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Sentí un leggero picchio alla testa mentre lentamente cercó di aprire gli occhi e capire dove si trovava.

La stanza era avvolta dal buio e l'unico spiraglio di luce proveniva dalla finestra della cucina, per il resto non potè osservare niente.

Tentò di muoversi capendo di trovarsi sdraiata sul divano del soggiorno, ma non appena sollevò un braccio per tirarsi a sedere si rese conto di non poterlo fare.

Il suo corpo era in parte tenuto fermo e schiacciato da quello di Brayden che le stringeva i fianchi. La sua testa era posata sulla spalla della ragazza che potè fare caso a quanto il suo respiro fosse calmo e regolare, sembrava quasi sereno.

Forse quello era l'unico rumore che si sentiva oltre a quello dei loro cuori che battevano all'unisono, sempre con un andamento tranquillo.

Non poteva rimanere.

Doveva assolutamente tornare a casa, non sapeva nemmeno che ore fossero.

Facendo attenzione a non svegliare il moro che, da quel che aveva potuto vedere, aveva passato la notte dormendo con lei, si alzò compiendo movimenti lenti e dolci mentre cercava di fare attenzione per non interrompere il sonno di Brayden.

Dopo diversi tentativi fu finalmente libera di muoversi e tenendo le mani avanti per evitare di scontrarsi con qualche mobile, si diresse verso la cucina dove, posato sul tavolo, trovò il suo cellulare.

Non ricordava di averlo lasciato lì la sera prima, a dire la verità ricordava a stento quello che era successo, così si sforzò di mettere a fuoco quel brevi tratti di ricordi che le erano rimasti.

Vedeva nella sua testa le immagini di lei e del maggiore dei Wood che, presi dal momento e dall'onda di tristezza improvvisa, si erano trovati a scolarsi qualche bicchiere di troppo.

Ricordava di avergli raccontato di suo fratello e ancora di più di suo nonno e ricordava che lui le aveva raccontato di Chase, eppure c'era qualcosa che mancava, un tassello che le sembrava aver perso per strada.

Prese a guardarsi attorno. I suoi piccoli occhi celesti ancora assonnati vagavano da un lato all'altro della casa fino a quando non si posarono sul corridoio nel quale erano situate le porte delle varie stanze.

Non trattenne la curiosità nonostante sapesse di doversene andare il più in fretta possibile, ma per un attimo se ne dimenticò e i suoi piedi la condussero proprio di fronte alla porta sulla quale era incisa una B.

Posò delicatamente una mano sulla maniglia dopo aver tracciato con il dito il contorno dell'iniziate del nome del ragazzo, dopodiché si introdusse all'interno della camera avvolta dall'oscurità.

Le finestre erano chiuse e le tapparelle abbassate, così dovette premere il tasto dell'interruttore della luce lasciando che la lampada appesa al soffitto le permettesse di guardarsi attorno.

La stanza era grande quasi quanto la sua.
Un letto ad una piazza era accostato al muro proprio sotto la finestra ed una coperta color blu, in tinta con il cuscino, lo ricopriva.

Era decisamente disordinato, ma questo la fece solo sorridere appena senza un motivo preciso.
Diversi vestiti erano stati gettati al suolo, proprio sul lato sinistro del letto.

Le pareti erano bianche e su di esso erano state appese diverse foto che Danielle prese ad ispezionare con occhio attento.

La prima rappresentava la foto di una semplice foresta, molto simile al posto di montagna vicino alla cascina che avevano incontrato sul loro cammino qualche tempo fa.

Istintivamente pensò al verde e potè, in un certo senso, dare una spiegazione logica a quella fotografia. Aveva un forte attaccamento non solo al colore, ma anche a ciò che c'era dietro.

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