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Erano passati ormai dieci minuti da quando Danielle aveva iniziato a vagare per tutta la grande casa alla ricerca del suo paio di All Star bianche.
Sembravano essere sparite. Aveva controllato sotto il letto, dentro l'armadio, sull'uscio di casa, in bagno, eppure non riusciva a capire dove potessero trovarsi.

Ricordava di averle adagiate ai piedi del letto la sera prima, dopo essere tornata da una delle sue abituali passeggiate notturne, ma ora iniziava a non esserne più tanto sicura.

"Ragazzi! Sbrigatevi, vostro padre è fuori che aspetta!" gridó sua madre dal piano di sotto.

Sapeva che erano in ritardo, ma non poteva di certo presentarsi a scuola con i calzini.

"Mamma non riesco a trovare le mie scarpe" urló lei di rimando mentre si spostava rapida da una stanza all'altra, ancora sperava di poterle trovare rannicchiate da qualche parte o in qualche angolo.

"Ma tesoro, le aveva in mano tuo fratello questa mattina" le disse la donna.

In quel momento Danielle realizzó e si chiese come non avesse potuto pensarci subito, chi poteva essere se non quell'imbecille del suo fratello gemello Alexander.

Prese un lungo respiro prima di varcare con furia la porta della stanza nella quale Alex stava comodamente seduto sul letto, come se il suo arrivo fosse già stato calcolato.

"Alexander Daren Blake dove hai nascosto le mie All Star?" domandó puntantogli un dito contro nel vano tentativo di sembrare minacciosa, in verità era minimo quindici centimetri in meno del fratello ed il suo fisico era asciutto, perciò anche mostrarsi seria ed arrabbiata non sarebbe servito a tanto.

"Calmati furia, le ho semplicemente nascoste, ma non avrei compiuto questo atto di cattiveria se tu ieri sera non avessi fatto tutto quel rumore svegliandomi dal mio sonno di bellezza" le rispose con calma ma mantenendo un leggero ghigno divertito e portandosi una mano al cuore per fingersi addolorato.
La sua bocca si inarcò in un sorriso leggero ma provocante che fece infuriare ancora di più Danielle.

"Ridammele subito, dobbiamo andare, hai sentito la mamma..è tardi" tentó di darsi una calmata spronando il fratello a dirle dove fossero nascoste le sue amate scarpe.

"Ti do un indizio: sono dalla parte opposta di dove credevi che fossero inizialmente" così dopo averle dato il famoso indizio caricó lo zaino in spalla e uscì dalla stanza sotto lo sguardo confuso della sorella che nel frattempo aveva iniziato a far funzionare tutte le rotelle del suo cervello per capire cosa significasse.

Sarebbe stato molto più semplice se Alex le avesse detto subito dove si trovavano, ma non sarebbe stato un comportamento tipico di suo fratello.

Dalla parte opposta, dalla parte opposta, dalla parte opposta, continuava a ripetere quella frase nella sua mente, era in loop eppure ancora faticava a capire.

"Danielle!" urló di nuovo sua madre, questa volta con maggiore foga.

Era decisamente in ritardo, Sally non usava quel tono di voce quasi mai, era una donna tranquilla, ma sapeva farsi valere quando arrivava il momento giusto.

Dalla parte opposta, ripetè ancora entrando nella sua camera per prendere lo zaino.

Si stava quasi per arrendere, ma fu quando guardó il letto che una lampadina si accese all'interno della sua testa.

La parte opposta del letto! Come aveva fatto a non capirlo subito.

Suo fratello era davvero terribile, forse per questo erano dello stesso sangue, lei non era da meno quando ci si metteva.

Così si sporse leggermente fino a controllare la famosa parte opposta del letto, fu lì che addocchió le sue All Star. Fortunatamente erano ancora bianche e non avevano preso strani colori, come marrone o arancione, Alex le aveva risparmiato almeno quello.

Le infiló rapidamente poi, chiudendosi la porta alle spalle si diresse verso la stanza del fratello che si trovava da parte alla sua, la osservó per qualche istante ed un sorriso le contornó il viso, le sue guance paffute presero una forma maggiormente tonda a causa di quel gesto e gli occhi celesti si restrinsero.

Qualche attimo dopo si trovava in auto dove suo padre era comodamente seduto al posto del guidatore.
Alex, come tutte le mattine, aveva preso il posto del passeggero.

La ragazza non ricordava una sola volta in cui le avesse permesso di sedere davanti invece che dietro, o meglio, l'unica volta che lo aveva fatto si era svegliata la mattina dopo con dei grandi baffi neri disegnati sulla faccia, ed il pennarello era indelebile.

Avevano soltanto sette anni.

"Certo che sei proprio un cretino" disse Danielle rivolta al gemello.

"E tu un elefante, avresti dovuto essere al mio posto ieri sera, anche il vicino avrà sentito come salivi le scale cazzo" rispose ridendo e mandando un'occhiata alla sorella dallo specchietto retrovisore.

"Imbecille" disse di nuovo.

"Signorina le parole" la riprese suo padre guardandola attraverso gli occhiali squadrati e sottili che gli posavano sul naso.

"E ad Alex non dici niente?" protestò sbarrando gli occhi, sfortunatamente l'unica risposta che ricevette fu un lungo sospiro.

George era molto simile a Sally, due genitori tranquilli ma autoritari, sempre pronti a correggere eventuali errori commessi dai figli, molto concessivi se vedevano che Alex e Danielle andavano bene nell'unico compito che avevano a quell'età, la scuola.

Erano all'ultimo anno, a breve si sarebbero diplomati, ciò rendeva i due ragazzi felici e fieri, ma allo stesso tempo tristi poiché avrebbero dovuto salutare i loro amici d'infanzia con i quali non solo avevano fatto tutto il liceo insieme, ma tutto il percorso di una vita.

Danielle sbuffó e si lasció cadere di peso sul sedile rivolgendo lo sguardo verso casa sua.

Sorrise di nuovo, avrebbe voluto mandare avanti il tempo di qualche ora.

Oh! Quanto le sarebbe piaciuto vedere la reazione di suo fratello quando si sarebbe reso conto che il suo joystick non si trovava più nello stesso posto in cui credeva di averlo lasciato.

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