Gli occhi più belli

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Erano cinque ore che sono seduta su questa poltrona del jet. Il mio sedere doleva, ormai, da tre ore almeno. Mi alzo di tanto in tanto per sgranchirmi le gambe e faccio una puntatina al bagno. Finalmente a brave avrei toccato terra a Miami, dove già mi aspettava Lauren, in aeroporto.

"Signorina si sieda, ci prepariamo all'atterraggio."

"Oh, grazie a Dio, non ce la facevo più."

"Ci scusi il ritardo, ma c'è stato maltempo a metà rotta e abbiamo dovuto allungare il percorso per evitarla."

"No, figurati non ce l'ho con voi, sono io che non ce la faccio più a prendere aerei."

L'atterraggio avviene dolcemente e in modo fulmineo, arraffo tutte le mie cose, buttandole velocemente in borsa in modo del tutto disordinato e scendo le scalette del jet, decisa a correre dentro l'aeroporto. Una figura in piena pista di atterraggio, inondata dalla luce del sole che batteva come non mai, mi riporta alla realtà e mi fa quasi sobbalzare.

"LAUREN!", faccio cadere sull'asfalto rovente la mia borsa e lascio il manico del mio trolley, correndo incontro alla mia donna preferita, lei ride in modo genuino e spontaneo, mostrandomi i suoi denti bianchissimi, e le salto al collo attorcigliando le mie gambe attorno alla sua vita.

Le sue mani mi erano mancate. Non solo loro, anche la sua pelle, il suo profumo, la sua voce. Semplicemente la sua presenza. Dopo la sorpresa che mi fece, venendo un mese fa nel mio hotel, la mia mancanza verso di lei è triplicata.

"Ciao, bambolina... Ma che sei dimagrita? Ti sento più leggera...", mi fa sobbalzare facendo delle leggere flessioni con le sue gambe, io ancora avvinghiata al suo corpo, e ridiamo entrambe.

"Dio, non dirmelo, non ci sto capendo niente con il jetlag e tutti gli orari scombinati!"

"Scommetto che mangiavi solo quando sentivi fame...", mi lascia scendere, toccando nuovamente con i piedi sul cemento.

"Ehm... Perchè, come avrei dovuto fare?", la guardo curiosa, il sorriso non si scollava dai visi di entrambe.

"Immaginavo... Devi calcolare le ore, metterti una sveglia ogni sei ore circa, e mangiare anche se è piena notte o se non ti va. Se aspetti la fame, non ti verrà mai, perchè il senso di fame è regolato dai ritmi del sole. Passando attraverso più fusi orari a distanza di un paio di giorni, per tanti mesi di fila, finisce che il corpo mette in standby il senso di fame, perchè non capisce quando farlo scattare." 

La guardo affascinata dalla sua capacità tempestiva di avere una risposta a tutto, e allo stesso tempo divertita dalla sua parlantina.

"Ma questa cose le hai imparate da sola o te le hanno dette?", le dico per prenderla in giro, mentre lei prendere la mia valigia e borsa e ci avviamo dentro l'aeroporto.

"Nessuna delle due. La mia intelligenza è innata."

Ridiamo e la spintono. In taxi non smetto di guardarla, è semplicemente perfetta. Più volte prendo il suo volto con una mano e le dico, "Guardami, non smettere...", lei mi sorride e mi guarda per un po'. I suoi occhi sono i più belli che abbia mai visto, e non sopporto quando non sono posati su di me. 

"Abbiamo modo di stare da sole prima di andare dai miei?"

"Uhm, potremmo andare da me..."

"Dici nella tua villa qui a Miami?"

Lei annuisce e mi sorride. Mi piace quella villa, ha visto nascere il nostro amore e quel letto ha assistito alle nostre prime notti d'amore. Acconsento e in tre quarti d'ora di traffico arriviamo in villa. La casa è stranamente in ordine, e la cosa mi salta all'occhio, dato che so che Lauren è una gran disordinata.

"Quando non ci sono pago una colf per togliere la polvere e arieggiare la casa, altrimenti per tutti i mesi che manco sarebbe piena di ragnatele.", ridacchia lei.

"Ah, mi sembrava strano infatti... Ricordo che l'ultima volta che siamo state qui abbiamo lasciato la casa in un bel caos.", ammiccando e prendendole distrattamente la mano.

Lei ride alla mia constatazione e si siede sul divano in pelle bianca del soggiorno e mi guarda, "Allora, come mai mi hai chiesto di voler stare sole? Vuoi ricaricare la tua decapottabile?"

La guardo stranita, non capendo. Poi il suo viso si apre in un'espressione divertita e non facendocela più a resistere scoppia in una risata fragorosa, e capisco che stava ridendo ad una sua prossima battuta, come suo solito. La guardo con rimprovero, anche se il sorriso non voleva davvero togliersi dalla mia faccia, e lei alza una mano verso di me, come per dirmi di aspettare che la sua risata terminasse,

"La tua decapottabile sotto la pioggia...", mi mette una mano in mezzo ai jeans pizzicandomi l'intimità e sussulto togliendole la mano, "Daaaai, Lauren!! Perchè sei così scema, Dio!"

Lei si riprende dalle risa e poi ci pensa su, "Però è figo... 'la tua vagina sembra come una decapottabile sotto la pioggia'... Devo dirlo a Ty!"

La guardo in modo interrogativo e lei riprende, "Ah, si non te lo avevo detto... Ho rivisto Ty, lo sto aiutando a scrivere qualche testo per il suo album. Lui dice sempre che la mia scrittura è forte, quindi mi sa proprio che posso dargli una bella idea."

Io mi metto a cavalcioni sulle sue gambe, "Mi sei mancata, Lau."

"Tu mi manchi sempre, amore."

"Lo dici sul serio o solo per rendermi felice?"

"Sul serio, Camz. A volte mi manca sul serio il respiro se non ci sei."

"Allora mi sa che ti sposo prima."

Lei mi guarda accennando ad un sorriso incredulo sapendo bene le mie idee sul matrimonio, "Dai, non ti credo..."

Io attorciglio le braccia attorno al suo collo e la bacio. La mia lingua chiede immediatamente l'accesso nella sua bocca, che viene consentito. Accarezzo la sua lingua con la mia, e assaporo la morbidezza delle sue labbra, mordicchiandole ogni tanto. Il bacio resta calmo, sento il suo respiro battere sul mio viso e una delle nostre mani si incontra per attorcigliare le dita.

"Dico sul serio, Laur... Ti sposo."

Lei, credendo stessi scherzando ancora, insiste, "Camz, dai non prendermi in giro, lo sai che reputo il matrimonio una cosa seria, non ci scherza-"

"Jauregui, ma mi vuoi sposare o no?!"

I miei occhi sono così veri, che vedo nei suoi un barlume di shock. Non ci avrebbe mai creduto, e questo lo sapevo bene anche io.

"Ma che, sei seria?"

"Ti sposo. Quando vuoi."

Il suo sorriso di fa enorme e la sento avvampare, i suoi occhi mare si ingrandiscono e inizia a ridere nervosamente, "O-oddio... Okay! F-facciamolo! Quando ti pare, chiamo Scarlett e mi faccio trovare la più brava consulente di matrimoni degli Stati Uniti!"

 Prendo il suo viso e mi sistemo meglio sulle sue gambe, la bacio e inizio a sbottonarmi la camicia, "Heeei, giaguaro... Piano... Prima fai l'amore con me. Adesso, su questo divano. Poi passiamo la settimana dai miei... E poi chiami Scarlett."

I suoi occhi sono infuocati ed esaltati, come se si fosse appena fatta una dose di eroina. Io le sorriso, intenerendomi davanti alla sua esaltazione improvvisa, sapendo che voglio sposarla al più presto. Le parlo con un filo di voce, per spingerla a calmarsi e addolcirsi.

"Baciami...", mi libero della camicia e vedo i suoi occhi fare una visita immediata sul mio seno, libero da reggiseno. E' imbambolata, e sono costretta a prendere il suo viso con le mani e portarlo alle mie labbra, per farle iniziare un bacio. Rido tra i suoi baci, perchè mi manda fuori di testa il suo modo di non saper gestire certe emozioni, e continuo a spogliarmi mentre le sue mani già giocano con i miei capezzoli.

"Ti amo, Camz.", il suo tono era affamato, non dolce, ma mi piaceva lo stesso, e riconobbi subito con chi stavo avendo a che fare adesso.

"Lo so, papi."

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora