Festa in giardino (parte 4)

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Abbiamo mangiato molto, grazie ai nostri papà alle prese con il barbecue e grazie all'asporto ordinato da Lauren. L'alcool non mancava, ma questa non era una festa dove si perdeva il controllo, questa era una festa di famiglia, di pochi intimi, dove si beveva solo per creare un'atmosfera più intima. Noi ragazzi abbiamo ballato quasi tutto il tempo, abbiamo addirittura mangiato in piedi a ritmo di musica. Lauren sembrava essersi acchetata dopo aver assunto le pillole, e ballavamo insieme già da un paio d'ore. Non è una grande amante del ballo, almeno questo dimostra. Si muove il giusto richiesto, preferisce che sia io a muovermi di più, possibilmente attaccata a lei.

Gli adulti ci osservavano tutti, con molta attenzione e quel sorriso malinconico. Sicuramente stavano lì a rivedersi giovani, dentro di noi.

Una scarica di tonfi fa saltare in aria tutti i presenti. Io personalmente penso di aver perso dieci anni di vita. La cancellata di metallo della villa di Lauren veniva percossa con manate ben assestate. Io mi affretto per andare a spegnere la musica, ma Lauren mi blocca bruscamente, lanciando uno sguardo complice e teso a Keana. Siamo tutti pietrificati, più che altro dalla reazione allarmante della padrona di casa. Lauren lasciando andare la musica alta, corre vicino ad un grande vaso in pietra e infila la mano nella vegetazione rigogliosa tirando fuori una pistola DVC nuovo modello con la canna dorata, che ho visto spesso in tv ultimamente, presentata come nuovo gioiello delle forze armate americane. Alla vista dell'arma sussulto, costringendomi però a restare zitta e fingendo di essere calma. Ho gli occhi puntati su di lei, non riesco nemmeno a distrarmi con i mugolii terrorizzati di mia sorella, saldamente stretta da mio padre.

Lauren estrae dal grande vaso anche un classico fucile softair d'assalto, che lancia a Keana con molta prontezza. Le due si guardano attentamente, parlandosi con gli sguardi. Lauren è lì a farci segno di raggrupparci tutti da un lato, nascosto, mentre i suoi stivali neri raschiano sulla brecciolina del vialetto del suo giardino. Il suo vestito nero aderente, mi ricorda uno di quei modelli in tuta che si usavano qualche anno fa, e potevo notare come il muscolo delle sue gambe scoperte fino a mezza coscia si contraesse duro come pietra, iniziando a camminare verso il cancello insieme a Keana, piegate entrambe in un profilo basso.

Non sapevo Lauren avesse delle armi in casa.

Non sapevo sapesse usarle.

Non sapevo nemmeno il motivo per il quale fossi così allarmata in questo momento.

Volevo piangere, perchè il mio cuore non cessava di calmarsi, e stavo iniziando a temere che Lauren avesse una seconda vita a me ancora non svelata.

I genitori di Lauren, sebbene anch'essi giustamente agitati, sembravano non stupirsi della situazione.

I colpi cessano di battere, al cancello, e Lauren rompe quel silenzio che stava iniziando a tagliarmi la gola.

"CHI E'?!", sebbene la sua voce uscisse combattiva, potevo sentirne all'interno delle note di paura. Keana le fa subito cenno di zittirsi, forse non doveva parlare.

Keana era una ex militare di un corpo speciale, e attuale guardia del corpo e spia. Tecnicamente non dovevo essere così tanto tesa, ma qualcosa mi diceva che la faccenda era più grande di lei.

Nessuna risposta, gli occhi di Keana si muovono veloci per aria, cercando di attivare al massimo i suoi sensi per captare dei movimenti dall'altra parte. Non appena uno scricchiolio di non so cosa, allertò i sensi dell'agente, la donna si lanciò con tutta la sua forza su Lauren, facendola cadere rovinosamente contro il muretto a secco al lato del vialetto, facendola finire infine in mezzo ai cespugli.

Una suv enorme aveva intanto sfondato il cancello con una tale forza da perdere, ormai il controllo di me stessa. Non ero l'unica ad essere completamente fuori di me, tutti noi gridavamo, nascosti chi dietro la solida stazione bar del giardino, chi dietro un angolo della casa. Mio padre e mia madre erano con me, riparati dalla stazione cocktail tutta in pietra. Mia sorella era stretta tra le braccia di mio padre. Accovacciata mi tolsi subito i tacchi, fu come un gesto istintivo, per poter scappare più in fretta in caso di necessità. Dei colpi di spari iniziarono subito a rincorrersi, potevo vedere Keana, l'unica ormai in campo a sparare a fucile spianato, senza avere un riparo. Lauren era sparita tra i cespugli, forse per volere della sua amica. Il mio cuore si bloccò quando vidi cadere a terra davanti ai miei occhi tre uomini, sanguinanti, vittime delle pallottole di Keana. Altre due macchine fecero il loro ingresso affrettato nel giardino, e il triplo degli uomini uscì da esse, altrettanto armati. Keana era sola, potè solo prendere tempo, riparandosi appena dietro il suv rimasto vuoto, animato solo dai corpi defunti di quegli uomini.

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora