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Il ragazzo steso a terra ancora non si era ripreso. Danielle stava aspettando imperterrita la bottiglia d'acqua, ma aveva come l'impressione che non sarebbe arrivata tanto presto.

"Maledizione" imprecó nonostante sapesse che nessuno poteva sentirla data la musica al piano di sotto.

Presa dalla fretta uscì dal bagno e dopo essersi guardata attorno più volte scorse diversi bicchieri buttati alla rinfusa sul pavimento, ne afferrò uno per poi tornare velocemente dal ragazzo privo di sensi.

Una volta rimasta in piedi di fronte al lavandino riempì il bicchiere di acqua fredda e non esitó due volte prima di versarne il contenuto sui polsi e sul collo del malcapitato.

Continuó così per diversi minuti sperando di riuscire almeno a farlo riprendere.

La gente che passava di fronte all'entrata sembrava non curarsi dell'accaduto, se non fosse stato per Danielle sarebbe potuto rimanere incosciente fino al giorno seguente che a nessuno sarebbe importato più di tanto.

"Eh andiamo, riprenditi" parlava tra sè e sè.

Avrebbe potuto chiamare aiuto se soltanto avesse avuto il suo telefono a portata di mano.

Vedendo che il ragazzo sembrava non voler aprire gli occhi, si sedette lì vicino con la schiena appoggiata al bordo della vasca da bagno. Avrebbe atteso il suo risveglio e poi gli avrebbe consigliato di tornare a casa, farsi una bella dormita e prendere qualche pastiglia per il mal di testa.

Nel frattempo ne approfittó per osservare meglio i lineamenti del suo viso. Il contorno era spigoloso e privo di barba nonostante si potesse capire che l'aveva fatta da poco. Teneva le labbra semi chiuse mentre da esse uscivano dei pesanti sospiri accompagnati dal ritmo regolare del suo petto che si alzava e abbassava.

La folta chioma di capelli castani era spettinata, ma allo stesso tempo sembrava volerlo essere apposta.
L'unica cosa che Danielle non potè osservare bene erano gli occhi poiché chiusi.

Era senza dubbio un bel ragazzo.

Chissà qual era il suo nome, pensó. Magari glielo avrebbe chiesto al suo risveglio, nel frattempo si teneva impegnata tamponandogli la fronte con un pezzo di carta bagnato.

Non era nemmeno troppo dispiaciuta per il fatto che si stesse perdendo la festa. Avrebbe potuto fare come tutti gli altri e fingere di non averlo visto, ma non era da Danielle avere un certo tipo di atteggiamento, non era in grado di ignorare qualcuno nel momento del bisogno.

Da sempre si prendeva cura di suo fratello. La prima volta fu quando inciampó sull'asfalto e, di conseguenza, si sbucció un ginocchio. Da quel momento iniziarono ad essere più frequenti i casi in cui Alex si ritrovava con qualche ferita sul corpo, come quando prese a pugni un suo compagno di classe per motivi a lei ancora estranei, oppure quando puntualmente, all'inizio della primavera, gli veniva il raffreddore e lei si occupava di preparargli il minestrone.

Alexander si impegnava per tenere la sorella al sicuro da qualsiasi cosa potesse ferirla, dal canto suo, Danielle, si assicurava di lenire quelle ferite che ogni tanto si presentavano sul suo corpo, sparse qua e là.

Ancora appoggiata alla vasca da bagno con il capo rivolto verso il soffitto, non si era accorta dei leggeri gemiti di dolore che il ragazzo stava emettendo mentre portava entrambe le mani ai lati della testa.

Subito scattó in piedi e corse a riempire nuovamente il bicchiere di acqua fresca.

"Riesci a sentirmi?" gli chiese poi, avvicinandosi.

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