Aspetta

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Lauren va via sbattendo la porta e io resto pietrificata, con un nodo in gola. Fuori piove, e sento il rumore della pioggia cadere fitto sulle finestre. Fisso il cofanetto lasciato da lei sul mobile e non riesco nemmeno a pensare di aprirlo.

"Sinu, nostra figlia è proprio la tua fotocopia."

Ingoio a vuoto e vado verso la porta d'ingresso, aprendola e correndo sotto la pioggia, sperando di trovare ancora Lauren nei paraggi.

"LAUREN! ASPETTA!", lei mi guarda da dentro la sua macchina e mette in moto andando via. Resto rotto la pioggia, sperando che l'acqua mi tolga di dosso ogni sensazione negativa.

La voce di mia madre mi richiama in casa, essendo già tutta inzuppata, così torno dentro, e vengo abbracciata da un accappatoio che aveva mio padre in mano. Mia madre mi sorride dolcemente con un asciugacapelli in mano.

"Vieni, nena. Altrimenti ti prendi un malanno."

Piango a dirotto, mentre mia madre mi asciuga i capelli in salone. Il senso di colpa mi stava divorando. E' vero, non riesco a fidarmi mai di lei, con i miei ex non è mai successo, forse perchè non ci tenevo io abbastanza. Qualcosa deve cambiare, altrimenti rischio di perdere Lauren, ed è l'ultima cosa che voglio.

Mio padre si siede accanto a me, stringendomi con un braccio e mi porge il cofanetto di Lauren.

"Questo è tuo."

"Grazie, papà...", tiro su col naso.

"Pensi sia andata dai suoi genitori?" 

"No... credo sia tornata a Los Angeles. Non ama molto stare dai suoi, se ha già l'umore cattivo."

Lui annuisce.

"Non è così che doveva andare... Ho rovinato tutto."

"Questo perchè sei figlia di tua madre... Anche lei rovinava sempre tutte le mie sorprese. Questo è perchè siete troppo ossessive, volete controllare tutto.", dice lui scherzosamente.

"Scusami per prima, pa..."

"Per cosa?"

"Per aver detto certe cose... intime, davanti a voi."

"Beh, non che sia il massimo immaginarmi la mia principessa che viene... ehm... però tranquilla, non sono scemo. So che fate queste cose, sarebbe strano se non lo faceste. Ti tratta bene?"

"Sì..."

"Sicuro? Non ti costringe a fare niente contro il tuo volere?"

"No, lei è perfetta..."

"Allora sono felice per te, e per voi."

Rido, notando l'imbarazzo di mio padre. Poi un pensiero inizia a ronzarmi in testa e inizia a tormentarmi, 

"Pa... Non credo di essere pronta a sposarmi."

"Basta dirglielo..."

"Non voglio ferirla ulteriormente. Non voglio che ci resti male o pensi che non la amo."

"Lauren è una persona molto intelligente, nena. Sono sicuro che capirà."

"Ma lei è grande... Capisco il suo desiderio di volersi sistemare."

"E lei capirà il tuo desiderio di sentirti ancora piccola... Vedrai."

Annuisco in silenzio, posando la mia testa sulla spalla di mio padre e chiudo gli occhi per rilassarmi.

"Cosa le hai sussurrato prima? Mentre stavo per salire le scale?"

Lui ride, "Le ho detto 'dille che la ami'... Con tua madre funzionava sempre. Tornava da me per insultarmi in qualche modo, ma almeno avevo più tempo per parlarle e chiarire. Quel brutto vizio di trarre le conclusioni affrettate non se lo è mai tolto."

"Alejando vedi di non fare troppo il galletto, che ti abbasso la cresta veloce, sai?", mia madre spunta dalla cucina. Ridiamo e poi viene a dare un bacio sulle labbra di mio padre. E poi guarda me, piegandosi sulle ginocchia per arrivare alla mia altezza, che ero seduta sul divano.

"Karla, queste cose succedono... Ma è bello chiarirsi e fare la pace... Torna a Los Angeles. Fate l'amore, e risolvete!"

"Oddio Sinuuu! Ho già sentito abbastanza per oggi!", mio padre si tappa le orecchie facendoci ridere entrambe.

Sospiro e scrivo a Dinah. Ci siamo sentite molto da quando mi sono praticamente trasferita a Los Angeles, e in questi giorni a Miami, ci siamo finalmente riviste.

Messaggio a DJ:

<<Ho fatto una stronzata>>

Messaggio da DJ:

<<Ti pareva... Cosa?>>

Messaggio a DJ:

<<Non mi stava tradendo.>>  

Messaggio da DJ:

<<COSA? CHE BELLA NOTIZIA!>>  

Messaggio a DJ:

<<... Voleva chiedermi di sposarla.>>  

Non ricevo risposta da Dinah e aspetto impaziente la sua risposta per almeno 15 minuti, risposta che non arriva fino a quando non sento un clacson che suona impazzito. Mi affaccio alla finestra e vedo Dinah in macchina farsi tutto il viale di casa mia correndo, con i finestrini aperti, suonando il clacson e urlando come una fuori di testa.

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH"  

Scoppio a ridere. Questa donna è fuori di testa, me ne convinco ogni giorno di più. Ovviamente non esco di casa, dato che impazza ancora il diluvio. Apro solo la finestra,

"DINAH SEI PAZZA, VAI A CASA!"

"TU ORA PRENDI UN VOLO PER LOS ANGELES, TROIA, E TI VAI A SPOSARE QUEL PEZZO DI GNOCCA, CHIARO?!"

"TU SEI MATTA, DINAH JANE."

"VADO IN AEROPORTO A PRENOTARE I BIGLIETTI PER DOMANI. ALLE 15 ABBIAMO IL VOLO, CHIARO? DEVO ANDARE ANCHE IO A LOS ANGELES PER UNA CONFERENZA."

Rido davanti all'organizzazione della mia amica, sapendo di non poter dire di no.

"VA BENE, HANSEN CERCA DI NON ANDARE A SBATTERE CONTRO QUALCHE PALO"

"CI PROVO! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH", sgomma riprendendo a suonare il clacson come una forsennata.


E va bene, andiamo a riprenderci la nostra donna.

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora