita, nonostante fossi tornata a vivere dalla mia splendida e amata famiglia. Casa di Lauren era ormai un po' come casa mia, lei aveva piacere a vedermi girare per casa sua come una mogliettina felice, e io adoravo passare ore da sola con lei, in un ambiente cosí intimo e rilassante come casa sua.
Con i miei genitori, invece, diciamo che tornare a casa mia, dopo quasi un anno di indipendenza, e ricordarsi di essere degli adolescenti, è tremendo. Soprattutto se i tuoi genitori non sono pronti a vederti cambiare, di punto in bianco, i ritmi di vita. Da essere una studiosa casa e scuola, sono diventata una 19enne molto impegnata con la mia vita sociale, esco spesso e passo lunghe giornate nella sede di Miami della Epic, faccio interviste post programma, e sto giá lavorando sul mio primo album.

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora