~3~

180 56 45
                                    

Lo vide alla fine del lungo corridoio e così si affrettó nel percorrerlo velocemente lasciandosi alle spalle le file di armadietti.

Danielle si faceva sempre più vicina.

La distanza ora poteva essere completamente annullata con una manciata di passi che non indugió ad eseguire.

Lui sembró non essersi accorto di niente poiché aveva ancora gli auricolari a tutto volume che pompavano musica nelle sue orecchie. Non aveva sentito la camminata svelta della ragazza, non aveva sentito che ora lei lo stava chiamando e non si era accorto della sua presenza.

"Scusami" ripeteva Danielle non capendo per quale motivo non si volesse girare.

Prese a picchiettare sulla sua spalla e solo in quel momento poterono guardarsi negli occhi.

Il profilo del ragazzo era delicato e allo stesso tempo marcato. La mascella squadrata faceva da contorno al resto del viso. Le sue guance, leggermente arrossate, sembravano soffici, morbide. Si concentró sugli occhi, avevano una tinta color azzurra e, all'interno di essi, la ragazza potè notare una serie di striature che prendevano colori più chiari e più sicuri rispetto a quello base. Infine una ribelle chioma castana spuntava appena dal cappuccio della felpa.

Lo guardó, rimanendo con la mano a mezz'aria sospesa e cercando di risvegliarsi da quel mezzo stato di trance nel quale si era andata a trovare.

Era davvero un bel ragazzo, su questo non c'erano dubbi, ma allora perché non aveva mai fatto caso a lui prima d'ora?

Nel frattempo anche Chase rimase a guardarla, scrutarla fino in fondo, osservare come la stessa reazione avesse colpito entrambi.

Sembrava pura curiosità, la loro.

Lui stava assimilando tutti i dettagli del viso di Danielle cercando di ricordare dove avesse già vista, perché sì, a lui quel viso non era estraneo.

Qualche ciocca di capelli era caduta involontariamente sul viso della ragazza, ma lei sembró non curarsene.

Di colpo entrambi sembrarono essere ricatapultati nella realtà dalla loro mente che aveva preso a viaggiare lontana.

Danielle non si era accorta di star trattenendo il respiro fin quando non prese a parlare.

"Ti era caduto questo, in mensa" disse incerta senza però mai interrompere il contatto visivo con lui.

Fu proprio Chase a distogliere gli occhi per primo per farli ricadere sul piccolo oggetto che lei stava tenendo sul palmo della mano, solo a quel punto anche la ragazza smise di guardarlo.

Riconoscendo ciò che era di sua proprietà non impiegó molto a sottrarglielo. Le sue dita, gelide, entrarono in contatto con la pelle calda di Danielle. Un semplice e breve tocco che, se solo non avesse visto, non avrebbe pensato potesse essere accaduto davvero.

"Ti ringrazio" rispose Chase una volta recuperato il plettro.

"Figurati" disse piano.

L'ombra di un sorriso fece capolino sul suo volto.

Subito dopo si voltó e percorse il tratto restante del corridoio prima di svoltare a destra e scomparire dalla vista della ragazza. Allo stesso modo fece lei, si voltó e tornó all'interno della mensa dove suo Alex ed i gemelli la stavano aspettando.

"Che fine avevi fatto?" le chiese Dylan vedendola riprendere posto al loro tavolo.

"Niente di importante" si affrettó a rispondere non volendo stare a raccontare tutto, non in quel momento. Lo avrebbe fatto, ne era sicura, ma non in quel momento.

"Sei pensierosa" osservó suo fratello. Dinnanzi a lui non sapeva e non poteva mentire, d'altronde erano gemelli, cresciuti insieme, identici, come poteva pensare di passarla liscia sotto gli occhi di Alex?

"Ho solo restituito una cosa a quel ragazzo" rispose semplicemente.

Danielle si sentiva assente, distratta. Gli occhi del ragazzo l'avevano colpita in pieno. Chi avrebbe mai detto che sotto quel cappuccio si nascondesse un ragazzo così bello e allo stesso tempo così misterioso?

Ancora non si spiegava come non avesse fatto a notarlo prima, ma proprio il suo mantenere un profilo basso la rendeva curiosa, perché una bellezza tale le era rimasta ignota?

Voleva vederlo di nuovo, ci sperava.

"Non è niente di che Alex davvero, puoi stare tranquillo" cercó di essere più convincente possibile. La voce squillante e ferma, sicura di ciò che stava dicendo.

"Allora ragazzi, vogliamo fare qualcosa questo pomeriggio? Magari invitate anche Christine, non la vedo da qualche giorno" svió la conversazione cercando di non attirare maggiormente le attenzioni su di sè.

Christine era una amica stretta di Danielle, si conoscevano da vari anni ormai. Tra loro non era presente lo stesso rapporto che lei aveva con Cole e Dylan, ma questo solo perché non erano cresciute del tutto insieme, nonostante ciò il loro legame risultava saldo, forte, erano l'una la spalla dell'altra.

Se torniamo indietro negli anni possiamo arrivare al loro primo incontro, se così si può definire.
Primo giorno di scuola, entrambe avevano dodici anni, finite le lezioni tutti gli studenti stavano riordinando il loro materiale per poi infilarlo nello zaino e tornare a casa. Allo stesso modo facevano Danielle e Christine.
Nel mentre in cui entrambe si trovavano nel grande spiazzo che fungeva da cortile, un ragazzo finì addosso a Danielle e quest'ultima addosso a Christine rovesciandole sui vestiti metà della bottiglietta d'acqua che stava bevendo.

Litigarono, eccome se litigarono nonostante fossero due semplici bambine, ma non si spiegarono mai come finirono a ridere un attimo dopo.

Per quanto potessero assomigliarsi caratterialmente, esteticamente risultavano completamente diverse. Se Danielle era bionda con gli occhi chiari, Christine era mora con le iridi castane.

"Certo, avevamo pensato ad un bel film a casa nostra, poi magari usciamo a fare due passi, niente di speciale" parló Cole indicando il fratello.

La casa dei gemelli era davvero grande ed ora che i loro genitori erano partiti per qualche giorno a causa del lavoro la situazione migliorava, dovevano solo occuparsi di fare la spesa e tenere in ordine le varie stanze, per il resto avevano tutta la libertà della quale necessitavano.

"Io ci sarò di sicuro" esclamó Danielle "E sono sicura che anche Alex verrà".

Il fratello le riservó un sorriso tenero, un accenno che fece sorridere a sua volta la ragazza.

"Perfetto, ora direi di andare" era la voce di Dylan ad arrivare alle orecchie dei presenti. "Siamo rimasti solo noi in questa mensa".

Tutti si guardarono attorno per constatare se ciò che aveva detto fosse vero. Rimasero sorpresi quando poterono confermare che era proprio così, la mensa era completamente vuota.

•Color Souls•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora