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Triste, ecco come si sentiva mentre osservava l'acqua del fiume scorrere sotto il suo sguardo assente.

Non sapeva precisamente da quanto tempo fosse seduta su quel vecchio pontile, sapeva soltanto che non era abbastanza, che ancora non era giunta l'ora di tornare a casa.

Affrontare nuovamente lo sguardo severo e deluso del fratello sarebbe stato l'ennesimo colpo al cuore.

Stravolta, così era la sua vita in quel momento, per cosa poi? Per un errore? No. Perchè tutte quelle parole che sempre aveva soffocato nel tempo non erano state in grado di rimanere dove avrebbero dovuto ed il risultato fu proprio quello, un forte, terribile litigio con Alex.

Se avesse continuato a far finta di nulla probabilmente tra qualche giorno quel sentimento sarebbe passato ad entrambi e avrebbero archiviato la questione, ma probabilmente quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

"Non mi pento di ciò che ho detto!" disse tra sé e sé tirando un sasso in acqua ed osservando i cerchi concentrici che l'impatto andò a creare.

Si stava auto convincendo, o almeno, ci stava provando, perché la verità era che, nonostante si fosse liberata del peso delle parole, si era ritrovata con un macigno ancora più grande.

Suo fratello, sangue del suo sangue. Vedere come la squadrava, come la ignorava, come le teneva nascoste le risposte alle sue domande era per lei un tormento.

Quella notte era tanto scura quanto il suo umore, un manto privo di stelle quanto la sua testa era priva di qualsiasi altro pensiero.

Se avesse dovuto attribuirsi un colore in quel momento sarebbe stato proprio quello che aveva preso il cielo quella sera, un blu notte così intenso da confonderlo quasi con il nero.

"C'è qualcuno?" chiese una voce alle sue spalle.

Spaventata per l'imprevisto si voltó di scatto. I suoi occhi ormai si erano abituati al buio, perciò quando il ragazzo fece un paio di passi nella sua direzione, riprese a respirare regolarmente tirando un lungo sospiro.

"Mi hai spaventata" rispose incerta.

"Danielle, giusto?" domandó.

"Si, sono io Chase"

Il ragazzo, senza esitare, si avvicinó maggiormente fin quando non riuscirono a guardarsi in faccia senza strizzare troppo gli occhi a causa dell'oscurità.

Il moro le regaló un piccolo sorriso che, stranamente, ricambiò nonostante il suo stato d'animo non fosse dei migliori.

"Allora, come mai da queste parti tutta sola?" chiese.

Nel frattempo aveva indicato il posto a sedere di fianco a lei, come per domandarle se potesse affiancarla. Danielle, in risposta, si spostò leggermente per dargli la conferma.

"Facevo due passi, poi ho trovato questo posto e mi sembrava carino per pensare" si confidó.

"E da quanto sei qui?"

"Io...credo di aver perso la cognizione del tempo"

"Allora devono essere pensieri molto tormentati i tuoi"

La testa della ragazza scattò in direzione di Chase che ora la guardava dolcemente, come se la capisse. Non c'era pena nei suoi occhi, tantomeno dispiacere, solo comprensione.

"Può darsi" tornò a rivolgere lo sguardo dritto verso di sé mentre le luci della città facevano da sfondo a quel piccolo pontile.

"Beh ti rivelo un segreto" disse il ragazzo "Anche io sono qui per pensare".

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