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"Dannazione non riesco ad allacciarmi questo stupido vestito" esclamó Danielle provando per l'ennesima volta a sollevare la cerniera dell'abito.

"Alex!" urló dunque sperando che il fratello la sentisse.

"Che vuoi" rispose dopo secondi che a lei parvero infiniti.

"Vieni subito qui" gridó di nuovo la ragazza per farsi sentire.

Poche volte le capitava di chiedergli aiuto, ma si trattava di un'emergenza.

Qualche attimo dopo la porta della sua camera  venne spalancata e Alexander, travestito da Capitan Jack Sparrow, fece irruzione nella stanza.

Non disse nulla, guardó semplicemente la sorella come per domandarle quale fosse il problema. Lei sbuffó domandandosi come avesse fatto a non accorgersi dei suoi continui spasmi realizzati per tentare di raggiungere quella maledetta cerniera.

"Aiutami" lo supplicó guardandolo con gli occhi spalancati.

Lui, accorgendosi subito dopo di ciò che stava succedendo, non potè fare a meno di ridere.

"Che disastro di sorella" disse scuotendo leggermente il capo per poi avvicinarsi. Le spostó leggermente i capelli sulla spalla in modo da poterla aiutare e in un attimo il vestito era allacciato.

"A proposito, da cosa sei vestita? Da depressa cronica?" chiese tentando di provocarla.

Danielle fece scorrere gli occhi sul suo riflesso allo specchio.

L'abito le ricadeva morbido lungo le gambe lasciando intravedere leggermente la forma del suo corpo. Dalla vita in su il tessuto era scuro, nero come la pece e la avvolgeva perfettamente non facendola risultare volgare. La lunga coda di esso era fatto di pizzo trasparente, motivo per il quale si potevano intravedere appena le sue gambe slanciate.

Si sentiva bella, stranamente.

"Vaffanculo sono un cigno nero" controbattè lei.

"E poi prima di giudicare me pensa a quanto sia venuto male il tuo di travestimento" lo provocó a sua volta "L'abbinamento dei colori ricorda molto lo stappacessi".

"Cos'hai appena detto?" chiese Alex tendendo un orecchio verso la sorella "Mi sembra di aver sentito che tu sta sera voglia andare a piedi alla festa" diede un'alzata di spalle per fingersi indifferente a tutto ciò.

"Non ci p-" tentó di sopraffarlo, invano.

"Sei davvero sicura? Mi spiacerebbe" continuó lui. "Peró se proprio insisti" terminó quella finta conversazione con sè stesso per poi dirigersi verso la porta della camera.

"E va bene, stavo scherzando, il tuo costume è meraviglioso, meglio dell'originale" disse la ragazza a denti stretti, come se pronunciare quelle parole significasse scottarsi la lingua.

"Che sorellina leccaculo" esclamó prima di uscire definitivamente dalla stanza.

"Che fratello stappacessi".

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Un'ora dopo le due coppie di gemelli e Christine si trovavano in auto, diretti verso la grandiosa festa in maschera. I ragazzi non potevano fare a meno di commentare i costumi che stavano indossando causando continue risate.

"Dani da cosa sei vestita? Da sacco del rudo?" chiese Cole lasciando che le risate di tutti riecheggiassero nella vettura.

"Chiudi la bocca imbecille, o te la chiudo io a suon di schiaffi" rispose.

"Sto tremando" continuó l'amico.

"Finitela voi due" si intromise Christine tappando la bocca all'amica che si trovava seduta sul posto del passeggero.

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