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* se trovate eventuali errori vi prego di segnalarmeli così che possa correggerli visto che non ho avuto tempo per revisionare questo capitolo, grazie e buona lettura*

Erano passati almeno venti minuti da quando si era allontanata da casa. Aveva smesso di diluviare, ma qualche goccia ancora cadeva su Portland.

Danielle camminava senza sapere precisamente dove andare.
D'altronde, a volte, il viaggio è più importante della destinazione, pensava, anche se non sapeva se ne avrebbe ricavato qualcosa da tutto ciò.

Percepiva una strana sensazione, come quando ti trovi sull'orlo di un precipizio, a metà tra il precipitare e il fare un passo indietro, quella sensazione di vuoto che potresti provare se, invece che indietro, il passo lo facessi in avanti.

Così lei si sentiva a metà tra il crollare e il mostrarsi forte per non dare alle persone la soddisfazione di vederla cedere, eppure non era facile.

Non era mai stata una ragazzina debole e dal carattere facilmente scalfibile, al contrario. Raramente le era capitato di stare davvero male per qualcosa...l'ultima volta nemmeno se la ricordava, ma allora perché si sentiva come investita improvvisamente da un forte carico?

"Riprenditi" disse dandosi qualche buffetto sulle guance fredde a causa della bassa temperatura.

Si infilò successivamente le mani nelle tasche sperando di riuscire a scaldarle almeno un po' nonostante i suoi vestiti fossero fradici e proseguì. Nel frattempo il cielo si stava lentamente liberando dai nuvoloni scuri lasciando spazio ad una patina chiara e candida che donava alla città un aspetto meno macabro.

La ragazza ormai stanca di girare a vuoto si guardò intorno spaesata e si chiese mentalmente dove fosse. La situazione le era familiare, le capitava spesso di girovagare senza rendersi conto di dove si andasse a trovare. Era come se i suoi piedi si muovessero in automatico uno dopo l'altro, portandola in luoghi sconosciuti, mentre lei l'unico viaggio che sentiva di star compiendo davvero era quello all'interno dei suoi pensieri, difatti il risultato era quello di essere riportata alla realtà poco tempo dopo senza sapere cosa fare.

La scelta migliore era quella di utilizzare il navigatore anche se non se la sentiva proprio di fare retrofront. Avrebbe voluto proseguire avanti e basta, senza bisogno di tornare indietro.

Ma non tutto può andare sempre come si spera o desidera, lei lo sapeva bene.

Così dopo aver tirato fuori il proprio cellulare dalla tasca ed averlo sbloccato cercò la via di casa. Il navigatore segnava più di mezz'ora a piedi, com'era possibile che fosse passato così tanto tempo?

Proprio nell'esatto momento in cui stava per decidersi a rincasare un forte getto d'acqua colpì in pieno lei ed il telefono. Quest'ultimo le si spense tra le mani e con esso anche la sua possibilità di ritrovare la via per tornare a casa.

"Merda" esclamó cercando di capire come fosse possibile.

Alzó lo sguardo fino a che i suoi occhi non ne incontrarono un altro paio verdi a poca distanza da lei.

"Sai, speravo che il responsabile fosse soltanto un imbecille, ma guardandoti in faccia gli insulti che mi vengono in mente sono decisamente peggiori Brayden" disse iniziando ad avvicinarsi con passi pesanti verso il ragazzo che aveva appena preso una pozzanghera in pieno e l'aveva conciata peggio di quanto non fosse già.

"Non te la prendere Ronnie, eri già tutta zuppa, un po' di acqua in più non può che farti bene" le rispose sorridendole sfacciato. Questa sua risposta non fece altro se non far ribollire ancora di più Danielle. Le sue guance diventavano sempre più rosee così come la punta del suo naso.

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