V

114 9 1
                                    

Nico

-Ehi, Danie, spostati, non riesco a vederla!-

-Ti ricordo che questo è il mio studio!-

Sbadiglio sonoramente mentre la luce mattutina inonda di luce la mia stanza.

-Buongiorno anche a voi, ragazze...- riesco a dire tra un sbadiglio e l'altro.

- Come è andata il tuo primo giorno a Seoul?- mi chiede Sia mentre si sistema sulla sedia.

-Ah...poteva andare andare meglio...- dico ricordandomi le numerose figuracce fatte ieri.

-E come va la tua storia d'amor-.

Sia le tappa la bocca in tempo.

-Ma ti sembra il modo?!- la rimprovera lei- Che ne sai, magari è fidanzato o ha già una moglie!-

Danie scuote la testa. -I...mariti...Corea...tradiscono...spesso- cerca di dire comunque mentre Sia le tappa la bocca.

-Sia lasciala andare, sta soffocando!- le dico io ridendo.

-E poi proprio tu ne parli Danie!- dice Sia. So a cosa si riferisce, ma è meglio non parlarne: non voglio rovinare la loro felicità.

- Comunque, forse quest'estate, se vi va, potrete venire in Corea del Sud a farmi compagnia!- dico io sorridendo.

Sia sembra essere felice a questa notizia...ma Danie no. La vedo intristirsi e stringersi, quasi volesse nascondersi.

-Il tuo manager è d'accordo?- mi chiede cupa.

Sbuffo infastidita. -Ma che mi importa!-

-Io sarei felice di venire qualche volta a Seoul!- esulta Sia felice.

Sto per dirle che potrebbe venire a visitare Seoul, quando sento Danie dire qualcosa che mi confonde.

-Tanto ci andrai comunque Sia...- mormora socchiudendo gli occhi.

Quest'affermazione mi lascia parecchio confusa: Sia a Seoul? Cosa?

Sia sembra essersi arrabbiata così tanto che sta lanciando le peggiori occhiate omicida che io abbia mai visto.

-Attenta a come parli, bimba, se no morirai di fame entro la fine di quest'anno...Stava solo scherzando, Nico! Danie è la solita bimba immatura anche senza di te!-

La vedo ridere come se niente fosse, mentre Danie ha l'aria di sapere la verità. Forse è quella verità a renderla tanto sofferente...

Mentre Sia continua a ridere in modo esagerato ed inquietante, sento il campanello suonare e prima di chiudere quella videochiamata, mi riprometto di indagare più a fondo.

Addormentata come sono vado verso la porta con ancora il pigiama color crema addosso e la faccia che a mio parere potrebbe essere scambiata facilmente con una pizza. Quando la apro rimango sorpresa nel trovarmi davanti l'ultima persona che mi sarei aspettata di incontrare...

...il mio manager parecchio arrabbiato 

Teach me to love, Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora